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Notti fragili da risvegli bui... Il silenzio è il nostro nemico

Nov 15, 2021 Scritto da 
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Ci sono notti che pensiamo tranquille al caldo delle mura di sasso della nostra casa, sono quelle notti che riservano sorprese che non scarti fino al mattino. Questa mattina una nostra concittadina ha avuto un brutto risveglio, la sicurezza di quelle mura è stata violata. Violata la libertà e la serenità di una casa pensata propria e sicura. Una donna sola in casa, una donna spaventata, ma fortunata, se consideriamo che l’evento non ha avuto esiti violenti. Soffermandoci a pensare solo alla violenza fisica possiamo parlare di fortuna. Sfortunata, spaventata e traumatizzata per la violenza psicologica ed il rischio corso di cui non poteva aver misura. L’emergenza sicurezza nel nostro paese non è una novità, l’emergenza del centro storico è novità degli ultimi anni, furti in appartamenti, pestaggi in casa sono cronaca a cui stiamo facendo una brutta abitudine, soprattutto stiamo facendo l’abitudine a non denunciare. Nulla di tutto ciò oggi, oggi lei, come poteva accadere ad una qualunque di noi, si è confrontata con lo stupore dello spazio violato da uno sconosciuto, straniero in questo caso, ma questo è elemento indicativo solo per la difficoltà aggiuntiva di comunicazione. Svegliarsi e trovarsi in casa uno sconosciuto denudato, disorientato, confuso, probabilmente sulla scia degli esiti di una notte brava, inquieta e parecchio. Lo stato di confusione, di cui era intriso, è un’aggravante, apre all’incognita sull’evoluzione della situazione. Chi si chiama in questi casi? Chi si pensa possa corre in soccorso? Prima di tutti un’amica. Pensare che nel nostro paese d’istinto non si cerchino le istituzioni, ma gli amici, regala la misura di quanto ci si senta smarriti ed insicuri della prontezza dello stato. Questa donna ha fatto da se ed ha fatto il meglio possibile, lo ha spinto a rivestirsi gli ha ceduto un giubbino del figlio, lo ha fatto uscire di casa con fatica, si rifiutava. Le amiche sono donne benedette, fortuna che ci sono. La sua è corsa in aiuto hanno fotografato e postato sui social lo smarrimento e le lacrime di paura. Ora bisogna avere il coraggio di confrontarsi con le forze dell’ordine e denunciare, non basta segnalare. Va denunciata la violazione di domicilio, va denunciata la messa a rischio della sicurezza, va segnala l’assenza di controlli, verificato lo stato di soggiorno di questa persona, vanno controllate le strade di notte. NON VA SMINUITO IL RISCHIO CORSO, NON VA SMINUITO IL GRIDO D’AIUTO DI UNA DONNA. NO! NON SI FA! Non si fa se pensiamo di dover far crescere in cultura di genere il nostro paese, se pensiamo ai processi di integrazione consapevoli come fattibili, se riteniamo che un cambiamento sia possibile deve essere un cambiamento che coinvolge tutti. Occorre consapevolezza e vigilanza per favorire la libertà che deve avere in sé confini che non sono limiti, ma civiltà. Non si tace perché oggi è andata bene, ma non sempre va così. A dieci giorni dal 25 novembre questo evento vuole forse farci notare la differenza sostanziale tra le parole, gli slogan e la realtà. Ascoltare è lavoro difficile, ascoltare comporta assumersi la responsabilità del bisogno, questa dovrebbe essere la prima tra le regole di chi si occupa di sicurezza e di chi risponde della sicurezza di un paese. Questa vicenda apre ad un altro grande problema, un fenomeno in crescita sul nostro territorio, l’abuso di alcol ed il degrado che ne consegue. Il 25 Novembre va celebrato come giornata di prevenzione, di denuncia e di solidarietà.  Io ti abbraccio perché la tua paura è la paura di tutte noi, perché non ti senta sola e che non ti senta costretta a tacere. No, non si fa! Credo che le donne di questo paese non possano far altro che condividere il tuo smarrimento.

Sezze 15 Novembre 2021 in attesa che la storia cambi.

Pubblicato in PENSIERI PEDONALI
Ultima modifica il Lunedì, 15 Novembre 2021 11:47 Letto 710 volte
Roberta Filigenzi

Psicologa e Psicoterapeuta

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