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La gassa d’amante è il principe dei nodi marinari, indispensabile nella navigazione a vela, molto sicuro e solido e al contempo facile da sciogliere.
 
Mina ha scelto come titolo del suo ultimo album il nome di questo nodo nautico, che richiama i legami forti e indissolubili. Si tratta di una vera e propria dichiarazione di intenti: indaga l’amore in tutte le sfaccettature, dalla passione travolgente al dolore della perdita, dalla speranza della rinascita alla malinconia dei ricordi e lo fa non semplicemente interpretando queste emozioni, ma vivendole, trasformandole e rendendole universali.
 
Lontana dalle scene, dal bombardamento delle immagini, dalla frenesia mediatica, dagli smartfone che distraggono, assente e presente allo stesso tempo, Mina prosegue nella sua avventura musicale, parla al suo pubblico mettendosi ancora una volta in gioco, esplorando nuovi territori emotivi e musicali con il coraggio e la curiosità di chi non è mai sazia di capire e di raggiungere nuovi traguardi.
 
Gassa d’amante non è semplicemente un nuovo album, l’ennesimo di una carriera straordinaria e per molti versi ineguagliabile, che annovera oltre un centinaio di dischi, ma un progetto di grande intensità musicale, che dimostra l’inarrestabile maturazione di Mina e la sua metamorfosi impenitente e imperterrita, che però non tradiscono o mettono in discussione l’essere sempre fedele alla sua essenza.
 
Nel proporre i diversi brani, la sua voce si emoziona ed emoziona. La passione e l’emotività che trasfonde raccontano un percorso di approfondimento, uno studio della mente e del cuore, in ragione dei quali non conosce limiti e canta in maniera  stupenda ed ispirata, conquistando nuovi spazi di bellezza e di verità e facendo leva sulla grazia artistica che possiede e sulla forza inesauribile della sua intelligenza.
 
Nell’oceano aperto delle emozioni Mina, che nella copertina è presentata come una polena, ci guida in un racconto in cui le mille facce dell’amore sono tenute insieme dal filo rosso di sentimenti e di passioni sfaccettate e lo fa ricorrendo ad un lirismo capace di parlare a tutti ed in particolare alle nuove generazioni, grazie all’audacia di sperimentare linguaggi nuovi.
 
Gassa d’amante è un prisma di stili diversi, perché Mina è onnivora, cerca solo la musica bella, indipendentemente dal fatto che sia jazz, bossa nova, canzone melodica o altro. I dieci brani hanno un’anima precisa e la barra è tenuta dritta grazie alla loro qualità e alla sua straordinaria bravura interpretativa.
 
Buttalo via, scritta da Francesco Gabbani, è un invito a liberarsi del superfluo e a lasciare spazio a ciò che conta davvero, mentre Senza farmi male, scritta da Elisa, è un delicato sussurro che affronta le fragilità dell’amore con rara poesia. Notevoli sono Senza farmi male, scritta da Elisa Toffoli, Dispersa e Amami e basta che mettono in risalto la capacità di Mina di raccontare con autenticità ogni sfumatura dell’esperienza umana. Un capitolo speciale è costituito da Amore vero, colonna sonora di Diamanti, il film di Ferzan Ozpetek, regista cui Mina è legata personalmente e con il quale ha già collaborato nei suoi film Le fati ignoranti e Nuovo Olimpo, brano all’interno del quale si muove coniugando emozione e drammaticità con una raffinatezza che soltanto lei è in grado di raggiungere. Accanto ai nove inediti troviamo poi una magnifica rivisitazione di Non smetto d'aspettarti di Fabio Concato, a cui dona una nuova profondità.
 
Gassa d’amante è un gesto artistico di rara intensità e l’esecuzione dei singoli brani dimostra quanto Mina abbia saputo mantenere intatta la freschezza della sua voce, anzi perfezionandola con una maturità che non la appesantisce ma la rende sempre più ricca di sfumature, e si caratterizza per la cura maniacale dell’aspetto musicale con arrangiamenti orchestrali eleganti che esaltano e non soffocano la sua voce.
 
La burattinaia di sé stessa sta nell'ombra e muove i fili delle sue maschere. Monta il proprio teatro e sale in scena quando vuole e come vuole. Al cannibale lascia solo la voce, e gli deve bastare. Mette perfino una frontiera fra la vita vera e il resto. Più chiaro di così……”. Queste parole scritte da Ivano Fossati, amico, collega e collaboratore storico di Mina, nella prefazione del libro Mina. La voce del silenzio, un’antologia di saggi uscita nel novembre scorso che, riprendendo il titolo di un suo brano del 1968, ne ripercorre la carriera e ne analizza l’immagine pubblica, le ragioni del successo, anche a dispetto della sua “sparizione”, e il cambiamento radicale impresso al pop italiano e non solo, rappresentano una perla illuminante per comprendere la parabola musicale di un’artista straordinaria sempre presente, pervasiva e aperta a nuove idee, innovazioni e sfide.
 
 
 
Pubblicato in Riflessioni