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Sinistra Italiana

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Martedì, 21 Marzo 2023 13:00

Sezze ed il degrado culturale

 

Nelle ultime settimane ci siamo trovati di fronte  a situazioni di degrado sociale e dunque di riflesso anche culturale che hanno investito il nostro territorio, che è da lungo tempo caratterizzato da forti contraddizioni sociali irrisolte: oltre al periodo complesso seguito all'emergenza pandemica prima e da quella umanitaria poi, le divisioni in seno alla società civile sono aumentate esponenzialmente e gli episodi di cronaca violenta degli ultimi tempi non sono che le conseguenze più evidenti di suddetto disagio. La dimensione dei social media espande a dismisura la portata degli eventi che, anche prima dell'avvento di smartphone e device di ultima generazione si verificavano a corrente alternata ma sistematicamente. Ora sono semplicemente più visibili, più facilmente documentabili.
E dunque ecco episodi di illegalità delle specie più disparate, dalle risse intergenerazionali allo spaccio massiccio di sostanze stupefacenti in pieno giorno, dalla mancanza di rispetto per le più elementari regole di civiltà ed educazione sino a giungere ad episodi di vandalismo del patrimonio pubblico, passando per lo smaltimento irregolare di rifiuti ed abbandono in aree non idonee degli stessi. Insomma la mancanza di cultura del rispetto, oltre che di contenuti veri e propri non permettono lo sviluppo positivo di una società che voglia definirsi civile, oltre ad osteggiare la ricostruzione di quel senso di comunità che da sempre ha caratterizzato la vita rurale e di provincia in questi luoghi.  Sicuramente lo sviluppo frenetico e sregolato che viviamo in questi tempi si è sommato all'incapacità da parte delle Istituzioni che ci hanno governato negli ultimi 20 anni di mettere un punto fermo a situazioni di emergenza, un lassismo ed una immobilità che hanno condannato il territorio ad un ritardo cronico sulla tabella di marcia, lasciandoci diventare il fanalino di coda tra le comunità dei Monti Lepini in termini di servizi e possibilità offerte alla cittadinanza.
Lo stato ed i nostri legislatori dovrebbero incentivare, finanziare la scuola pubblica (agenzia di socializzazione secondaria) anziché effettuare tagli. Ovviamente l'Istituzione scolastica andrebbe inserita all'interno di un quadro più ampio in cui ci sia sostegno e supporto a tutte quelle realtà educanti che costituiscono il cuore pulsante di ogni comunità sana. Dovrebbe dunque lavorare assieme alle Istituzioni, Associazioni culturali locali e con la stessa cittadinanza, così da compattare tutta una serie di divisioni sociali molto gravi e profonde. Nel momento in cui non c'è sinergia e comunanza di intenti ogni singola azione messa in campo lascia il tempo che trova, ottenendo come unico risultato uno scollamento ancor maggior delle giovani generazioni da tutta una serie di regole valori e tradizioni che regolano la vita civile di un luogo. In una politica di sinistra sana la CULTURA, svolge un ruolo fondamentale. La CULTURA, deve essere a disposizione di tutti e possibilmente a costo zero. La situazione locale sta giungendo ad un punto oramai critico, si necessità di maggiori controlli. Sezze è quel paese dove non ci si preoccupa dello stato di necessità, e si vira sul superfluo, creando specchietti per le allodole.
La semplice e pura ottica della società dei consumi, "ti do il biscottino così resti lì buono", è la politica che ci ha investito negli ultimi 30 anni. Logica che ha visto grandi abusivismi in zone a rischio idrogeologico, contatori dell'acqua abusivi per innaffiare giardini, infrastrutture pubbliche cadute in rovina o in forte stato di degrado ed abbandono, clientelismo a non finire, forte presenza di sacche di lavoro irregolare oltre che mancanza cronica di servizi essenziali ed in generale di  meritocrazia.  È necessario promuovere la cultura nelle strade, soprattutto in quei posti dimenticati da Dio, dove il rispetto delle norme viene a mancare e le famiglie sono in estrema difficoltà, dove i ragazzi e le donne sono da soli ad affrontare i propri drammi quotidiani. Bisogna ritornare nella strada nella piazza, diceva qualcuno. ecco, orniamoci riempendole di contenuti, ridiamo impulso alla partecipazione popolare ed al volontariato, responsabilizziamoci per poter essere dei buoni adulti da cui poter prendere esempio, o che sappiano trasmettere valori positivi. Partiamo da qui per incominciare a costruire la società del futuro, con radici ben salde nella nostra memoria e patrimonio storico ed al contempo proiettata ad una visione più pedagogica ed inclusiva oltre che unitaria della nostra piccola Comunità setina.

A cura di Luca Petrianni

Mercoledì, 28 Dicembre 2022 07:39

Identità di genere in un'ottica capitalista

 

 

“Il salame fa bere.

Bere disseta.

Dunque il salame disseta.”

                    

                 De Montaigne

 

 

Le battaglie sulla sessualità in Italia vengono svolte su due fronti ben distinti.
Da un lato troviamo i reazionari (conservatori), i quali, cercano in qualche modo di bandire qualsiasi  pratica sessuale che non rientrerebbe in un concetto di normalità violando il diritto divino, i valori familiari, condannando tutto ciò che non appartenga ad un BINARISMO di base, funzionale e creato a puntino, parlando così in maniera bigotta e moralista di "terapie di conversione" di Gay e Lesbiche.
Dall’altro lato abbiamo i Progressisti che combattono invece per i diritti legali delle minoranze sessuali.
I progressisti appoggiano il riconoscimento da parte delle istituzioni di quelle identità che un tempo erano vietate e disprezzate, puntando così ad un'eguaglianza matrimoniale (il riconoscimento delle famiglie omoparentali tramite l’Istituto del Matrimonio).
I reazionari, attraverso il loro pensiero, cercano di instaurare una regressione della società, instaurando negli anni del XXII secolo, i valori di un Patriarcato che tende più che mai, come il capitalismo, a rigenerarsi assumendo sempre nuove forme.
In una società attuale, multietnica, è intollerabile instaurare una sorta di ARCAISMO REGRESSIVO.
La nostra società a ‘trazione capitalista’ ha sempre cercato di ‘regolare’ la sessualità, mutando nel corso degli anni i propri strumenti persuasivi.
In un tempo non molto lontano, il compito spettava alle istituzioni ecclesiastiche, le quali, si arrogavano il diritto di determina il concetto di "giusto o sbagliato", "puro o peccaminoso".
Oggi per molteplici ragioni, le cose sono cambiate, la chiesa non è più in grado di esercitare potere come nel primo dopoguerra e quindi nascono nuove sovrastrutture, nuovi modelli.
La contrapposizione tra reazionari e progressisti va dunque rivisitata in un ottica attuale, con le attuali forme economiche e di mercato.
Potremmo dunque definirei Neotradizionali i nuovi reazionari (i suindicati Arcaici).
A questo punto dovremmo però necessariamente modificare anche la risposta progressista la quale è nella stessa misura del Neotradizionalismo parte di questo scenario, e dunque sarà anch'essa pervasa da un modello capitalista al quale sarà obbligata a farne parte.
Progressisti e reazionari di facciata non risolvono però il problema del BINARISMO di base, non risolvono il patriarcato; semplicemente perché è burocraticamente e culturalmente funzionale al Sistema strutturale.
Riescono semplicemente ad alimentare quel mercato malato (del bisogno indotto di Marcusiana memoria) generato dal capitalismo, dove, l'identità sessuale, trovando comunque una sua agognata e giusta forma, è diventata pura mercificazione.
Siccome nella società dei consumi, la sessualità ha un alto potenziale di profitto, ecco che il NEOLIBERISMO applicato la immette sul mercato.
Al giorno d'oggi le battaglie per la sessualità hanno investito la nostra scena politica, i principali attori di questo scenario sono i movimenti Queer e Femministi.
Le vittorie conquistate sono il frutto di anni di battaglie e di sacrifici.
Tutto questo però in qualche modo non è bastato, non è ancora sufficiente.
La comunità LGBTQI+ è ancora discriminata sul piano giuridico, sul piano umano, sul piano lavorativo, vive nella discriminazione sociale.
Nessuna persona dovrebbe essere obbligata a nascondersi, costretta a fuggire per il proprio orientamento sessuale, per le proprie caratteristiche naturali.  
LGBTIQ+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali, queer, +) subiscono pesanti discriminazioni molte delle quali sancite dalle leggi attuali.
Per violazioni si intendono:
- violazioni dei diritti umani
- violenza di genere
- tortura o aggressioni (da parte anche di familiari)
- discriminazione lavorativa
- mancato accesso ai servizi essenziali della persona.
Oltre a doversi difendere con le violazioni dei diritti legate al proprio orientamento sessuale la comunità LGBTIQ+ è costretta a tutelarsi anche per altri fattori come:
- origine etnica
- genere
- disabilità
- età
- status migratorio
- condizioni economiche
In poche parole diventa fondamentale in questo discorso il concetto di Classe Sociale.

In una società capitalista, la sola identità sessuale BINARIA, con il concetto di diversità intrinseco, limita le eventuali difficoltà nel censimento, siamo individui censiti, registrati e, a livello fiscale, siamo numeri. Siamo M o F senza analizzare ciò che scorre all'Interno dei binari, il mondo che non si riconosce o non si vuole accettare. Questa non accettazione è funzionale al sistema attuale.
Il nuovo ordine dominante, attraverso i suoi rampolli, non vuole altro che uniformare il tutto in favore di una società di consumi dove l'individuo non più pensante debba essere semplicemente un attore economico.
L'identità sessuale è sempre stata mercificazione del capitalismo come qualsiasi altro ‘prodotto assimilabile al mercato’.
Il processo capitalistico fa leva su una clientela che necessita di soddisfare i propri bisogni, sfrutta il desiderio delle persone (desiderio da lui stesso indotto e potenziato) e lo capitalizza in termini economici, offre un prodotto.
Sulla base di questo principio il capitalismo riesce a vendere sia ai Reazionari che ai Progressisti. Proprio come si fa col traffico di armi, si vende ai contendenti in maniera compensativa per massimizzare i profitti.
Per capire con un altro esempio questo concetto non bisogna andare molto lontano ma ci basta analizzare le più grandi piattaforme dell'industria cinematografica.
Netflix, Prime, Sky, nel loro palinsesto ci offrono film capaci di soddisfare entrambe le categorie, film progressisti sui diritti civili, e, film altamente conservatori.
Il capitalismo si nutre di tutto, anche del dualismo progresso/regresso.
Tornando ancora sul concetto di discriminazione ai danni della comunità LGBTIQ+ vorrei riportare alcuni dati.
Dal 2012 al 5 Ottobre 2020 (in ben otto anni di analisi) in Italia sono avvenuti 876 episodi, per un totale di 1166 vittime.
All'appello mancano però tutte quelle persone che non trovano oggi il coraggio di denunciare.
La categoria altamente discriminata e con minori forme di tutela è quella Transgender.
In Italia al giorno d'oggi non abbiamo una vera e propria legge che punisca i crimini d'odio motivati dall'identità di genere della vittima.
Tuttavia un Transgender nel momento in cui subisce una violenza può comunque rivolgersi alle autorità, che possono comunque raccoglierne la denuncia.
Tutto ciò però non è sufficiente, in Italia serve una legge capace di tutelare al 100% le minoranze sessuali, che le riconosca e le protegga nelle opportune sedi legali.
In parecchi casi il Transgender che denuncia la violenza subita viene deriso da chi lo dovrebbe tutelare, viene visto come un fenomeno da circo, viene umiliato per la seconda volta, in primis con la violenza subita, in secundis al momento della denuncia o nell’eventuale pronto soccorso dove si reca per le cure mediche.
Nella stessa ed identica situazione si trovano le donne nel momento in cui denunciano una violenza subita, le donne non vengono credute, in molti casi per la società e le famiglie sono loro che non  hanno custodito la loro sessualità, il loro scrigno.
Quante volte abbiamo sentito dire ‘quella gonna è corta’, ‘avevi bevuto’, ‘non è un orario decente per una donna di andare in giro’, ecc.
Addirittura nelle opportune sedi legali ciò che per l'uomo diventa un attenuante come essere ubriaco nel momento in cui commette uno stupro, per la donna l'essere ubriaca diventa un ulteriore condanna.

Non dimentichiamo che i corpi statali, parastatali, italiani e non solo, ancora fondano la propria linfa culturale direttamente dal patriarcato, ed i luoghi di potere sono sempre rivestiti da uomini.
Il patriarcato è ben radicato nella nostra cultura, ed il capitalismo, lo ha mantenuto per motivi intrinseci a quell’Ancien Regime che lo precede.
Il sistema capitalistico infatti, sta effettuando una grande operazione, non sono soltanto gli "Incel" cosiddetti "celibi involontari"  che uccidono le donne per riappropriarsi di quella femminilità sottratta al potere maschile dove, gli uomini ne sono i "legittimi proprietari", non sono soltanto i reazionari, conservatori, tradizionalisti che mirano a proteggere la famiglia tradizionale dal vizio, dal consumismo, dall'individualismo sfrenato.
Il capitalismo sta includendo, alimentandolo, attraverso i propri spazi inclusivi, i movimenti di destra che hanno il compito di sollevare reali problemi che il capitalismo comporta ma appunto, facilmente tollerabili e gestibili dal capitalismo stesso.
La loro strategia di opposizione va a mirare, va a denigrare la libertà sessuale, ciò al fine di depistare la causa stessa di tutto: IL CAPITALE.
In questa maniera il conservatorismo trova paradossalmente nel progressismo la propria immagine speculare.
Gli Stati Uniti nel contempo mirano a voler riconoscere i Trans come categoria ma si rifiutano di sostenere a livello economico le spese per il cambio di sesso.
Potremmo scrivere un trattato su questo argomento ma andiamo avanti col ragionamento. L'operazione chirurgica, con il suo contorno, per lo Stato capitalista, non è altro che una forma di controllo attraverso la quale si rientra in quel concetto di normalità funzionale, il BINARISMO, M o F, al soggetto Trans viene creata la ‘sanatoria’ per via del suddetto trattamento sanitario a sue spese (in tutti i sensi).
Per lo Stato borghese bisogna essere nei canoni preordinati, appartenere, non si può in qualche modo non essere secondo i loro termini.
Per lo Stato non siamo ciò che sentiamo o siamo, siamo ciò che dicono bisogna essere.
I progressisti però in qualche modo non ostacolano la questione, ma in forme diverse, addirittura alimentano il tutto in un inconsapevole gioco di ruoli.
Il concetto di famiglia nel 2022 dovrebbe essere un concetto altamente superato, appartenente a quella categoria borghese e patriarcale che ci prefissiamo di combattere.
Per fare si però che venga riconosciuto il matrimonio Egualitario, bisogna in qualche modo riconoscere il matrimonio tradizionale altrimenti l'altro non avrebbe nessuna valenza (!).
Questo dunque vale per il riconoscimento anche delle libertà, le quali hanno valenza nel momento in cui vengono riconosciuti i valori tradizionali (!).
Ci troviamo dunque difronte al paradossale campo di valori estesi, nuovi orizzonti da fagocitare.
Nuove culture eterosessuali che si sviluppano su siti di incontri, piattaforme mediatiche, dove però esiste ancora il grande occhio del patriarcato che detta sistemi di catalogazione della bellezza femminile basandosi puramente su ‘canoni maschili’, canoni mutanti solo in base a modificanti leggi di mercato (vedi canoni estetici femminili post moda anni ‘60 che vanno sempre più verso la magrezza prima, e la adolescenza poi).
La donna in questa circostanza è convinta di avere una propria libertà sessuale e corporea ma in realtà è l'esatto contrario.
Vendi solo se sei ‘bella’ e piaci all'uomo.
Così allo stesso modo in cui le nuove forme di eterosessualità rispecchiano una ‘normalità capitalista’, ciò avverrà anche per la cosiddetta ‘normalità gay’, che andrà comunque a discapito di quelle categorie che non rientrano nel concetto di Normalità funzionale.
Queste categorie verranno dunque marginalizzate, parliamo di Queer, persone povere, persone di colore, e tutto questo compare anche nell'operazione del Pink Washing.
In questa maniera le classi dominanti fanno sì che attraverso il riconoscimento di una parte di persone in alcuni dei loro sacrosanti diritti, altri vengono totalmente dimenticati.

Vi è stata l’applicazione pratica del celebre sillogismo di Montaigne, un tempo servito dall’autore per confutare le ‘presuntuose’ certezze culturali e scientifiche dell’epoca.
L'operazione corretta che dovremmo fare al giorno d'oggi è dunque combattere l'ordine sovrastrutturale religioso che ci priva delle libertà individuali e nel contempo sferrare un duro attacco al patriarcato, e alla sua fonte, ovvero al capitalismo.
È necessaria una lotta per liberare la sessualità da tutte quelle forme arcaiche, tradizionalmente familiari, eliminando distinzioni di genere, classe, razza, dal consumismo e dalle Istituzioni capitaliste.
Tutto ciò sarà possibile soltanto realizzando una nuova forma di società basata sull'interconnessione individuale.
Una società Anticapitalista dove a decidere sia una politica Umanista imperniata sui bisogni materiali e dell’animo umano, estesi a tutti, senza esclusioni di alcun essere con la sua dignità di essere persona e non numero, e dunque, non più imperniato su l'economia liberista.
Consentitemi una massima a mo’ di chiosa a quanto argomentato: ‘Gli individui non si sono svegliati con l'illuminismo Kantiano, si sono svegliati attraverso il materialismo storico di Marx’.

a cura di Michel Cadario 

 

 

Per ciò che concerne la disaffezione dei giovani alla politica, a preoccuparci non dovrebbe essere il dato sul loro astensionismo, quanto il loro allontanarsi dalla politica attiva. Tutto il processo empirico dettato dall’esperienza in cui si sono formate associazioni giovanili, partiti, comitati elettorali e istituzioni locali sembra interessargli sempre meno, nonostante le piazze siano sempre gremite di ragazzi che manifestano per ambiente, parità di genere, scuola, salario minimo. In una società sana il ruolo dei giovani è cercare di cambiare il mondo, ma l’impressione è che codesti si attivino solo su modalità specifiche definite principalmente dall’urgenza di rispondere a problemi contingenti. I movimenti giovanili praticamente si formano velocemente, ma altrettanto velocemente, qualora non vi sia più l’urgenza, si sfaldano. Perché allora questo impegno non si tramuta in militanza? Perché non si trasforma in una vera cultura politica? Per formare una cultura politica sono necessari due elementi: quell’insieme di valori e di visioni attraverso cui immaginiamo e progettiamo il nostro futuro insieme e il “metodo”, in grado di tradurre immaginazione e progettualità in agende concrete, capace di andare incontro alle necessità dei cittadini. Entrambi possono esistere singolarmente, ma solo insieme sono realmente funzionali alla costruzione di una società.  L’immaginazione collettiva, unita all’urgenza, è un propellente formidabile per superare una crisi, molto più di una molotov o di un sanpietrino. Con la globalizzazione ed il neoliberismo si è consolidata l’idea che tecnica e progresso avrebbero risolto ogni problema. Oggi nella società liquida Baumaniana questo processo ha rafforzato una cultura dell’iper-individualismo, quasi a sfociare in una sorta di solipsismo, dove è sempre più facile fermarsi al senso comune, ed è sempre più difficile sviluppare un immaginario collettivo. Se la politica non attrae i giovani è perché l’ideologia che contiene è percepita come ostacolo alla risoluzione dei loro problemi individuali piuttosto che come aiuto. Non è un caso infatti che nell’ultimo voto la loro preferenza sia andata a forze che privilegiano il “metodo”, rispetto ad una cultura politica facilmente identificabile. La sfida per i leader di domani sarà ridare all’impegno dei giovani una visione collettiva. Servono in primo luogo spazi di partecipazione, luoghi fisici e spazi di confronto, dove idee e identità diverse possano convivere senza paura delle complessità dei tanti problemi sul tavolo.  

 

 

Dell'identità di genere si è parlato troppo poco. Viene stampato agli individui un marchio M o F e da quello non si transige. Il binarismo di genere risulta però castrante, e lo è quando si pone come assoluto. Il binarismo è l'essenza del patriarcato. È un costrutto culturale che ci viene presentato come appartenente ad un ordine naturale, concetto sul quale va a formarsi l'idea di famiglia produttiva e riproduttiva. La vicenda del DDL Zan ha dimostrato che l'Italia non riesce a stare al passo con l'Europa. L'Italia è il paese con i più alti tassi di violenza contro le persone Trans. Una violenza non necessariamente fisica ma che può manifestarsi in diverse forme e in diversi luoghi, all'interno delle mura domestiche, nelle strade, nelle carceri. Non esiste solo l'aggressione fisica o l'omicidio. L'esperienza trans non è funzionale alla struttura patriarcale. Ne demolisce i simboli, le certezze. Una persona nata nel corpo di un uomo che si afferma come donna o viceversa mette in discussione l'esistenza stessa del sistema. L'esperienza trans è quindi un'esperienza vista come un errore, un qualcosa da correggere attraverso il cambio di sesso. L'importante è fare parte di un censimento, che sia o M o F. Basta dunque uniformarsi al sistema, "correggere" lo sbaglio attraverso la sanatoria dell'operazione. Ciò che non viene preso però in considerazione sono le vite delle persone e le necessità di quest'ultime. Ci sono persone che non vogliono o non possono fare l'intervento e di mezzo abbiamo un intero mondo da analizzare. Il nostro circolo porterà avanti in maniera ferma a livello territoriale le politiche LGBTQI+ in difesa delle minoranze e di tutte le persone che quotidianamente vengono umiliate. Crediamo che le unioni civili siano superate, che il negare la possibilità di un vero Matrimonio a due persone dello stesso sesso sia una forma di discriminazione.

Martedì, 18 Ottobre 2022 07:09

Le due Camerate!

 

 

Le seconde due camerate, ehmh scusateci, le due Camere hanno i rispettivi presidenti. Il primo in ordine di prestigio è l'On. Igrazio BENITO Maria La Russa, settantacinquenne già filofascista missino e collezionista di busti mussoliniani che non si vergogna di mostrare, così come si vergogno' di aver scherzato su Twitter con l'invito ad usare il saluto romano in pieno lockdown pandemico, nonché assertore dell'essere noi, popolo italiano del secondo dopoguerra, figli del duce (noi che beneficiamo della Costituzione nata dalla Resistenza...)! Il secondo coniglio estratto dal cilindro è stato Lorenzo Fontana, un quarantaduenne leghista nostalgico addirittura della Restaurazione dell'Ancien Regime! Il cui mentore è un parroco fautore della Chiesa lefebvriana, cioè la minoranza dell'ultradestra cattolica sostenente che l'omosessualità è manifestazione del diavolo e che bisognerebbe tornare in occidente al vecchio connubio politico fra Chiesa e monarchia! Da qui si capisce il perché dell'Onorevole circa la sua 'guerra' pro-cristianità dai presunti attacchi degli immigrati infedeli, dalla comunità LGBT, dal diritto della donna emancipata (per loro 'corrotta') di poter abortire, dalla presunta e paranoica entrata (inesistente) dei valori pro-gender nei programmi ministeriali della scuola pubblica, dall'avanzata di Peppa Pig!Adesso una domanda di buon senso politico rivolto alla presidente Meloni: ma se hai vinto le elezioni col solo 26% a causa di sta sciagurata legge elettorale, non conveniva 'moderare' il primo governo dell'estrema destra della nostra Repubblica con due presidenti delle Camere più scialbi, un po' democristani e rassicuranti tipo Toti, Fitto, Lupi e via discorrendo?

 

A cura di Sandro D'Onofrio

resp. Sinistra Italiana Latina