Non c’è niente da fare. Non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Nonostante l’avviso e la richiesta da parte dell’amministrazione comunale di Sezze di astenersi nel conferire i rifiuti indifferenziati per i giorni 29, 30 e 1 luglio, a causa della temporanea chiusura della Rida Ambiente, diversi residenti hanno fatto orecchie da mercante e come spesso accade, già da sabato scorso, hanno abbandonato rifiuti di ogni tipo nelle strade, nei vicoli e in ogni area possibile ed inimmaginabile della città, con il risultato di trasformare molti quartieri in discariche a cielo aperto con odori nauseabondi e con rischi igienici elevati. Passeggiare ieri per il centro storico era come imbattersi in una gara ad ostacoli, con buste di organico, indifferenziato e altro materiale da conferire gettato nei lati delle stradine. Una indecorosa situazione e un affronto verso quei residenti (tanti) che hanno rispettato le richieste del Comune di Sezze e si sono impegnati e hanno collaborato tenendosi dentro casa i rifiuti indifferenziati. Insomma siamo alle solite, con chi rispetta l’ambiente e le regole e con chi se ne frega degli altri, con chi paga i tributi e con chi resta invisibile perché abusivo e in nero sul lavoro e per i contratti di locazione. Tanto non correranno alcun rischio, nessuno li beccherà sul fatto, nessuno denuncerà l’accaduto. Siamo allo sbando, servono controlli e sanzioni elevate. Le chiacchiere stanno a zero.
Ecco le linee guida per iniziare il nuovo anno scolastico
Scritto da Vincenzo Mattei
Finalmente si è trovato l'accordo tra lo Stato e le Regioni. Sono state, così, emanate le Linee guida per la riapertura dell'anno scolastico 2020/21. Il 14 Settembre tutte le scuole italiane riapriranno i battenti, anche se il 1 settembre inizierà il recupero dei ragazzi che non hanno raggiunto la sufficienza alla fine dell'anno scolastico appena concluso. Queste, di seguito e in breve, le decisioni più importanti assunte.
- Si riparte in presenza e, solo quando è necessario, con la didattica a distanza (DAD).
- Diventa obbligatorio il distanziamento fisico per almeno un (1) metro fra le rime buccali (le bocche) degli alunni.
- Le mascherine saranno indossate, solo se è necessario, per le scuole secondarie di secondo grado,
- I professori e il personale ATA saranno sottoposti al tampone.
- Per evitare le classi-pollaio di 28/30 alunni, non si potranno superare 20 alunni per classe, con la rimodulazione in gruppi di studenti in base ai loro interessi e livelli di apprendimento.
- Sono previsti turni differenziati e scaglionati sia in ingresso che in uscita dalla scuola, a seconda dei gradi scolastici.
- Si potranno svolgere le lezioni in spazi alternativi (palestra, biblioteca, museo e altri locali messi a disposizione dal Comune).
- Il governo ha stanziato un altro miliardo di euro in aggiunta al miliardo e mezzo già assegnato in precedenza.
E' stato messo a punto un "cruscotto" informatico, uno strumento tecnologico che consentirà ad ogni Comune e ad ogni scuola di individuare le priorità di interventi di edilizia scolastica. Si prevede che molti istituti scolastici dovranno riorganizzare e recuperare gli spazi esistenti per rimodulare le classi troppo numerose. Sarà possibile disporre di un maggior numero di insegnanti e di bidelli (circa 50 mila in più) che saranno assunti a tempo determinato. L'organizzazione didattica viene affidata interamente ad ogni singola scuola e in particolare al Dirigente scolastico che dovrà garantire a tutti gli alunni di conseguire i livelli essenziali di prestazione(LEP). In base al principio della Autonomia ogni scuola ha il dovere di elaborare un Piano di studi sulla base delle esigenze e dei bisogni educativi dei ragazzi e del territorio in cui essi vivono. La scuola si deve far carico della situazione di partenza di ogni singolo alunno e deve calibrare l'intervento educativo e formativo affinché nessuno resti indietro e si senta escluso. L'epidemia del covid-19 ha evidenziato l'importanza insostituibile della scuola. Se ne sono accorti tutti, anche i più scettici e diffidenti. Senza scuola non c'è sviluppo e crescita civile e sociale. Senza scuola non c'è comunità. Una sfida gigantesca e innovativa che ci riguarda tutti: presidi, insegnanti, alunni e genitori. Occorre rimboccarsi le maniche e far presto e bene. Sezze sarà ancora una volta all'altezza della situazione? Lo speriamo fermamente!
Riceviamo e pubblichiamo una nuova lettera del Comitato Belvedere inviata questa mattina al geometra Vincenzo Borrelli, al Comandante della PL Lidano Caldarozzi e alla segretaria comunale Clorinda Storelli.
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Abbiamo assistito attentamente alla diretta Facebook dell’ultimo Consiglio Comunale del 10 giugno u.s., in particolare alla discussione sul punto dell’o.d.g. relativo al cantiere del Belvedere. Abbiamo ascoltato l’intervento a sorpresa del Sindaco in apertura, che ha subito proposto una variante al progetto originario con l’eliminazione del basamento e il posizionamento della statua a livello del terreno, Santo tra gli uomini. Su questa proposta e sull’intero iter dei lavori privati al Belvedere (e sul dono-non dono della statua alla comunità) sono intervenuti diversi consiglieri comunali, sia di maggioranza che di minoranza, abbiamo ascoltato tutti gli interventi con attenzione, nessun assessore si è espresso.
Dopo una sospensione del Consiglio richiesta dai consiglieri di maggioranza, ecco un‘altra sorpresa: il Sindaco ha comunicato di aver raggiunto un accordo di massima con la sua maggioranza consiliare, ma non sul progetto o sulla variante da lui proposta, ma su un’altra ipotesi di posizionamento della statua, che però non è stata resa pubblica. A quel punto, dopo varie proteste della minoranza, in conclusione dei lavori è stato votato (ed approvato dalla maggioranza) il ritiro della proposta di delibera preparata dagli Uffici comunali competenti. Non neghiamo una certa soddisfazione nel prendere atto che l’ipotesi di percorso risolutiva dell’annosa questione sia stata ritenuta improponibile anche dal Consiglio comunale. Anzi, cogliamo l’occasione per ringraziare i consiglieri che pubblicamente hanno espresso disapprovazione e perplessità sulla proposta di delibera, facendola di fatto ritirare, bocciando così definitivamente il progetto statua al Belvedere.
All’indomani, il Sindaco Di Raimo, sul suo profilo FB personale, ha tenuto a far sapere il suo pensiero: “Ieri pomeriggio in consiglio comunale, al di là dei momenti un po’ aspri e dei naturali e legittimi giochetti di alcuni, gli amministratori di questo comune hanno dimostrato di sapersi confrontare e di avere a cuore il rispetto del paese, del territorio, dei cittadini e della loro cultura. Con o senza statua, al centro o a sinistra, con piedistallo o senza, la piazzetta del belvedere va restituita al paese e senza perdere ulteriore tempo. Sono aperto a tutte le soluzioni purché si faccia presto”. Finalmente, meglio tardi che mai! “La piazzetta del belvedere va restituita al paese e senza perdere ulteriore tempo”, ci fa piacere che ora lo pensi e lo scriva anche il Sindaco, lo stesso che aveva sempre sostenuto a spada tratta il progetto originario, anche di fronte a tutte le obiezioni e le criticità sollevate sull’intera vicenda. Adesso siamo in molti a ritenere che la priorità irrinunciabile è il ripristino del Belvedere e la conseguente restituzione del luogo e della Piazza alla comunità tutta, magari con la contemporanea creazione dell’area a parcheggio vietato o limitato. Ora ci aspettiamo coerenza, non è più l’ora dei giochini e dei tatticismi della politica, entrino in campo i tecnici. Il Belvedere - questo ci sembra sia uscito dal Consiglio - non è il luogo idoneo per posizionare la statua; si pensi pure a un sito alternativo, nel rispetto delle leggi vigenti, sempre che la statua sia stata acquisita al patrimonio pubblico.
Spettabili funzionari tecnici e dirigenti, questo Comitato si aspetta adesso che l’Amministrazione comunale si adoperi al più presto e senza tentennamenti, tenuto conto della “bocciatura” formale della proposta di delibera in Consiglio, affinché il desiderio del Sindaco, lo stesso di questo Comitato e di gran parte della città, sia finalmente assicurato con ogni mezzo legale consentito. Belvedere libero!! Il cantiere privato, dopo ormai 20 giorni dal Consiglio e circa 400 dall’inizio lavori, è ancora nello stesso posto, sempre più inguardabile, immobile a deturpare l’area e limitare la visuale.
Come cittadini auto-costituitisi in Comitato Belvedere a difesa dell’integrità di quel bene pubblico storico, Vi chiediamo, per quanto di rispettiva competenza, professionalità, responsabilità e dovere ai sensi delle normative vigenti, di intervenire urgentemente con i necessari e non più rimandabili provvedimenti, affinché tutta l’area pubblica del Murodellatèra torni libera e fruibile, restituita finalmente ai cittadini e turisti che vorranno tornare a godere di quell’inimitabile affaccio sulla Pianura Pontina.
A sera, quando il trambusto disordinato e chiassoso delle auto inizia a scemare, senza tuttavia cessare di ghermire la mia città tra i suoi artigli di rovente acciaio cromato, amo immergermi nel suo cuore antico, tra le sue decarcie (quartieri) e le sue porte, nel dedalo di strade e vicoli, in dialetto strette, termine non soltanto indicante gli spazi ristretti tra le case, costruite con sapienza antica, abbracciate l’una all’altra in un equilibrio di forze e contrappesi e in uno sforzo di reciproco sostegno, ma soprattutto evocativo di relazioni trascendenti il materiale, di prossimità fisiche e di destini.
Strade e strette del centro storico fanno parte del mio passato e del mio presente, sono il luogo della mia fanciullezza e della mia maturità, sono memoria di amicizie sbocciate e divenute tanto forti da superare la prova erosiva ed inesorabile del tempo, di volti amati che la sorte matrigna, connaturata alla nostra irrimediabile precarietà, ha sottratto cinica e indifferente alla rete degli affetti, di giochi condivisi concretizzazione di stimolanti fantasie e creatività, di palloni da calcio rincorsi instancabilmente e implacabilmente squarciati da lame crudeli in scatti d’ira delle contrariate vittime dei nostri tiri, esplodenti ardori giovanili, e dei nostri lazzi scanzonati, di storie raccontate traboccanti dettagli affascinanti sempre mutevoli, esperienze vissute ma anche leggende credute per ingenuità, di tenerezze e sorrisi disegnati su volti stanchi e scavati da fatiche e dolori, di primi palpiti del cuore, rivelazione di quel sentimento imprevedibile e incontrollabile chiamato amore.
Ogni angolo, ogni slargo, ogni uscio, tanti ora tristemente condannati all’incuria, all’impietoso assalto di erbe infestanti e all’abbandono, ogni singola pietra trasudano storie intime e non solo, traguardi inseguiti e riscatti conseguiti, sconfitte rovinose e caparbietà nel rialzarsi. Non sono soltanto luoghi fisici, possiedono dimensione affettiva e richiedono di essere custoditi non con l’immobilismo stolto, la staticità fine a se stessa, la sublimata fissità incapace di cogliere che tutto muta anche restando apparentemente uguale,cambiando occhio e sentimento di chi osserva, ma attraverso l’apertura al nuovo che non cancella e deturpa, li rende territorio del vivere presente e armonico delle persone, non di egocentrica e solitaria affermazione personale.
Sezze, la mia città, dolcemente adagiata sui primi contrafforti dei Monti Lepini da cui è possibile ammirare tramonti ardenti e l’infinito orizzonte che si tuffa nel mare, possiede luoghi di bellezza indomita che le ingiurie del tempo hanno segnato e le scriteriate insensibilità delle persone hanno sfregiato, grazie anche all’indifferente complicità di quanti avrebbero potuto e dovuto impedire simili affronti, senza nonostante tutto riuscire a cancellarla.
Gli occhi del cuore fanno scorgere l’oltre, penetrare le profondità, vedere quanto ai sensi sfugge. La bellezza non è solo percezione soggettiva, è realtà tangibile, è armoniosità di forme, è epifania di idee, razionalità, sentimenti, valori, abilità e talenti tradotti in spazi, luoghi, monumenti, opere, costruzioni umili e nobili. Tuttavia la bellezza per essere riconosciuta e ammirata richiede l’elevazione dello sguardo oltre le bassure, il non lasciarsi affogare nell’incalzante contingente, sempre uguale e anestetizzante, il ritagliarsi scampoli di tempo per nutrire l’anima.
Procedendo a passi lenti l’accorto viandante si imbatte nelle vestigia possenti delle mura poligonali, testimonianza di una città antica, secondo la leggenda fondata da Ercole, nelle piazze di elegante e rigorosa semplicità, nei palazzi dalle facciate lineari e raffinate, nelle fontane divenute simboli, nelle chiese solenni e riccamente decorate o dall’architettura austera come la cattedrale gotico-cistercense, eretta in pietra nuda, elemento essenziale di costruzione, decorazione ed esaltazione spirituale, nei monasteri e conventi, quasi tutti tristemente abbandonati, che raccontano una sedimentazione importante di ordini religiosi, custodi di cultura e spiritualità, nei musei scrigni preziosi di tradizioni ludiche, di cultura contadina, di reperti di una civiltà che parte dalla preistoria e giunge ai giorni nostri, di opere d’arte sacre e profane di rara bellezza, come quanto rimane, dopo il furto ignobile del 1976, del capolavoro più visionario di Orazio Borgianni, La vergine che consegna il Bambino a San Francesco. Grandi assenti sono un castello e l’ergersi contrapposto sulla stessa piazza dei simboli dei due poteri contendenti il dominio su cose e persone, temporale e religioso, il palazzo del governo e la cattedrale. Una singolarità certo non unica, che racconta una città refrattaria, eccetto per breve tempo, al dominio di signori e feudatari e libero comune in scarsa simpatia alla Camera Apostolica per amore di libertà e autodeterminazione. Tra le sue mura millenarie hanno avuto natali personaggi nobili ed illustri: i poeti latini Caio Titinio e Valerio Flacco, lo scultore del 1400 Paolo Taccone detto Paolo Romano, San Carlo grande mistico, il Cardinale Pietro Marcellino Corradini, giurista raffinato, due volte elevato al Soglio Pontificio e due volte escluso per il veto dei monarchi europei, il pittore Giuseppe Turchi e altri ancora di cui è impossibile redigere un esaustivo elenco.
Il tempo delle parole è tramontato, il litanico snocciolare auspici e promesse è come le foglie morte che il vento in autunno strappa dai rami degli alberi e disperde nell’ignoto e nell’irraggiungibile. Urgono l’audacia d’opporsi ad un declino per nulla inesorabile, atti d’amore che siano mani tese pronte a raccogliere l’invocazione muta di una città che chiede di risollevarsi, progettualità innovative libere da interessi di bottega e di piccolo cabotaggio, la disponibilità a scrivere insieme pagine di futuro.
Unirsi al coro dei professionisti dello scontento e della lamentazione è comodo, ma è esercizio inutile, sterile e dannoso. L’amore, anche quello per la propria città, non è perorazione di principio, ampollosità verbali e astrattezza, restare inerti in attesa dell’agire altrui, ma concretezza di atti e determinazioni, a partire da noi stessi, dall’apparente inutilità dei gesti quotidiani, gocce nel mare indispensabili per innescare cambiamenti duraturi.
“Vogliamo restituire dignità al nostro centro storico, partendo dalla chiusura delle maggiori piazze durante l'estate per renderle vivibili senza soste selvagge”. Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, si riferisce alle ultime deliberazioni di Giunta comunale approvate nei giorni scorsi. Il primo cittadino, di concerto con gli uffici comunali, ha lavorato per mettere a punto un primo piano di isole pedonali per il centro storico, sperimentando in qualche modo quella che sarà poi la ZTL per il cuore del paese. Già da oggi Piazza dei Leoni sarà chiusa a partire dalle ore 9 fino alle 20 per i giorni infrasettimanali e fino all’una di notte per il venerdì, sabato e domenica. Il sindaco fa sapere che in questi giorni stanno lavorando anche per trovare una celere soluzione per Piazza De Magistris, cosicché da via Roma fino a San Pietro i cittadini potranno vivere e godersi il centro storico durante l’estate setina. Per tutti i commercianti della zona del centro storico sono già stati concessi gratuitamente spazi e suolo pubblico per ampliare all’esterno le loro attività. “Siamo andati incontro alle esigenze dei cittadini e dei commercianti – ha aggiunto Di Raimo – vogliamo che il nostro centro storico torni ad essere il cuore pulsante della nostra città e centro di aggregazione e attrazione turistica”. La decisione di chiudere le Piazze alle auto è indubbiamente un atto politico giusto che rappresenta una intenzione positiva per rilanciare le attività ed il centro storico durante la stagione estiva. Liberare tutte le Piazze della città dalle auto e dai cantieri, vuol dire restituire spazi ai cittadini. Se è vero che il problema dei parcheggi esiste, e che andrebbero trovate soluzioni alternative, come ad esempio l’idea di una circonvallazione con parcheggi che da porta Pascibella arrivi fino a Porta Romana, è altrettanto vero che fuori dal centro storico esistono già degli spazi pubblici dove parcheggiare: Vallicella e Anfiteatro, giusto per citarne due. Non si capisce poi perché non è un problema quando un sezzese va a Sermoneta ed è costretto a parcheggiare in terreni scoscesi e nelle fratte per poi risalire su in paese, mentre lo diventa a Sezze se deve parcheggiare fuori porta. Ricordiamoci infine che durante le maggiori manifestazioni culturali la città è capace di ospitare 50 mila persone con un centro storico chiuso al traffico. Insomma l’erba del vicino resta sempre più verde.
La prof.ssa Anna Giorgi, dirigente scolastica dell'Isiss "Pacifici e De Magistris" di Sezze è una di quelle donne che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. La dirigente scolastica, come tutti, ha vissuto l'esperienza della pandemia con difficoltà e timore ma alla fine nella didattica e nella formazione è riuscita a trasformare questa esperienza in una occasione di crescita. Ecco il bilancio di Anna Giorgi, pronta con il suo istituto scolastico a nuove sfide. "Con il termine dei lavori delle sei Commissioni insediatesi nel nostro Istituto per lo svolgimento degli Esami di Stato - afferma la preside - si è concluso questo anno scolastico che resterà nella memoria di tutti. Così come l’attività didattica era stata condizionata a partire da marzo, a seguito dell’introduzione delle norme di contenimento del COVID 19, anche gli Esami di Stato hanno dovuto rispettare delle procedure che ne hanno caratterizzato l’assoluta novità dei tratti. Nonostante le inevitabili difficoltà, l’impegno delle alunne e degli alunni, dei docenti, dei presidenti di Commissione e di tutto il personale scolastico, ha consentito di trasformare anche questa emergenza in un’occasione di crescita. A loro e a tutte le famiglie desidero far giungere il mio profondo e sentito ringraziamento. Anche i risultati finali sono da considerarsi particolarmente soddisfacenti: tutti i candidati all’Esame sono stati promossi, 25 di loro hanno conseguito il risultato finale di 100/100 e altri 13 hanno ricevuto la lode. Va sottolineato che, per la prima volta, a cinque anni dalla sua istituzione, la nostra scuola ha accompagnato al diploma gli alunni di tre classi dell’indirizzo alberghiero, a completamento di un primo percorso didattico che consente all’intera comunità di accogliere giovani professionisti nel delicato settore dell’attività turistica, così importante soprattutto nell’attuale momento di difficoltà economica conseguente alla diffusione della pandemia". Mentre l’intera comunità scolastica si predispone a godersi un meritato riposo estivo, la Preside e i suoi collaboratori pensato al nuovo anno scolastico: "Cominciamo a prepararci nel migliore dei modi all’inizio del nuovo anno scolastico che, fra l’altro, fa registrare al nostro Istituto un aumento di quattro classi. Al di là di quanto verrà previsto dal Ministero dell’Istruzione relativamente allo svolgimento dell’attività didattica nel prossimo anno scolastico, il nostro Istituto lo affronterà anche attraverso un’offerta di maggiore qualità delle strutture. Sono infatti iniziati già da qualche tempo i lavori per l’allestimento delle nuove cucine dell’indirizzo alberghiero e quelli per la messa in sicurezza e restauro della sede storica presso l’antico convento dei padri Cappuccini".
A Bassiano questa mattina, intorno alle ore 8.03, è stata avvertita una scossa di terremoto. Il sisma di magnitudo 2.2 ha avuto un epicentro al confine con il Comune di Sermoneta, nei pressi dall’Abbazia di Valvisciolo. Il sisma è stato registrato dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ad una profondità di 8 chilometri.
Il Consiglio Direttivo dell’Ambito Territoriale di Caccia Latina 1, rinnovato dall’Assemblea dei Soci dell’ente riunitasi lo scorso venerdì, ieri ha eletto presidente Alessandro Ferrazzoli in quota Agricoltori (Coldiretti) e vicepresidente vicario Gabriele Tullio in quota Cacciatori (Liberacaccia). Secondo Vicepresidente risulta eletto Morelli Rocco, delegato dell’Enalcaccia. Membro il consigliere Niccolini mentre come segretario è stato eletto il consigliere Bastiani della Coldiretti. L’Ufficio di Presidenza si occuperà di affari generali, formazione e informazione. Quattro, invece, sono le Commissioni costituite: Caccia, Ripopolamenti, Cinofilia la cui Presidenza è affidata ad Angelo Musocco (Federcaccia); Valorizzazione degli habitat naturali, Sviluppo della cultura ambientale, Agricoltura assegnata a Luigi Niccolini (Confagricoltura); Vigilanza, Monitoraggio del territorio, rapporto con gli Enti Locali a Federico Marfoli (Rappresentante del Comune di Cisterna); Gestione caccia al cinghiale affidata al Presidente dell’ATC Alessandro Ferrazzoli. “Sono figlio di contadino, sono cresciuto nelle campagne, ho sempre lavorato per la tutela del territorio e la difesa dell’ambiente – ha dichiarato il neo presidente Ferrazzoli - la caccia una mia passione, ha sempre fatto parte di me. Il vero senso della caccia è in fondo il senso stesso della vita: riadattarsi, reinventarsi sempre, accettare le sconfitte ed apprendere da esse, non darsi per vinti mai, credere costantemente in sé stessi. È per questo che sono onorato, oggi, di essere stato eletto Presidente dell’ATC Latina 1. Ho sempre amato questo mondo come metafora stessa di vita, ha sempre fatto parte di me, sono cresciuto in questo mondo anche attraverso battute di caccia andate a male, anzi grazie soprattutto a quelle, ma oggi sono arrivato sin qui proprio perché non mi sono mai arreso, ho guardato sempre avanti, dritto all’obiettivo. Ringrazio coloro che mi hanno preceduto e quanti oggi hanno creduto nella mia candidatura a tale ruolo”.
“La dialettica politica si è svuotata di verità diventando voce per incattiviti e abbrutiti”. Esordisce così Cinzia Ricci, membro del direttivo locale del Partito Democratico. La Ricci, nella sua completa e autonomia di iscritta, riflette sulla politica locale, non nascondendo incertezze e amarezza, fa autocritica e parla di una classe politica alla deriva. “Si può essere "specialisti" della politica? La politica è mera "gestione" o qualcosa di più? Le trasformazioni sociali hanno portato gli intellettuali, i liberi pensatori, i militanti, gli attivisti a scendere dalla torre di avorio ed ad immergersi nel regno della comunicazione di massa e a dipendere totalmente dal flusso immediato della comunicazione dei social e soprattutto del consenso popolare. Per i militanti, portatori di liberi pensieri, attivisti "seri" , siano essi chiamati a ricoprire ruoli pubblici od istituzionali, oppure attivisti nelle file del partito, il principio dell'assunzione di responsabilità politica era doveroso e dovuto un latu sensu”. Insomma i liberi pensanti “sono in via di estinzione” e quelli erano “le sentinelle della democrazia”. Manca dunque un confronto, è sparita completamente una visione di insieme del partito, in sostanza ognuno pensa solo a se stesso. I vari “capitani” e “napoleoni” - aggiunge Ricci - non sono più (mai) disposti a confrontarsi con la trasformazione ed evoluzione sociale, con le diseguaglianze economiche sempre più aspre, con la negazione dei principali diritti umani e civili. Dovremmo forse ripartire da una piccola riflessione. Dovremmo mettere al centro delle nostre azioni l’umiltà e la dignità, espressa come pensiero filosofico di vita: " cioè di colui che trae diletto da ciò che fa, poiché ciò che fa trae alimento dalla responsabilità e dalla passione, anziché dal profitto e dall' Augusto egoismo personale”. In una parola regna l’egoismo. Chissà se ogni riferimento è puramente casuale e se il neo segretario del pd sia d'accordo...
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Il Parco della Rimembranza di Sezze è diventato un luogo di degrado. Un bivacco di malintenzionati, dove di giorno e di notte si consuma droga, si beve birra e si abbandonano rifiuti di ogni genere. La denuncia parte da un gruppo di genitori che amano frequentare l’area verde della città, un luogo bellissimo al centro della città, un parco simbolico per molte generazioni di Sezze. Chi non si è mai seduto nei fossetti? Chi non ha mai giocato alla pista? Chi non è andato mai a flirtare e a tubare come due colombine? Eppure oggi il Monumento rappresenta altra cosa, rappresenta pericolo e paura e sporcizia. Ma la politica dove sta? I nostri rappresentati istituzionali vedono cosa sta accadendo in giro? Non ci sono controlli, la mattina gli operatori ecologici sono costretti a ripulire immondizia sparsa ovunque. Il parco è frequentato da molti bambini i quali sono costretti ad assistere a scene indecorose, a ragazzi che fanno uso di droghe e non rispettano l’ambiente. “Abbiamo paura di portare i nostri bambini – ci hanno raccontato alcuni genitori – qui si consuma e si spaccia droga alla luce del sole e spesso ci sono scene di violenza tra gruppi di ragazzi ubriachi che bivaccano tutto il giorno e poi lasciano vetri e altri rifiuti sparsi per il parco. Bottiglie rotte ne troviamo ovunque, i bambini non possono giocare liberamente. Chiediamo al sindaco Sergio Di Raimo, responsabile della pubblica sicurezza, di intervenire e di chiedere controlli a tappeto. Siamo indignati, il Monumento sembra un far west”. Uno schifo insomma, un abbandono totale. La sicurezza e la felicità dei bambini è sopra ogni cosa e così deve essere, senza se e senza ma.
Il Comune di Sezze sbarca sul canale Youtube. L’ente comunale mediante un avviso pubblico comunica alla città che è già possibile accedere nei link tematici dove sono già state caricate le ultime due sedute comunali. Dopo i profili facebook Sezze Ente e l’Amministrazione comunica, per i quali in realtà non è mai stata data ufficialità istituzionale su chi gestisce cosa, il Comune di Sezze questa volta ufficializza l’iscrizione su una piattaforma che consente la condivisione e visualizzazione in rete di contenuti multimediali. L’amministrazione comunale ha già fatto sapere che si sta dotando anche di un nuovo servizio di comunicazione con future dirette streaming e un nuovo e moderno impianto audio dell’aula consigliare.
Quando la generosità e l’altruismo arrivano dal cuore dei bambini, la riconoscenza deve essere doppia. In una delle fasi storiche più tristi, segnate dall’egoismo e dalla scarsa sensibilità, anche un piccolo gesto è luce, segno di speranza e cambiamento. Un piccolo gruppo di bambini setini, sotto i 12 anni, del quartiere Vaccareccia e di via Corradini, hanno allestito nei giorni scorsi un piccolo mercatino di braccialetti, giocattoli, vecchi libri e, grazie alla generosità dei passanti, sono riusciti a racimolare una somma che è stata subito donata alle famiglie povere della Parrocchia di Santa Maria. Padre Damiano, il parroco della Cattedrale, ha accolto il dono e ringraziato i bambini per questo importante e umile gesto nei confronti dei più bisognosi. La somma raccolta, anche se non importante, ha comunque un valore non quantificabile, è preziosa perché proviene direttamente dal cuore dei piccoli bambini.
Prenderà il via venerdì 26 giugno 2020, alle ore 21.30, la Quinta edizione di Racconti. La sottile linea rossa organizzata dall’Associazione culturale Le colonne. La manifestazione, quest’anno, non si svolgerà nel consueto scenario del cortile del Museo comunale di Sezze ma presso il Centro sociale “Calabresi”, al fine di consentirne lo svolgimento nel rispetto delle norme di prevenzione della diffusione del COVID 19. Racconti. La sottile linea rossa è un progetto dell’associazione culturale “Le colonne” che intende offrire la possibilità di riscoprire la bellezza d’incontrarsi per ascoltare un racconto. Non si tratta di conferenze. Una persona racconta, le altre persone, sedute in cerchio intorno a un piccolo fuoco, ascoltano. Un modo, insomma, per rivivere il rito ancestrale attorno al quale sono nate le comunità. Nelle passate quattro edizioni, i 23 racconti programmati hanno visto la partecipazione media di circa 50 persone. Ma nello spirito di questa iniziativa non sono i numeri il dato importante. Simbolicamente, questa scelta la si esprime predisponendo un cerchio composto di sole sei sedie. Sei quante erano a Sezze le antiche Decarcie che ne costituivano la comunità. Come a dire: la presenza di sole sei persone rappresenterebbe simbolicamente tutta la città. Altre sedie verranno aggiunte se interverranno più persone. I sei racconti di quest’anno saranno aperti venerdì 26 giugno da Raffaele Imbrogno che racconterà l’incredibile storia di Ilio Barontini, un “Che” Guevara ante litteram, che combatté non soltanto la guerra di Liberazione in Italia ma anche nella guerra civile spagnola e organizzò la guerriglia dei patrioti etiopi quando l’Etiopia subì l’aggressione italiana. L’ingresso è gratuito.