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La rivoluzione tecnologica in atto sta imponendo profonde trasformazioni ai costumi e alle abitudini della nostra esistenza. Essa sta incidendo fortemente sul nostro modo di essere, a tal punto che si può parlare di mutamenti antropologici dell'essere umano. Crollano vecchi pregiudizi e tabù, avanzano e si impongono scelte radicali finora impensabili. E' il caso dell'eutanasia e del suicidio assistito. E' giusto legalizzare il suicidio assistito? Con il parere contrario dei componenti cattolici, qualche giorno fa,  il Comitato Nazionale di Bioetica si é espresso favorevolmente. Il suicidio assistito comporta la possibilità (opportunità) di aiutare una persona a morire fornendogli farmaci e assistenza medica e psicologica. Diversamente dall'eutanasia che consiste, invece, a procurare la morte a chi ne faccia richiesta. Sono argomenti talmente delicati e sensibili da far accapponare la pelle. Si tratta di stabilire, in fondo, se la vita possa non essere più considerata un valore "sacro" o "laico" da preservare comunque, costi quel che costi. L'eutanasia è il diritto all'autodeterminazione e alla libertà del singolo. Come affermava Indro Montanelli, esiste il diritto alla vita ma non esiste l'obbligo a vivere e pertanto non si può vietare la morte a chi vuol morire. I fautori del suicidio assistito, invece, sostengono che non si può lasciare sola una persona (come il Dj Fabo) che chiede di poter porre fine alla sua vita, definita "una notte senza fine", rispettando così la sua libertà e la sua dignità. Quale morale, essi dicono, si può invocare quando non si presta ascolto al grido di dolore, di chi, allontanandosi ormai dalla vita, chiede di andarsene senza soffrire? Per costoro la sacralità della vita è contro la dignità umana che ha in sé una vocazione insopprimibile all'autonomia e all'autodeterminazione. Non ci sono e non ci possono essere risposte univoche e sicure. Certo è che si sta spezzando il legame esistenziale tra gli individui e tra le generazioni, nonché tra il terreno e l'ultraterreno. Ogni implicazione etica, religiosa, filosofica deve essere affrontata senza pregiudizi e tenendo conto della realtà. I casi vanno considerati singolarmente, uno per uno, superando schemi preconcetti e posizioni ideologiche, consapevoli, però, che la vita è sempre un valore assoluto. Ho sentito il dovere di parlarne per non fare come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia.

Pubblicato in La Terza Pagina