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Dal vile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 dopo 15 mesi di guerra, i morti palestinesi sono 46 mila di cui tanti bambini con meno 14 anni, i soldati israeliani uccisi 800 e poi vanno aggiunti 1200 vittime del 7 ottobre 2023. Ecco perché bisogna tornare ai fondamentali. Va fatta una riflessione più seria e fuori dalle tifoserie di parte sul Medio Oriente. Questo radicalismo del conflitto è in modo trasversale, da destra e sinistra …complicato e complesso ma vale la pena farla, anche alla luce del bombardamento dell’ultimo ospedale di Gaza da parte di Netanyahu. Le cosiddette primavere arabe non hanno avuto il risultato” sperato” verso la democrazia pur avendo rimesso in discussione i vecchi sistemi non sono state in grado di risolvere la questione sociale e quelle economiche, mancando anche un sistema geopolitico internazionale che ne garantiscono le soluzioni, mentre le ineguaglianze si sono ulteriormente ampliate e si sono create delle teocrazie fatte di tribù di regioni, clan, etnie. Ma è altrettanto vero che la democrazia non si conquista con le armi. I popoli si sono spogliati di pezzi di storia comune nel tentativo di recuperarne altre solo apparentemente archiviate.

La mancanza di identità nazionali radicate e la persistenza al potere di leadership tollerate da una parte della popolazione con forzata quiescenza, hanno portato alla decomposizione delle identità all’interno dei confini statali e alla loro ricomposizione sulle linee per-esistenti alla creazione degli Stati (tribù, regioni, clan, etnie) dando vita a una ristrutturazione sociale radicata su poteri a forte base localistica. E così è stato per i giovani che dieci anni fa erano scesi in piazza sperando che da quelle rivolte potesse nascere una grande rivoluzione per il mondo arabo. Hamas non è l’OLP e non è interessato a una pace perché è per la distruzione di Israele. Inoltre, la povertà e le disuguaglianze hanno contribuito a radicalizzare di più le lotte tra i vari paesi.

 Dalla Tunisia, Erdogan contro i Curdi, alla Libia all’ Afghanistan, alla Siria, all’Iraq, anche in Egitto, la repressione di Sisi (presidente dell’Egitto) è un elemento della radicalizzazione di organizzazioni come fratelli mussulmani. Oggi purtroppo, anche il governo Netanyahu e la presidenza Tramp in America non aiutano per fermare lo sterminio di tanti civili inermi e porre fine al conflitto, il 40% delle vittime sono bambini sotto i 14 anni.

Ecco Israele deve stare attenta all' autogol politico a non cadere nella trappola di Hamas e Iran, perché colpire Gaza, è inevitabile colpire civili e soprattutto bambini. Non aiuta tra l’altro la decisione di Tramp con la deportazione dei palestinesi in Cisgiordania e Egitto e fare di Gaza un luogo di vacanza dando a Netanyahu carta bianca , armi per continuare a bombardare , anzi tutto questo sta determinando sempre più un allargamento del conflitto verso la Cisgiordania il Libano e non ultimo lo Yemen con il bombardamento degli Huthi a difesa del mar rosso mettendo in discussione i rapporti con l’ Iran che proprio in questi giorni si sta avviando un primo confronto sul nucleare a Muscat capitale di Oman, altro elemento da non trascurare. Tutto questo, mentre rispetto a quanto sta accadendo sotto i bombardamenti indiscriminati, come denunciato dall’Onu, e l’ incriminazione di genocidio nei confronti di Netanyahu, alla popolazione civile di Gaza, restano, solo alcune voci , tra cui quella della sinistra israeliana e di Haaretz e le manifestazioni per la liberazione degli ostaggi ancora oggi nelle mani di Hamas… in particolare, giustamente sottolineano come una democrazia non agisca secondo il criterio della vendetta ma per la necessità della sicurezza. Bene ha fatto la Francia e la Spagna a riconoscere lo Stato palestinese e altrettanto dovrebbe fare tutta l’Europa, compresa l’Italia.

Solo questo potrà aiutare il processo di pace e non costruendo un mondo a rovescio dove l’aggressore ha ragione sull’ aggredito o con la logica del conflitto, bisogna coniugare le ragioni della pace con quelle di un laicismo che riesca a ritornare protagonista al di là della tragedia degli eventi di questi giorni.

 L’unica strada rimane, quella due popoli due Stati, ma per costruire questo c’è la necessità che l’ONU veramente sia un organismo riconosciuto da tutti e che conti soprattutto con il consenso di tutte le superpotenze detentrici di arsenali nucleari che pongono fine ad armare le parti in conflitto e all’ usurpazione di territori altrui, ecco perché bisogna tornare ai fondamentali del diritto internazionale e no alla legge del più forte. Coraggio Europa! Il mondo ha bisogno di voi!

Pubblicato in L'Approfondimento