Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del dott. Francesco Petrianni, dirigente in pensione del Comune di Sezze e storico membro degli organi direttivi della sinistra setina.
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Demolire l’edificio di Sezze Scalo, un tempo adibito a scuola elementare e poi a Centro Sociale, significa demolire una parte importante della nostra storia e della nostra memoria collettiva, soprattutto della comunità di Sezze Scalo. Troppo facilmente ci sciacquiamo la bocca con parole tanto altisonanti quanto impegnative, come quella dell’identità, e poi questa identità non sappiamo vederla o riconoscerla. Sarà perché poco conosciamo la storia dei nostri territori e ignoriamo le rivendicazioni, le aspirazioni e, perché no, i sacrifici dei loro abitanti, sta di fatto che repentinamente si decide di abbattere un edificio rappresentativo, ignorando l’impatto sui fruitori, che ovviamente non sono solo quelli che lo usano o lo possano usare, ma anche quelli che con esso hanno convissuto e convivono.
Pensare di attuare un intervento urbanistico significativo per una parte rilevante della popolazione, come quella di Sezze Scalo e non solo, senza interpellare chi ci abita, è qualcosa che urta contro ogni decalogo, principio o raccomandazione che deve guidare interventi edilizi e urbanistici radicali, come lo è una demolizione. Oggi c’è e ci dovrebbe essere una maggiore sensibilità ad ogni livello. Le leggi italiane, regionali e nazionali, impongono la consultazione e l’ascolto degli abitanti e delle loro ragioni. Invece si disprezzano gli argomenti di chi questo rispetto chiede.
L’ex scuola elementare non è solo un edificio. E’ un bene culturale storico. E’ un simbolo di conquiste sociali e culturali di una comunità. Non vorrei sbagliare, ma dopo i locali della stazione ferroviaria, è l’edificio pubblico più antico di quel luogo, voluto, richiesto e rivendicato insieme per il diritto allo studio.
E’ l’esempio di una politica che, quando si trattava di scuole, si confrontava lungamente prima di decidere. Si mobilitava insieme per costruirle. Ricorda quando maggioranza e opposizione insieme si mobilitavano per farle finanziare. E’ uno di quei valori emblematici condivisi. Se queste cose non rappresentano l’identità di una città e, in particolare, della comunità di Sezze Scalo, quali altri sarebbero i valori che dovrebbero rappresentarla!?