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Lunedì, 08 Luglio 2019 08:06

Migranti: accoglienza sì, invasione no!

 

È questione spinosa parlare dell’accoglienza dei migranti. Si rischiano fischi e parolacce. Corro questo rischio perché mi sento in dovere nei confronti di tante donne e bambini che continuano a morire nel Mediterraneo. Soprattutto in questo periodo in cui sulla loro pelle si stanno giocando, crudelmente, le vicende elettorali dell'Italia e dell'Europa. Non si può e non si deve tacere e restare indifferenti. La paura dello straniero genera voglia di muri e di sicurezza e la sicurezza, oggi, vale più del pane. Chi la garantisce, o sostiene a parole di garantirla, prende tanti voti. E ciò in barba ai valori della solidarietà, ai princìpi cristiani tanto sventolati e declamati. Ebbene: io sono per l'accoglienza. Lo affermo senza reticenza e timore. Chi è contrario, pregiudizialmente, senza se e senza ma, nega un dato indiscutibile: non esiste periodo della storia dell'uomo senza flussi migratori. A turno, prima o dopo, siamo stati tutti migranti. Vuoi per fame, per cercare lavoro, per sfuggire alle guerre; vuoi per sfuggire al freddo o al caldo. Pensate che fra qualche anno, se le condizioni climatiche del pianeta continueranno a peggiorare per colpa dell'uomo, in India non ci sarà più un goccio d'acqua. Chi dovesse pensare che gli Indiani resteranno lì a morire di sete, si inganna. Non è neanche vera la leggenda metropolitana che i migranti rubano il lavoro agli Italiani. Basta girare per la pianura pontina per rendersi conto di chi ancora coltiva i campi. In Lombardia si prevede che nei prossimi dieci anni ci sarà bisogno di migliaia di badanti e colf per assistere gli anziani. L'Italia sta diventando un paese sempre più vecchio, le nascite sono in forte calo e si rischia un pauroso spopolamento. E allora? Non resta che una ragionevole conclusione: sì all'inclusione, no all'invasione. La responsabilità degli sbarchi e dei ricollocamenti deve avvenire secondo regole europee ben precise, in rapporto alle capacità e sostenibilità del Paese che accoglie. È responsabilità di tutti i Paesi Europei, nessuno escluso, cambiare le norme vigenti in questa direzione. Ognuno deve fare la propria parte, in attesa che si creino le condizioni sociali ed economiche perché ognuno possa restare nel Paese di origine, se lo vuole. Nel frattempo i migranti devono essere inseriti attraverso la conoscenza e il rigoroso rispetto delle leggi, delle tradizioni e dei costumi locali. Come tutti gli altri cittadini. Altrimenti, chi sbaglia paga e torna a casa.

Pubblicato in Attualità