Costruire quartieri popolari nelle periferie di Sezze è stata sicuramente una scelta politica giusta, popolare, una politica per rispondere ai bisogni dei meno abbienti ma l’errore principalmente è derivato dal fatto che, dopo la realizzazione di questi quartieri di edilizia popolare, gli stessi sono stati dimenticati dalle amministrazioni comunali. Dalla fine degli anni Settanta, quartieri come Fontanelle e Crocemoschitto, infatti, sono rimasti privi di sviluppo, ghetti abbandonati dai rappresentanti istituzionali che negli anni si sono succeduti. Ancora oggi nelle numerose palazzine ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) realizzate in queste zone del paese vivono molti nuclei famigliari, parliamo di oltre 300 famiglie, e diverse generazioni sono cresciute e hanno passato la loro vita qui, così come i loro figli e i loro nipoti. Tutti vissuti purtroppo in un contesto isolato, ai margini della società o quantomeno lì dove la politica ha cercato di mantenere quei servizi necessari alla persona. Ma nel quartiere di Fontanelle e in misura minore in quello di Crocemoschitto il tempo pare si sia fermato agli anni Settanta. Nessuna attenzione per i residenti, nessun occhio di riguardo, nessun progresso rispetto a 40 anni fa. Tutto è rimasto spoglio, misero, lontano dai centri abitati che in questi anni hanno fatto progressi. I ragazzi delle Fontanelle sono cresciuti con la speranza di un cambiamento che non è mai arrivato, e con le promesse dei politici che sono state sempre tradite e disattese. Adesso i ragazzi sono diventati degli adulti con famiglie e bambini alle spalle. I loro bimbi a distanza di anni ancora non hanno un parco giochi dignitoso, non hanno un centro di servizi, non hanno alcuna attenzione. Sono quartieri dormitorio e tali resteranno, sono zone dove la politica non vuole arrivare, dove non si propone cultura, non ci sono spettacoli, arte e gioco. Sono luoghi dove la politica puntualmente arriva solo per chiedere consenso e voti.
Quartieri popolari dimenticati, lì dove la politica chiede solo voti
Mar 01, 2019
Scritto da
Alessandro Mattei
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