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Sabato, 15 Febbraio 2025 19:46

La politica dei bau bau

 

Politica è linguaggio, o meglio scelta tra linguaggi differenti. Le parole non sono suoni vuoti, ma posseggono significati immediati e ulteriori, svelano identità e valori, raccontano idee e progettualità.
 
In Italia la lingua della politica è molto cambiata e se in passato suonava spesso astrusa, compassata e perfino settoriale, al punto da infrangere le regole della geometria, basti pensare all’espressione coniata da Aldo Moro delle convergenze parallele, in questi ultimi anni si caratterizza per essere volgare e schietta, diretta e approssimativa. Il livello stilistico del linguaggio politico è sceso a quello medio-basso della lingua quotidiana. Segnale indiscutibile di questo livellamento verso il basso è la consolidata abitudine di chiamare i leader col nome proprio, un approccio che racconta non soltanto familiarità e vicinanza, ma assai spesso un atteggiamento di devozione e sudditanza.
 
Il mutamento intervenuto si manifesta poi sia nel lessico, con il ricorso a parole basse e volgari, sia nella sintassi con il ricorso a frasi con costrutti semplificati, nucleari, nel mutamento del significato di talune parole e nell’introduzione di nuove.
 
La mediocrità del linguaggio è indice rivelatore di un abbassamento generale del livello culturale del nostro Paese, che inevitabilmente ha una ricaduta anche nel campo della qualità della politica. È bene precisare che la valutazione negativa riguarda l’approssimazione e la banalizzazione dei contenuti e dello stile del discorso politico e non la schiettezza, che rappresenta un valore, da non confondere però con la volgarità, aspetto questo che sempre più spesso caratterizza purtroppo il dibattito quotidiano in televisione e sui social. Parimenti occorre evidenziare che bello stile non significa rapporto privilegiato con la verità e i valori etici, tanto che non c’è nulla che possa essere detto meglio del falso, ma il linguaggio della politica, oltre all’efficacia, dovrebbe badare alla sua proprietà e urbanità.
 
Insomma non è questione di buone maniere, di formalismo e tantomeno di preferenza per i discorsi involuti, le frasi incomprensibili e la vuota retorica. Il tema è politico. L’abbassamento del linguaggio politico non è come pretendono i populisti un modo per parlare, comportarsi, essere come il popolo, perché non è affatto vero che approssimazione, arroganza, scontro siano più popolari di serietà, rispetto e confronto. Affrontare i problemi e dare risposte richiedono intelligenza e competenza e non inventarsi nemici immaginari, spingere con un certo linguaggio ad essere contro, a riconoscersi in un’identità che si contrappone ad altre, a dividere la società in aree inconciliabili, a separarne una parte, più o meno grande e non coincidente con l’insieme, e ad esaltarla come il vero popolo contro le élites dirigenti, gli immigrati, l’avversario politico, chi usa parole per comunicare e non per inquinare. Tanto più che i nemici cambiano a seconda dei contesti e delle fasi storiche e conta solo che ci sia sempre qualcuno contro cui scagliarsi.
 
Il ricorso a questo tipo di linguaggio poi non è mai innocuo e innocente, ma possiede sempre un legame con la violenza. Ciò non significa che quanti lo usano compiono atti di violenza, ma di certo provocano lo scontro, teorizzando la superiorità dell’uno sull’altro e perseguendo l’esclusione di questo o di quella. Pur autodefinendosi politica, in realtà questa è la forma più esasperata di antipolitica, che logora la democrazia, la svuota di valori e di risorse, non va mai oltre la propaganda, non costruisce alternative o cambia le cose e alimenta potentemente l’astensionismo.
 
In un quadro purtroppo così desolante non suscita meraviglia Augusta Montaruli, esponente di Fratelli d’Italia, condannata con sentenza definitiva per aver acquistato con i fondi regionali, quando era consigliere regionale del Piemonte, borse, Swarovski, libri e gadget sexy, che abbaia in diretta tv. La scena del bau bau sicuramente è entrata ringhiando nella storia della politica e della televisione. Potremmo sorriderne, considerarla solo un teatrino di bassa lega, ma francamente significherebbe non dare il giusto rilievo al livello di degrado che rappresenta. Ha ragione Aldo Grasso, il critico del Corriere della Sera, quando scrive: “Il grado zero del talk show, ovvero quando la parola si umilia per lasciare posto a borborigmi lessicali, a fedifraghe alleanze gergali, a oscillazioni fra la bipedità dell’uomo e della donna e la quadrupedità del cane. Prima o poi doveva succedere, è successo…”. E poi prosegue: “Ora, è vero che il Parlamento italiano è diventata la più fervente palestra dell’insulto, l’università dell’ingiuria, la salda tradizione della volgarità, ma al latrare, all’ululare, al ringhiare non eravamo ancora giunti. È la nullificazione della parola e, con essa, del pensiero, è la pienezza del declino”.
 
La democrazia è oggi un bene in pericolo che richiede vigilanza e impegno attivo per impedirne lo svuotamento, l’annichilimento e la riduzione a mero formalismo senza anima. Occorre restituire alla politica dignità e valore, profondità di pensiero e serietà di impegno.
Pubblicato in Riflessioni
Sabato, 15 Febbraio 2025 08:50

Denunciato imprenditore agricolo di Sezze

 

Comunicato stampa Carabinieri di Sezze.

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Nei giorni scorsi, i Carabinieri delle Stazione di Sezze (LT) unitamente al personale dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e dell’I.T.L. di Latina, nell’ambito di un servizio per prevenire il fenomeno del “caporalato”, hanno effettuato un accesso ispettivo presso un’azienda agricola esercente l’attività di coltivazione di ortaggi con sede legale a Sezze (LT). All’esito delle necessarie verifiche svolte dai Carabinieri, il titolare dell’azienda, un uomo di 62 anni del posto, è stato deferito in stato di libertà per la mancata redazione del documento di valutazione dei rischi. Durante il controllo, i Carabinieri hanno identificato e vagliato la posizione di un lavoratore di nazionalità rumena per il quale non era stata inoltrata la comunicazione di assunzione, violazione per le quale è prevista l’applicazione della maxi sanzione per il titolare e la sospensione dell’attività. I Carabinieri altresì adottavano il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione. 

Pubblicato in Cronaca
Sabato, 15 Febbraio 2025 08:39

Tutto pronto per Sezze Scalo in maschera!

 

Fare comunità! Saper collaborare! Saper dare senso ad un evento! Unire le forze e le idee. E’ tutto questo ed altro che ha spinto la frazione di Sezze Scalo ad organizzare l’iniziativa “Sezze Scalo in maschera” in programma per Domenica 2 marzo. In questi mesi un gruppo di associazioni e artigiani di Sezze Scalo ha lavorato sodo per promuovere un evento che ricorda quelli che venivano organizzati negli anni '80 e ’90 a Sezze e Sezze Scalo in collaborazione con la Ludoteca Orso Rosso ed il Comune di Sezze, quando tutta la città festeggiava insieme il Carnevale Setino, quando ad animare le sfilate vi era soprattutto il senso di appartenenza ad una comunità, la passione, il voler divertirsi gratuitamente, appassionatamente senza divisioni, tutti insieme per il bene di una comunità. In questi mesi tanta organizzazione, tanto impegno e tanti sacrifici per dare vita ad una festa che potrebbe essere considerata un nuovo punto di partenza per rilanciare il ruolo e la cooperazione tra associazioni culturali locali e cittadini.

L’evento che si terrà a Sezze scalo è stato organizzato dall’associazione Culturale Arcadia, dal  Comitato Gli Amici di Francesco Sagnelli, dal Gruppo di Azione Cattolica della Parrocchia San Carlo da Sezze, dal Trenino dei Piccoli, dagli artigiani della carta, da ASD Iris Majorettes e ASD Butterfly Majorettes.

 

Un carro allegorico degli anni Novanta. 

Pubblicato in Attualità