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E’ andato tutto a carte 48. La crisi politica che attanaglia la città da 35 giorni sta assumendo i contorni di un paradosso esilarante. Ieri sera l’ultima riunione di gruppo saltata per posizioni e linee che non trovano convergenza. Sembra sfumata anche la soluzione dei tre consiglieri dimissionari per entrare in Giunta. Sembrava veramente cosa fatta ma le ultime richieste, seppure legittime, hanno mandato tutto all’aria. Adesso la situazione è ingarbugliata come non mai. Tra dieci giorni esatti (venerdì 12 luglio) scadranno i 20 giorni entro i quali il sindaco Sergio Di Raimo, per legge, può ritirare le dimissioni. Oltre questo tempo massimo le dimissioni diventano irrevocabili e il Prefetto nomina il Commissario con lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. La situazione che si è creata si è incancrenita peggio di quanto sia immaginabile, con risvolti pesanti e delicati anche dal punto di vista personale. La sostituzione del vice sindaco in quota alla lista “Sezze Futura” di Enzo Polidoro sembra essere diventato l’ultimo nodo da sciogliere, cosa molto improbabile però. Ed ecco allora che torna in ballo l’ipotesi di nuovi assessori esterni, con i tre ufficiosamente sfiduciati, Paola Di Veroli, Pietro Ceccano e Vincenzo Lucarini, con in tasca un documento congiunto di severo giudizio nei confronti del sindaco per il modo con il quale avrebbe gestito la crisi politica fino ad oggi. I tre sarebbero intenzionati a non accettare una riconferma degli incarichi qualora ci fosse mai questa possibilità, anzi, voci di corridoio, parlerebbero di veleni e rancori dopo quanto accaduto. L’idea di far subentrare in Giunta i consiglieri comunali Giovanni Bernasconi, Armando Uscimenti e Francesca Barbati, dunque, sarebbe tramontata, soprattutto per la fermezza con la quale Bernasconi sembra essere tornato a chiedere alla lista “Sezze Futura” di assumersi le stesse responsabilità degli altri consiglieri comunali. In sostanza Bernasconi non intende accettare il diktat di Enzo Polidoro e quel patto di acciaio che lo lega al vice sindaco Antonio Di Prospero: e' pur vero però che questa lista rappresenta sempre la seconda forza in consiglio comunale. Insomma c’è chi pensa di fare le nozze con i fichi secchi e chi vuole farsi una Giunta completamene rinnovata politicamente.

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E’ il capogruppo del Partito Democratico di Sezze, Armando Uscimenti, a rompere il silenzio e ad intervenire sulle dichiarazioni fatte dal collega di maggioranza e del Pd Giovanni Bernasconi in merito ad un azzeramento della Giunta comunale. Uscimenti chiarisce che Bernasconi ha parlato "a titolo personale" e "nel gruppo del pd nulla era stato concordato" ma è giusto che il sindaco faccia le sue valutazioni. “Le dichiarazioni di Giovanni Bernasconi in aula e sulla stampa locale sono state avanzate a titolo personale. Il sindaco dal mio punto di vista – aggiunge il capogruppo Pd – deve prendere posizione e fare le sue valutazioni. Io personalmente ritengo che si può e si deve fare di più, sia da parte della Giunta che da parte dei colleghi consiglieri comunali. Parlare di azzeramento però mi sembra eccessivo”.  Il consigliere Bernasconi, nel corso dell’ultimo consiglio comunale e poi sulla stampa, ha chiesto al primo cittadino di cambiare passo e rilanciare l’azione di governo partendo proprio dall’azzeramento della Giunta comunale.  Ci sono dei settori strategici come quello dei lavori pubblici, ambiente, servizi sociali e cultura che necessitano di risposte adeguate. E' fondamentale quindi che non ci si affidi solo all’improvvisazione e alle richieste di un determinato gruppo di rappresentanti comunali o di gruppo politici. Nei prossimi giorni il sindaco Di Raimo, molto probabilmente, ascolterà i gruppi consiliari e valuterà attentamente ogni singola richiesta. Per qualcuno, quello di Giovanni Bernasconi, è considerato un atto di sfiducia partito proprio da chi è considerato il primo “sponsor” del sindaco, mentre per altri è un atto di coraggio e assunzione di responsabilità nei confronti degli elettori setini, per evitare che il Comune di Sezze fra 3 anni venga consegnato alla destra a mani basse.

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