Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita' illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie, per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

Martedì, 19 Marzo 2019 09:49

Reddito di cittadinanza senza ressa

A Sezze, agli sportelli dei C.A.F. e degli Uffici Postali, come del resto in tutta Italia, non c'è stata la ressa. Si temevano lunghe file, invece si è trattato della solita affluenza. Sarà perché le dichiarazioni e le certificazioni richieste dal Decreto non sono ancora del tutto chiare e disponibili. Il problema è molto serio e , spesso, drammatico. Certo è che in paese si avverte fortemente il dramma della disoccupazione, soprattutto di ragazze e ragazzi diplomati e laureati che si stanno abituando ad emigrare. Qualche anno fa, molti di essi erano occupati in agricoltura o nell'edilizia. Poi, una volta acquisito un titolo di studio di livello superiore (diploma e/o laurea) hanno legittimamente aspirato a mansioni corrispondenti alle loro aspettative ma, a causa del mancato raccordo tra scuola e lavoro, sono rimasti delusi e fuori del mercato del lavoro. Oggi, i due settori trainanti dell'economia locale, agricoltura ed edilizia,  sono trainati da moderni macchinari agricoli, da un lato, e dalla manodopera di extracomunitari, dall'altro, spesso a costi molto bassi. Il Diritto di Cittadinanza può essere indubbiamente utile, e a volte necessario, per molte famiglie. Sostenere il contrario vorrebbe dire non rendersi conto della realtà e delle precarie condizioni in cui vivono parecchi cittadini. Anche il governo precedente di centro-sinistra aveva affrontato la questione attraverso il REI (reddito di inclusione). E proprio perché la questione riguarda tutte le forze politiche è imperdonabile far finta di non vedere il cumulo di errori e di improvvisazione che accompagna il Decreto del governo giallo-verde che rischia di far fallire tutta l'operazione e di buttare il bambino con l'acqua sporca. Esso, infatti, si presenta come un puro sussidio e una cambiale pagata per motivi elettorali. Con esso si potrebbe favorire non la ricerca del lavoro vero ma di incrementare il lavoro nero. Tanti furbetti, di cui il nostro Paese è pieno, potrebbero mettersi in azione per aggirare gli ostacoli. Falsi licenziamenti, contratti non registrati, cambi di residenza per coppie, dichiarazioni verosimili etc. Il reddito di cittadinanza è nato per favorire l'occupazione, e infatti verrà corrisposto solo per due anni, con il presupposto di riformare i Centri per l'Impiego. Tutto il sistema va ricostruito fin dalle fondamenta. Invece l'unico segnale dato in questa direzione è l'assunzione di 3000 (non più 6000) navigator (navigatori), del tutto impreparati. E allora, dopo i due anni di sussidio, cosa succederà? I soldi (tanti) spesi, si potevano investire più proficuamente? Anche i Vescovi italiani, a questo punto, parlano del rischio di una "cittadinanza parassitaria". Dicevo che fino ad oggi non c'è stato il ventilato affollamento davanti ai CAF e agli Uffici postali. Per fortuna! Vedere decine e centinaia di persone bisognose in fila avrebbe restituito una immagine angosciante di quel che accadeva con la tessera durante il ventennio fascista. Nessun assalto ai forni. Quasi ovunque una ordinata attesa di gente che spera in una svolta di vita. Con dignità e pudore. Ammettere di essere poveri e aver bisogno di un sussidio per sfamare i propri figli non è mai facile per nessuno. Quelle persone che hanno il coraggio di svelare la propria condizione di difficoltà meritano rispetto. Con la loro compostezza stanno dimostrando più maturità di certi politici che esultano sul balcone di Palazzo Chigi.  

Pubblicato in La Terza Pagina