Dell'identità di genere si è parlato troppo poco. Viene stampato agli individui un marchio M o F e da quello non si transige. Il binarismo di genere risulta però castrante, e lo è quando si pone come assoluto. Il binarismo è l'essenza del patriarcato. È un costrutto culturale che ci viene presentato come appartenente ad un ordine naturale, concetto sul quale va a formarsi l'idea di famiglia produttiva e riproduttiva. La vicenda del DDL Zan ha dimostrato che l'Italia non riesce a stare al passo con l'Europa. L'Italia è il paese con i più alti tassi di violenza contro le persone Trans. Una violenza non necessariamente fisica ma che può manifestarsi in diverse forme e in diversi luoghi, all'interno delle mura domestiche, nelle strade, nelle carceri. Non esiste solo l'aggressione fisica o l'omicidio. L'esperienza trans non è funzionale alla struttura patriarcale. Ne demolisce i simboli, le certezze. Una persona nata nel corpo di un uomo che si afferma come donna o viceversa mette in discussione l'esistenza stessa del sistema. L'esperienza trans è quindi un'esperienza vista come un errore, un qualcosa da correggere attraverso il cambio di sesso. L'importante è fare parte di un censimento, che sia o M o F. Basta dunque uniformarsi al sistema, "correggere" lo sbaglio attraverso la sanatoria dell'operazione. Ciò che non viene preso però in considerazione sono le vite delle persone e le necessità di quest'ultime. Ci sono persone che non vogliono o non possono fare l'intervento e di mezzo abbiamo un intero mondo da analizzare. Il nostro circolo porterà avanti in maniera ferma a livello territoriale le politiche LGBTQI+ in difesa delle minoranze e di tutte le persone che quotidianamente vengono umiliate. Crediamo che le unioni civili siano superate, che il negare la possibilità di un vero Matrimonio a due persone dello stesso sesso sia una forma di discriminazione.