Mentre finalmente si sta concretizzando l’attivazione della Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) anche a Sezze, gli appelli per ridare vita al nosocomio San Carlo di Sezze si moltiplicano. Molti locali della grande struttura di via San Bartolomeo da molti anni sono abbandonati, un’ala dell’ospedale è praticamente distrutta e oggetto di atti vandalici. Le foto choc che ci giungono sono a dir poco impressionanti. Interi spazi diventati dei magazzini, vecchi reparti che gridano vendetta per lo stato di abbandono e incuria che presentano. Quello che è stato il più importante ospedale dei Monti Lepini, per buona parte è ridotto a deposito selvaggio e luogo di vandalismo. Al piano terra nell’ala del chiostro sembra che siano passati vandali che hanno distrutto tutto, il vecchio reparto di radiologia si presenta alla stessa maniera, distrutto. Una vera vergogna insomma, in un momento delicato nel quale la ricerca di locali per pazienti covid e non è diventata sacrosanta. Il San Carlo potrebbe ospitare come il Fiorini di Terracina pazienti non covid e diventare così un presidio specialistico e offrire servizi e prestazioni sanitarie di eccellenza lì dove altri nosocomi soffrono e non riescono più ad offrirli perché congestionati. Vedere così ridotta una grande struttura ospedaliera che potrebbe ospitare ammalati di media e lunga degenza fa male ancor più e infetta le ferite di un sistema sanitario malato e abbandonato.
Gli interni al piano terra