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Sabato, 09 Novembre 2024 18:43

Noi ci prendiamo cura di voi

 

 

Noi ci prendiamo cura di voi… È possibile effettuare in loco gli accertamenti diagnostici ed avere un quadro completo della situazione clinica, senza dover attendere i tempi lunghi del Servizio Sanitario pubblico”.
 
Il messaggio che si legge sul sito di THERAPIA S.r.l., società che gestisce tre poliambulatori a Bitonto, è chiaro e, per quanto sia sgradevole, fotografa la cruda realtà della sanità pubblica del nostro Paese, abbandonata a se stessa, senza risorse e sotto organico di medici di base ed ospedalieri, di infermieri costretti a turni massacranti e pagati in maniera inadeguata e dove i Pronto Soccorso sono autentici gironi infernali. In questi ultimi anni la situazione è progressivamente peggiorata e a farne le spese sono tanti cittadini comuni, privi delle possibilità economiche di rivolgersi alle strutture private per eseguire esami ed essere curati. Spetterebbe alla politica, in particolare a quanti sono investiti del compito di governare i territori e l’Italia, trovare soluzioni concrete, a cominciare dal reperire le risorse per invertire la rotta e garantire il diritto alla salute, formalmente riconosciuto nella Costituzione della Repubblica e mai attuato interamente. L’esperienza della pandemia sembrava aver fatto prendere coscienza della necessità di aprire una fase nuova per la sanità pubblica, ma ben presto le grandi promesse sono state archiviate e dimenticate, nulla è cambiato e la sanità è soltanto un ottimo argomento propagandistico per confondere i cittadini in questa sorta di campagna elettorale permanente che è la politica odierna.
 
La destra al governo non sembra minimamente preoccupata dello stato della sanità pubblica. La riduzione delle risorse in termini assoluti destinate a curare i cittadini e l’eliminazione dalla manovra del piano di assunzioni straordinario rappresentano la prova lampante della volontà dell’attuale maggioranza di non cambiare nulla e allo stesso tempo di favorire la sanità privata e garantirne sempre maggiori guadagni.
 
Se tutto ciò è inaccettabile, ancor di più è assolutamente vergognoso che un parlamentare della Repubblica, autorevole esponente di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa, sia stato chiamato a far parte del Governo per occuparsi di sanità e, anziché risolvere per esempio il problema delle liste d’attesa, come proprietario del 10% delle quote della società che gestisce tre poliambulatori, inviti i cittadini ad andare a curarsi nelle proprie strutture. È già imbarazzante che un sottosegretario al ministero della Salute abbia quote in una clinica privata, ma fa arrabbiare che quella stessa clinica faccia pubblicità denigrando il Servizio Sanitario nazionale, sostenendo che non funziona.
 
Quattro milioni e mezzo di italiani rinunciano a curarsi ogni anno e svariati altri milioni sono costretti a indebitarsi per accedere a visite e esami, per fare privatamente terapie, interventi e prevenzione che gli ospedali pubblici rinviano di mesi e anni e il sottosegretario alla Salute si arricchisce. Liste d’attesa e mancanza di investimenti saranno pure un dramma per gli italiani, ma sono un business per il Fratello d’Italia, sottosegretario al ministero della Salute, il quale ha peraltro ottenuto una legge che delega alle farmacie (guarda caso lui è farmacista) attività mai concesse prima. 
 
Siamo molto oltre il conflitto di interessi e la Presidente del Consiglio, come sempre accade quando le situazioni non le aggradano, si rifugia in un distaccato silenzio, si guarda bene dal commentare, dallo spiegare come abbia potuto nominare in un ruolo così delicato di amministrazione della sanità pubblica, una persona così esposta nel settore della sanità privata e figuriamoci dal prendere qualsivoglia iniziativa che nel caso specifico dovrebbe essere l’allontanamento del sottosegretario dal governo. Una eventualità questa peraltro da escludere, visto che Marcello Gemmato è un suo fedelissimo nel partito e un suo amico personale, che tutti gli anni organizza per lei e la sua famiglia le vacanze in Puglia.
 
Giorgia Meloni dovrebbe farsi un giro alle file dei CUP e nei Pronto Soccorso per constatare di persona la disperazione di quanti non riescono a curarsi, ad avere l’esame diagnostico di cui hanno bisogno, anche quando i medici indicano l’assoluta urgenza, come succede per i pazienti oncologici. Si accorgerebbe che al di là della retorica populista ed identitaria di cui si ammanta, del vittimismo ormai stucchevole cui ricorre quando non ha argomenti per replicare alle critiche, della ricerca continua di capri espiatori, dei proclami e della propaganda con cui cerca di distrarre l’opinione pubblica e di nascondere i fallimenti del suo governo e della spinta all’occupazione, a livello parossistico e predatorio, di tutte le casematte del potere secondo una logica familistica ed amicale, c’è un Paese reale da governare, molteplici problemi da affrontare e il bene comune da perseguire.
 
Il problema è che la destra al governo non ha un progetto per l’Italia, ma anche le opposizioni stentano a metterne in campo uno alternativo, credibile e convincente.
 
E in questo marasma a rimetterci sono solo i cittadini.
Pubblicato in Riflessioni