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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del circolo del Pd di Sezze.

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Ci siamo interrogati a lungo su quale fosse il modo più giusto per riavviare il dibattito politico nella nostra città in questo particolare momento caratterizzato da vicende giudiziarie, crisi politiche, strumentalizzazioni di sorta e radicate crisi valoriali.

Ci siamo confrontati tra di noi, abbiamo ascoltato la voce dei nostri concittadini, ci siamo messi in discussione, sia come partito che individualmente, e siamo giunti alla conclusione che l’unico modo per mettere fine a una crisi è cogliere le opportunità di cambiamento che essa porta con sé, valorizzando ciò che di buono è stato fatto negli ultimi anni e facendo tesoro delle problematiche emerse recentemente nella nostra comunità.

È necessario avviare un nuovo progetto politico, ma siamo consapevoli che uno sforzo collettivo verso un obiettivo condiviso è possibile solo se si è animati da valori e visioni comuni.

Per questo siamo convinti che la ricerca di un campo di valori condivisi nel nostro paese costituisca una condizione indispensabile per la nascita di un progetto politico di lungo respiro, che non si esaurisca nello spazio di una tornata elettorale.

È nostra intenzione incontrare tutte le forze politiche, le liste civiche, i movimenti, le associazioni e i liberi cittadini che, come noi, si riconoscono nei valori di centrosinistra: avviamo insieme un nuovo progetto politico, senza veti, senza rapporti di forza predefiniti, basato su una visione comune e condivisa.

Vogliamo confrontarci, scrivere insieme un programma per costruire una Sezze più giusta, più solidale, più bella, scegliendo insieme la modalità di selezione delle candidature che sarà conseguente alla costruzione della coalizione.

Ci rivolgiamo a chiunque condivida i nostri valori e la nostra visione di città: aiutateci a costruire un vero centrosinistra, un nuovo fronte progressista, ad avviare un progetto di lungo respiro che coinvolga le migliori energie del nostro paese e gli entusiasmi più genuini. È tempo di aprirsi all’altro con umiltà, con spirito di collaborazione, con voglia di remare verso un’unica direzione.

Il Partito Democratico è pronto a farsi carico di questa sfida, ad avviare consultazioni, ad ascoltare opinioni, a raccogliere idee, stimoli, pulsioni: costruiamo un nuovo, vero, ispirato centrosinistra. È il momento giusto.

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Il sindaco di sezze, a seguito dello scandalo del cimitero, pur non essendo né indagato né arrestato, si è dimesso per ragioni di buon senso e di rispetto dei consiglieri comunali dimissionari. Un gesto di rispetto istituzionale e di opportunità politica. È arrivato il Commissario prefettizio che deve governare la città, per l'ordinaria amministrazione, fino alle prossime elezioni che quasi certamente si terranno nel prossimo autunno. Una brutta storia, una ferita che rimarrà aperta per tanto tempo. Non è la prima volta che questo accade, ma quando succede tutta la città ne soffre e resta stordita. Ai sensi della legge elettorale in vigore (l. 81/1993) con le dimissioni del sindaco viene sciolto automaticamente l’intero Consiglio Comunale. Allora, per non restare in balia della ingovernabilità e dell'assalto dei denigratori e dei disfattisti, bisogna voltare pagina, subito. Occorre una svolta morale e amministrativa e generazionale. È un dovere democratico dei partiti fare chiarezza su quanto è avvenuto e ravvivare e rianimare la partecipazione e il consenso dei cittadini elettori. Nella Sinistra, e principalmente nel PD, è prevista, per Statuto, la possibilità di ricorrere alle primarie, e cioè alla consultazione di tutti i cittadini elettori, per individuare e proporre il candidato sindaco. Sebbene io non sia particolarmente entusiasta, le primarie sono tuttora l’unico strumento democratico, ereditato dai paesi anglosassoni, per garantire le candidature delle persone più popolari e capaci di governare le città o gli Stati. L'alternativa sarebbe una scelta nelle stanze del potere, dettata da interessi eterogenei, di tipo economico o personale. Bisogna far presto, prima dell'estate, per evitare un ulteriore allontanamento e logoramento della popolazione, una palude melmosa nella quale sguazzerebbero a piacere i soliti sciacalli e avventurieri, capaci soltanto di gettare fango e fare di ogni erba un fascio. È ciò che sta accadendo, infatti, sotto sotto, in questo clima incerto e melmoso, da parte di coloro che non hanno altro interesse che la confusione e il caos. Ma gli sputi ricadono in faccia a chi sputa. Si deve ripartire dal programma e dalla coalizione di Centrosinistra. Ci sono in città, per nostra fortuna, molti movimenti e associazioni che si richiamano ai valori della democrazia e del riformismo. Un punto di riferimento importante, un patrimonio prezioso, considerato il lento declino della vita dei partiti, anche a causa del lockdown. Un confronto costruttivo con tutti loro, basato su alcuni valori inderogabili e irrinunciabili, quali la legalità, la riconversione ecologica e la solidarietà, ma soprattutto sui princìpi scritti nella nostra Costituzione democratica e sull'antifascismo.  Non tutte le associazioni e i movimenti politici e civici, in verità, sono uguali. La storia recente e passata parla chiaro e non ci possono essere spazi per azioni trasformistiche e populiste. Esiste sempre una Destra e una Sinistra! Sarebbe auspicabile che dalla nascente Coalizione democratica si individuasse un candidato sindaco unitario, rispondente alle esigenze di tutti i soggetti contraenti. Nel caso contrario, ciascuno seguirà la strada più coerente con la propria esperienze e aspettative. In ogni caso, a mio modesto parere, il PD si dovrà cimentare con le primarie, con l'augurio che chiunque lo desidera, e soprattutto le persone più autorevoli e stimate, partecipi alla consultazione. La spinta dal basso è sempre la più fedele interprete del cambiamento, della svolta tanto auspicata e improcrastinabile, dei bisogni della città e dei valori di un nuovo Centrosinistra rispondente ai bisogni della città al suo sviluppo sociale ed economico.

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Si è tenuto ieri, 27 marzo, il Congresso comunale del Partito Democratico di Priverno.

Un momento unitario, una rinascita attesa e voluta dal Segretario Provinciale Claudio Moscardelli e dagli esponenti del partito provinciale Salvatore La Penna ed Enrico Forte, dall’assessore regionale Enrica Onorati, di intesa con la Sindaca Bilancia. Perché la politica e la buona amministrazione vanno raccontate, poste al centro dell’agorà democratica, messe in circolo per non lasciare spazio a sentimenti populisti e sovranisti ma rispondervi contrapponendo i sentimenti di comunione, solidarietà, fiducia, passione e condivisione.

Si è svolto in forma virtuale, nel pieno rispetto delle misure anticovid, il congresso del centro lepino accompagnato da un momento di confronto e di interventi da parte del Segretario Moscardelli, dell’Assessora regionale Onorati, della Sindaca Bilancia, del consigliere regionale La Penna,e dal candidato Giulio Federici insieme ad altri componenti della sua squadra.

Presenti in collegamento, tra glia altri, anche il garante Andrea Ferro della segreteria regionale, i segretari dei comuni limitrofi Francesco Scacchetti, Stefano Sperduti e Giacomo Bernardini.

Nei saluti iniziali è emersa una volontà, unanime e trasversale, di voler sostenere e promuovere la rinascita del luogo delle democratiche e dei democratici di Priverno, è stata sottolineata l’importante esperienza amministrativa di governo della città, sulla quale è necessario continuare a lavorare per il sostegno alla riconferma della Sindaca Bilancia e della squadra.

Una comunità forte delle sue radici, ricca di patrimonio artistico, culturale, naturale e umano a cui in tanti guardano come modello e laboratorio di idee, azioni e iniziative. Una sfida quella del noi contro individualismi e antagonismi resa ancora più necessaria nel momento storico così difficile.

La relazione proposta da Giulio Federici, decisamente appassionata e generosa, come lui ne racchiude intenti e visioni: “…questo è il tempo di ritrovarsi con slancio e fiducia nella ricostruzione di una comunità politica, sociale e culturale. Ma per fare questo c’è bisogno di un partito forte e unito, fatto di donne e uomini che sappiano, con intelligenza e generosità, mettere da parte le incomprensioni del passato ed impegnarsi, ognuno facendo la propria parte, per un futuro comune. Serve un partito che migliori la sua logica interna dando spazio ad una naturale transizione generazionale e si elevi ad una condizione culturale in cui contano più le funzioni che i ruoli. A noi interessa riprendere le redini di questo Pd e rilanciarlo, ma per farlo dobbiamo cambiare e questo cambiamento di cui parlo, ci riguarda tutti. Questi lunghi e duri mesi di pandemia, hanno messo in evidenza la crisi del sistema di welfare, che non è solo di tipo economico. Quello che rischia di andare in crisi è il legame sociale della solidarietà ed il principio etico della reciprocità che sta alla base delle relazioni sociali. Il territorio necessita di un protagonismo nuovo nella capacità di prendersi cura dei disagi e di prendere in carico i più fragili dal punto di vista socio-sanitario nel suo senso più ampio. Come candidato alla segreteria del circolo del Partito Democratico di Priverno sono ben consapevole delle responsabilità e delle difficoltà politiche che eredito ma sono anche consapevole di poter assumere questo ruolo in una città che negli ultimi 5 anni ha conosciuto, grazie ad un’ amministrazione da noi guidata, una rinascita civile sotto tutti i punti di vista. Un lavoro condotto con passione, competenza, generosità che ha risollevato il nostro comune rimettendolo, come merita per storia e condizione, al centro del dibattito politico comprensoriale e provinciale. Il mio impegno non è finalizzato solo a dare una nuova struttura organizzativa al Partito ma è teso ad immaginare attraverso un nuovo PD una nuova idea e visione di comunità e di futuro per il nostro Paese. Abbiamo di fronte il tempo e le condizioni giuste per lavorare e favorire una transizione generazionale che ci consenta di liberare quelle energie utili a contribuire alla crescita ed al benessere del nostro amato comune. Stare nel Partito, sostenerlo, è fondamentale per sostenere l’amministrazione e continuare a lavorare per migliorare la nostra città. Riorganizzare il Partito non è solo una questione di organismi ma è principalmente allevare e costruire una classe dirigente capace di qualificare i propri obiettivi. Dobbiamo lanciare nuove sfide. Dobbiamo essere in grado di parlare al futuro proiettando la nostra azione al domani senza paura e con la convinzione di cambiarerealmente le cose. Oltre alla segreteria daremo vita ad un esecutivo basato su deleghe d’impegno e di lavoro e soprattutto cercheremo di attivare, da subito, una grande campagna di ascolto e confronto con forze politiche, associative e cittadini. La nostra è una società fortemente individuale e il primo sforzo sarà proprio nel riaffermare il noi al posto dell’io, la comunità al posto dell’individuo. Organizzare eventi sui temi più sentiti dai cittadini, essere presenti e partecipi nell’associazionismo, farsi carico dei bisogni della città. Produrre documenti contenenti le linee politiche che possano aiutare e sostenere i nostri amministratori e per questo attivare dei focus group tematici per trasmettere la nostra visione, la nostra capacità di proposta. Il Partito al centro delle alleanze. Noi siamo impegnati in una comune missione per un comune destino che in questo caso passa indiscutibilmente per la riconferma della nostra maggioranza nelle amministrative 2021”.

Eletto per acclamazione Giulio Federici verrà affiancato nel suo compito da Luisella Fanelli, Fabio Guadagnoli, Dolores Capodilupo, Emilio Rossi, Federica Avvisati, Girolamo Paniccia, Silvia Campoli, Gianluca Aversa, Nicoletta D’amici, Manno Palluzzi, Luigia Piccirilli e Antonio Brusca.

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Sabato, 20 Febbraio 2021 08:23

Perché il Pd sostiene Draghi!

 

È nato finalmente il governo del Presidente Mattarella, il governo Draghi. Tutti dentro, tranne la nostalgica Meloni e il suo partito. Un governo di tutti e di nessuno, frutto dell’emergenza e della paura di nuove elezioni. La politica ha fatto un passo indietro, speriamo solo per poco. È la riprova di un Paese privo di riferimenti valoriali, di identità, incapace di stare in Europa a testa alta. Una crisi al buio, grazie alle alchimie machiavelliche di Renzi che si vanta di aver determinato la nascita del governo dei migliori, giocando con il fuoco e dimenticando che non sono state sciolte le Camere grazie alla responsabilità degli altri. Il Commissario Draghi segna obiettivamente una grave sconfitta della politica e aggrava maggiormente la sfiducia dei cittadini verso i partiti. Si è notato, in queste settimane trascorse, un camaleontismo esasperato, una caccia ai pentiti, ai trasformisti, ai voltagabbana. Prendete Salvini. Una conversione ad U, la sua, senza alcun ritegno. Un mese fa, neanche, indossava la mascherina di Trump, adesso si è convertito all’europeismo sulla via di Draghi. Prendete il Movimento 5S. Poveretti, sono diventati adulti così presto da perdere i capelli tutti insieme. Il più furbo di tutti è stato, come sempre, Berlusconi che mentre sostiene l’amico Draghi non molla Salvini e la Meloni. Ed eccoci al PD. Il sostegno al governo 2 di Giuseppe conte è stato leale e motivato, del resto molte cose buone sono state compiute. Ma il suo profilo, sempre di più, si è appannato e oscurato in nome della serietà e della responsabilità verso il Paese. Dica apertamente che si tratta di un governo di scopo, questo di draghi, e che, finita l’emergenza sanitaria, economica e sociale, ognuno tornerà al proprio posto, senza niente a che fare con la Destra. Il rischio mortale che corre la nostra democrazia è l’indifferenza, il qualunquismo, la sfiducia nelle istituzioni. Dica in maniera forte e chiara che il governo Draghi ha squarciato il velo della mitologia sovranista e populista della Destra. Che le battaglie contro l’euro, contro l’Europa, contro l’accoglienza erano sbagliate e anacronistiche, frutto solo di demagogia e di inganno. Il Paese reclama un buon governo e non le ruspe e i vaffa. Il Paese ha bisogno del sapere e non dell’ignoranza e dell’antipolitica! È vero che le vecchie classi sociali sono esplose, ma è altrettanto vero che esiste un nuovo ceto sociale generale che vuole la coesione del Paese, dentro l’Europa, dentro la civiltà democratica. C’è una forte base sociale che vuole il cambiamento, la crescita e l’innovazione e il superamento delle ingiustizie e delle disuguaglianze. Ciò comporta saper coniugare gli interessi legittimi di una parte con l’interesse generale del Paese. Ricostruire una sinistra riformista, con una visione e un orizzonte culturale, auspicando che anche la Destra faccia altrettanto. Il PD non ha perso, perché non ha perso il Paese Italia. Ma occorre una ricostruzione del partito, dei partiti, per un nuovo forma di democrazia più moderna e più avanzata.

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Grande attesa per il consiglio comunale di oggi, la prima seduta consigliare dopo il rimpasto di giunta. Tra i punti all’ordine del giorno l’approvazione del disavanzo di amministrazione relativo all’esercizio 2018, la salvaguardia degli equilibri di bilancio e variazione di assestamento. Aspetti sicuramente importanti e su cui si dibatterà ma ciò che incuriosisce oggi saranno anche i nuovi equilibri in seno alla maggioranza. Il post crisi ha avuto già degli strascichi che in parte si consumeranno oggi e chissà... altri potrebbero esserci con la ripresa dei lavori subito dopo la pausa estiva. È praticamente certa oggi la dichiarazione di “indipendente” del consigliere comunale Giovanni Bernasconi. L’ex presidente facente funzione della Provincia di Latina, in quota al Pd, lascerà il gruppo consigliare dem per dichiararsi indipendente, cosa che automaticamente (per regolamento del partito) lo metterà fuori dagli organismi dirigenziali. Lo stesso Bernasconi non nasconde di essersi allontanato da quella che per molti anni è stata la sua casa politica, il suo unico luogo di formazione e poi il trampolino di lancio per incarichi istituzionali ricoperti successivamente. Non è escluso che lo stesso Bernasconi, proprio in linea con la sua posizione di non condivisione delle scelte del sindaco, possa passare all’opposizione, passaggio questo però molto più ardimentoso e rischioso per lui e per il suo futuro politico. Oltre al Bernasconi il post crisi è stato caratterizzato dalle dimissioni da capogruppo del Pd da parte del consigliere Armando Uscimenti, sempre per delle scelte non condivise in fase di rimpasto. Ma non è detto che l’assetto politico della maggioranza sia ristabilito così. Come un sisma che ha le sue continue scosse di assestamento, nel mese di settembre potrebbero esserci ben altri e più significativi cambiamenti nel gruppo del Pd e di conseguenza per gli equilibri della maggioranza. Potrebbe esserci, ad esempio, una dinamica di cambiamento che potrebbe riguardare l’attuale presidente del consiglio comunale Enzo Eramo. Il primo eletto dei consiglieri comunali potrebbe decidere di lasciare quel ruolo istituzionale e di garanzia che lo ha contraddistinto in questi primi due anni, abbandonare questa carica per un ruolo più politico, incisivo e diretto nelle commissioni consigliari. Eramo potrebbe dimettersi come Presidente della massima assise cittadina per tornare ad essere elemento centrale per l’azione politica del gruppo Pd in aula. L’ex capogruppo del Pd in Provincia (2009/2014) potrebbe decidere di smettere i panni di garante istituzionale per indossare la maglia del capitano di una squadra disorientata e soggetta a continue ingerenze da parte di politici bianchi o neri a seconda dei casi. Insomma libertà di azione e schemi di gioco aperti alla rinfrescata.

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Il presidente di Sezze Bene Comune Fabrizio Bonne-Anneé interviene nell'agone politico setino. Per il movimento civico le dimissioni del Sindaco sono la reazione ad una crisi amministrativa che parte da lontano e si intreccia con una più grande crisi politica che caratterizza da molto tempo il partito democratico sia a livello nazionale che locale. In una nota che riportiamo integralmente si legge: "Tale evento è il risultato delle contraddizioni che si avvertivano fin dalle elezioni amministrative del giugno 2017, che avevano proclamato la vittoria della coalizione che sosteneva Sergio Di Raimo.  A tanti, era apparso evidente che l'operazione che si stava plasmando, fosse il frutto della volontà di  mettere insieme un'aggregazione con l'unico obiettivo di raggiungere la soglia del 51% al primo turno. Una coalizione composta da numeri, ovvero da una sommatoria di percentuali anziché da programmi, principi e valori comuni in cui riconoscersi. Per una questione di convenienza, le anomalie sopradescritte, sono rimaste latenti fino al primo appuntamento elettorale con le Regionali, ma, si sono palesate in tutta evidenza nelle  elezioni Europee, durante le quali,  una parte consistente della maggioranza consiliare ha sostenuto esplicitamente candidati della destra. Anche gli scarsi risultati amministrativi ottenuti in questi due anni hanno determinato la richiesta di azzeramento della giunta da parte di esponenti della maggioranza stessa, non potendo più far fronte alla ventata di cambiamenti politici che si stanno determinando in molte realtà amministrative governate per anni dalla sinistra. Siamo convinti che queste siano le vere motivazioni della crisi, o almeno le principali che hanno generato malumore su più fronti. Ad una oggettiva crisi amministrativa sancita dalla richiesta pervenuta al Sindaco da parte del suo stesso partito,  si consuma anche la necessità di fare chiarezza sulla posizione politica dello stesso Partito per ritrovare un'identità perduta da atteggiamenti schizofrenici che vedono esponenti di spicco smentirsi a vicenda con comunicati stampa a titolo personale. Un partito che, in provincia strizza l'occhio a forze liberali e sovraniste e che, per volontà del segretario nazionale, cerca di allargare un fronte a forze progressiste, civiche e di sinistra. Insomma due linee politiche che non definiscono una strategia comune e che lasciano l'elettore smarrito ed in balia delle onde nel voler ricercare un'offerta politica alternativa e di protesta ad un sistema di accordi di potere anziché definire una linea chiara e trasparente sulle intenzioni future. Sezze si trova a vivere queste drammatiche contraddizioni e gli unici a rimetterci sono i cittadini che, si trovano ad affrontare da soli le grandi difficoltà in cui versa l'Ente. Come gruppo consiliare, abbiamo sempre assunto un atteggiamento propositivo al solo scopo di favorire ed agevolare la risoluzione dei problemi amministrativi dando il nostro contributo con critiche e spunti di riflessione. Non siamo favorevoli ad accordi precostituiti di potere e siamo liberi di poter dire che, non faremo mai alleanze con forze di destra sovraniste. Ora, la posizione della maggioranza consiliare, non può ritenersi libera di esprimere lo stesso principio perché, tornare ad un equilibrio con le stesse forze che hanno sostenuto la destra alle Europee, significa dare fiducia ad un governo locale formato da consiglieri che alle prossime amministrative si troveranno su posizioni antagoniste e non conciliabili. Laddove non esiste unità d'intenti con una squadra che sente di poter esprimere gli stessi principi, è difficile ricucire spaccature così profonde".

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"Purtroppo sono ancora troppe nel mondo le persone che ogni anno vengono condannate a morte e ancora troppi sono i paesi che prevedono nel loro ordinamento la pena capitale. I dati raccolti a livello mondiale dimostrano come la pena di morte, usata in modo sproporzionato contro le persone più svantaggiate, non abbia un effetto deterrente, e rappresenti una punizione crudele e disumana che va a violare il diritto alla vita". Il Partito Democratico di Sezze, con queste parole, aderisce all'appello lanciato dalla comunità di Sant’Egidio di Sezze, “Sezze Città per la  vita”. I dem setini sostengono quindi con forza e determinazione la campagna per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo. La Comunità di San'Edigio per il prossimo 24 giugno terrà un momento di preghiera per Ruben Gutiérrez, un prigioniero nel braccio della morte da vent'anni che, purtroppo, nonostante i ripetuti appelli e le continue richieste di rifare l'esame del DNA, è stato messo in lista per l'esecuzione il 31 luglio 2019. Il momento di preghiera si terrà alle 18 presso la chiesa di Sant’Andrea di Sezze. 

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Il Partito democratico di Sezze vuole rinascere a nuova vita, o almeno queste sono le intenzioni degli iscritti. I dem setini, dopo una fase di immobilità interna, sono determinati a riprendere un percorso politico di partecipazione popolare. Gli aderenti al partito di Zingaretti hanno avuto già un primo incontro e anche questa sera si ritroveranno faccia a faccia per programmare le attività future del partito. La base del partito vuole ripartire da dove si erano lasciati anni fa, e cioè dai cittadini e dai bisogni della città. Il primo passo è la nomina del nuovo segretario, del presidente, della segreteria e direttivo. Nel frattempo si sta scegliendo una nuova sede, quella che una volta si chiamava sezione, luogo di confronto e partecipazione attiva per tutti. Il partito democratico di Sezze vuole essere da guida e faro anche per il gruppo consigliare, molto spesso disorientato in aula su scelte e decisioni da prendere, ed essere anche punto di riferimento e regia per il sindaco di Sezze.  Hanno aderito al partito democratico anche storici nomi della politica locale setina, disponibili ad offrire esperienze e consigli alla futura classe dirigente del partito.

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