Riceviamo e pubblichiamo.
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Buongiorno, vi scriviamo con la speranza di portare alla luce ciò che sta accadendo in questi mesi a migliaia di docenti precari in Italia. E’ una vera e propria richiesta di aiuto. Quasi nessuno ne parla, ma ciò che stiamo vivendo, ha dell’assurdo! NON DOVREBBE ESSERE ASSOLUTAMENTE ACCETTABILE nel 2024 e, a maggior ragione in un Paese civile, non dovrebbe MAI accadere. Vi raccontiamo… Molti di noi hanno preso servizio presso istituti statali a settembre/ottobre 2023 e da allora NON ABBIAMO MAI ricevuto lo stipendio. EBBENE SI, LAVORIAMO GRATIS DA QUASI 5 MESI.
Siamo stati lasciati allo sbaraglio a sostenere una marea di disagi, quali:
1)bollette inevase;
2) rate di varia natura;
3) canoni di affitto;
4) spesa per il vivere quotidiano;
5) abbonamenti vari per trasporto pubblico;
6) carburante per recarsi sul posto di lavoro laddove le località da raggiungere non sono collegate o sono mal collegate.
In queste settimane abbiamo letto decine e decine di post di colleghi i quali: 1) non sanno più come sfamare la famiglia; 2) sono costretti a chiedere prestiti alle loro famiglie o ai loro amici per pagare 2.1) mutui; 2.2) visite e spese sanitarie; 2.3) abbonamenti per il trasporto pubblico necessari per raggiungere il posto di lavoro; 2.4) il carburante necessario per raggiungere il posto di lavoro; 2.4.1) si tenga presente che molte località, come ad esempio Terracina, non sono facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.
Nel frattempo, vengono finanziati progetti, Tutor e quant'altro anziché risolvere quest'annoso problema che da anni trafigge la categoria dei docenti precari. Abbiamo cercato di capire le varie fasi contattando i soggetti interessati: secondo le Ragionerie territoriali bisogna contattare NOIPA o le scuole, secondo i DSGA delle scuole e NOIPA non si possono autorizzare i pagamenti fino a quando risulta l'incapienza dei fondi nei capitoli di spesa. Pertanto, la sopravvivenza e la dignità di milioni di docenti precari dipende dal MIUR che prima li assume e poi non riesce a rispettare le condizioni contrattuali non essendo in grado di reintegrare nei termini di legge la disponibilità dei fondi nei rispettivi capitoli di bilancio Siamo lavoratori onesti e lo Stato non dovrebbe mai permettere di farci vivere in questo modo. Ogni mattina ci alziamo e andiamo a lavoro, come tutti gli altri (MA NOI GRATIS). Siamo professionisti, abbiamo pagato tasse universitarie salate per conseguire il titolo di studio, abbiamo investito i nostri soldi per l’ulteriore conseguimento di titoli e accesso ai concorsi.
E IL RISULTATO? SIAMO UMILIATI DA UNO STATO CHE CI LASCIA IL CONTO IN ROSSO, UNO STATO CHE CI COSTRINGE ALL’UMILIAZIONE DI CHIEDERE SOLDI IN PRESTITO, ALLA RABBIA DI NON POTER SOSTENERE ALCUN TIPO DI SPESA, ALLA PAURA DI NON POTERCI PERMETTERE UN CONTROLLO MEDICO, DI COMPRARCI UN FARMACO, AL FALLIMENTO DI DOVER NEGARE UN GIOCATTOLO AL PROPRIO FIGLIO. VENIAMO RIPAGATAI con una vita piena di umiliazioni morali che fiaccano lo spirito e il fisico. Ci sentiamo abbandonati, distrutti, umiliati. L’ 8 gennaio p.v. la maggioranza di noi, fiaccati nell’animo, non potrà raggiungere il posto di lavoro per motivi materiali. Le feste appena passate, per la maggioranza di noi, sono state un vero dramma. CON QUALE SPIRITO RITORNEREMO IN CLASSE L’8 GENNAIO? MI CORREGGO, OLTRE ALL’UMORE, CON QUALI SOLDI PER FAR BENZINA RITORNEREMO IN CLASSE L’8 GENNAIO? IMMAGINATE IL NATALE CHE ABBIAMO VISSUTO…IMMAGINATE LA RABBIA DI AVERE LE TASCHE VUOTE PUR FACENDO UN LAVORO ONESTO… E’ davvero una situazione INACCETTABILE! Vergognosa. Nessuno ne parla, nessuno ci tutela. Vi scriviamo con la speranza che qualcuno di voi ci tenda la mano e porti alla luce questa situazione e TUTTO CIÒ CHE STA ACCADENDO E TUTTO CIO’ CHE STIAMO AMARAMENTE VIVENDO.
A tal proposito io ed un collega abbiamo creato, da poco, un gruppo Facebook dove invitiamo tutti i colleghi italiani a scrivere ciò che stanno vivendo e hanno vissuto in questi terribili mesi. La pagina si chiama “Noi precari senza stipendio e diritti!” e sullastessa si puo’ iniziare a leggere qualche testimonianza al riguardo. I messaggi che ho letto sono strazianti e in essi traspare tutta la disperazione, l’umiliazione di chi ama il proprio lavoro espletato con dedizione e capacità. LEGGERE TALI POST FA MALE, SI STRINGE DAVVERO IL CUORE: TRA LE RIGHE SI LEGGE LA DISPERAZIONE, LA RASSEGNAZIONE, L’UMILIAZIONE DI CHI AMA IL PROPRIO LAVORO, LO PRATICA CON DEDIZIONE E AMORE MA HA LE TASCHE COMPLETAMENTE VUOTE ORMAI…DOPO 4 MESI SENZA RICEVERE RETRIBUZIONE. Siamo precari, ma ciò non è sinonimo di nullità. Anzi, noi sostituiamo colleghi garantendo continuità e stabilità agli studenti. Eseguiamo lo stesso lavoro degli altri e dovremmo avere gli stessi diritti degli altri. Siamo davvero al limite, vi chiediamo, per favore e con il cuore, di aiutarci. Dateci voce…voi che potete.
Con affetto e tanta speranza, Chiara De Nuccio, Campoli Dante Luca, Monica Vercelli Prof precari della scuola italiana