redazione
Capol, raccolta di olive in calo
Secondo il Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina), quest’anno, la raccolta delle olive, farà registrare un calo del 60% rispetto alla media annuale (250 mila quintali). In pratica, come accadde due anni fa, si raccoglieranno poco più di 100 mila quintali, di cui 30 mila verranno destinati alla produzione di olive da tavola (Gaeta Dop e Itrana bianca) e il resto verrà molito. Ma gli oli (13 mila e 300 quintali) che verranno ricavati raggiungeranno una qualità superiore a quella dell’anno passato: saranno ricchi di polifenoli, antiossidanti naturali, e così l’equilibrio tra l’amaro e il piccante sarà perfetto. “A provocare questo ennesimo calo - spiega l’agronomo Alberto Bono, vicepresidente del Capol – sono stati i cambiamenti climatici degli ultimi anni. L’olivicoltura locale, grazie alle condizioni di clima asciutto e soleggiato dei mesi da febbraio ad aprile, nonché da una generalizzata e abbondante fioritura - ha precisato l - faceva presagire una buona annata. Purtroppo però le allegagioni non sono state buone a causa di fattori ambientali e fitopatologici, da indagare con attenzione. È stata riscontrata una maggiore incidenza dell’occhio di pavone che in alcuni casi ha provocato il disseccamento delle mignole e della cercosporiosi che ha provocato l'ingiallimento delle foglie con la conseguente caduta delle stesse. Tali cause hanno compromesso la produzione in particolar modo per la nostra varietà Itrana più suscettibile a tali patologie”. “A fine giugno poi - ha ricordato Centauri, presidente del Capol - il caldo eccessivo ha provocato una cascola delle piccole olive dove c’è stata la fioritura tardiva. Il forte caldo estivo, al di sopra delle medie stagionali, anche se ha ridotto notevolmente l’attacco della mosca olearia, ha causato un raggrinzimento delle olive con la conseguente cascola specie nelle aree più siccitose della provincia. La nostra varietà Itrana, inoltre, sta risentendo notevolmente dell’aumento delle temperature medie annuali che non consentono di raggiungere un adeguato fabbisogno in freddo necessario per la differenziazione delle gemme a fiore e per la fertilità del polline e degli ovari”. Circa il calo della raccolta, Centauri chiede di fare attenzione alle sue conseguenze: “Le mancate produzioni di questi ultimi anni stanno provocando in alcune zone delle nostre colline la presenza di oliveti abbandonati e trascurati. Il recupero di queste zone deve diventare una delle priorità, sia per la valorizzazione idrogeologica e paesaggistica del territorio sia per la richiesta in continuo aumento da parte dei consumatori di olio extra vergine d’oliva di qualità. Occorre adottare soluzioni adeguate poiché l’abbandono potrebbe interessare numerosi oliveti (in dieci anni nel Lazio il numero delle aziende olivicole è sceso del 39%, censimento 2020) con conseguenze negative non solo sotto l’aspetto economico e occupazionale, ma anche sotto l’aspetto idrogeologico e ambientale. Circa l’aspetto economico, da ricordare che nell’Agro Pontino il settore è caratterizzato da due prodotti di alta qualità: l’olio Dop Coline Pontine e l’oliva da mensa Gaeta Dop”.
Il sindaco Lucidi minaccia di disertare l'assemblea di Acqualatina
Comunicato stampa sindaco di Sezze Lidano Lucidi
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Con una lettera inviata ad Acqualatina, il Sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, ha annunciato la sua decisione di non partecipare all’assemblea che dovrà essere convocata per l’approvazione del Bilancio 2024, a meno che la società non avvii un confronto approfondito con i sindaci dei Comuni soci. Una posizione netta, che nasce dall’esigenza di tutelare gli interessi della comunità di Sezze e di oltre 600.000 utenti del servizio idrico integrato. “Non posso accettare che il ruolo degli azionisti pubblici, che rappresentano la maggioranza delle azioni e le istanze dei cittadini, venga svilito in questo modo – ha dichiarato il sindaco Lucidi – e se saremo chiamati a ratificare un bilancio senza aver avuto la possibilità di discutere il delicato stato economico-finanziario della società, si tratta di un esercizio di democrazia inutile. E io non vi prenderò parte”. Le preoccupazioni di Lucidi trovano fondamento in una serie di comunicazioni inviate da Acqualatina negli ultimi mesi. Nelle lettere ricevute, la società ha evidenziato criticità finanziarie che potrebbero compromettere la gestione del servizio e gli investimenti futuri: “La società – ha spiegato il primo cittadino di Sezze – ci parla di necessità di aumentare le tariffe per garantire l’equilibrio economico-finanziario, con incrementi del 9,5%. Ci viene anche prospettato un ammanco di cassa tra i 15 e i 30 milioni di euro entro il 2025, che potrebbe rendere indispensabile una ricapitalizzazione da parte degli azionisti. Di fronte a queste affermazioni, come possiamo accettare di essere esclusi dal confronto?”. Lucidi ha sottolineato che il futuro della gestione idrica non può essere ridotto a una mera questione contabile: “È troppo semplicistico dire che per risolvere i problemi si aumentano le tariffe. Gli equilibri finanziari della società coinvolgono non solo i cittadini, ma anche i lavoratori di Acqualatina, i fornitori e la qualità stessa del servizio. Serve una visione complessiva e condivisa, soprattutto in vista della scadenza della convenzione tra Acqualatina e gli enti locali nel 2032”. Oltre agli aspetti finanziari, il sindaco ha richiamato l’attenzione sui disservizi che hanno colpito il territorio di Sezze, aggravati dai cambiamenti climatici e dalla siccità: “Ad agosto, un intero quartiere della mia città è rimasto senz’acqua per più di cinque giorni. È solo uno dei tanti episodi che dimostrano quanto sia urgente investire nella riduzione delle perdite di rete e nel miglioramento delle infrastrutture idriche”, ha evidenziato. Critiche anche sull’assenza di un dialogo strutturato con i sindaci, spesso lasciati soli a gestire il malcontento dei cittadini: “Noi Sindaci siamo il primo punto di riferimento per i cittadini, che giustamente si lamentano per i disservizi. È inaccettabile che ci troviamo a subire passivamente le decisioni della società, senza poter incidere realmente sulle strategie”. Il Sindaco di Sezze ha ribadito la necessità di una convocazione urgente degli azionisti per discutere lo stato economico-finanziario della società e i piani futuri. “La continuità della gestione non si garantisce solo con un aumento delle tariffe. È necessario un confronto ampio, che coinvolga tutti i soci e tenga conto delle reali necessità dei territori e dei cittadini”, ha dichiarato. Lucidi ha confermato che, pur garantendo la sua partecipazione alle conferenze dei sindaci, non prenderà parte all’assemblea di approvazione del bilancio 2024 senza un incontro preliminare: “Il dialogo e la trasparenza sono fondamentali per affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Se Acqualatina vuole continuare a essere un punto di riferimento per il servizio idrico integrato, deve dimostrare di essere all’altezza, non solo dal punto di vista delle opere idrauliche, ma anche sotto il profilo economico e gestionale".
4 medaglie oro e 3 argento per la Gokuhi Okuden Karate Do
Nuove soddisfazioni e riconoscimenti per il team del Maestro Tosto, della Palestra Gokuhi Okuden Karate Do Carlo Tosto di Sezze Scalo. La prestigiosa competizione World Open Karate Championships WKA svoltasi presso il Palacasoria di Napoli nei giorni scorsi si è conclusa con risultati brillanti per gli atleti guidati nella crescita dal maestro Carlo Tosto. Per loro 4 medaglie oro e 3 Argento nelle rispettive categorie. Protagonisti di questo grande risultato sono stati Manuel Tosto, Paolo Del Pace ed Enrico Malandruccolo, e lo stesso Maestro Carlo Tosto. Il team ci tiene a ringraziare il presidente della WKA David Soyer ed il coordinatore dell’organizzazione, il Maestro Aldo Garofalo, per il loro lavoro straordinario nell’organizzare un evento che non solo celebra il karate.
E’ importante per i giovanissimi vivere esperienze simili, a prescindere dai risultati e dalle medaglie che si conquistano. E’ bello sapere che esistano realtà così vicine ai ragazzi al punto di diventare negli anni un complemento delle famiglie. Complimenti a tutti ragazzi.
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Paolo Del Pace
1° class. Kata Cadetti
2° class. Kumite Cadetti
Manuel Tosto
2° class. Kata Speranze
Enrico Malandruccolo
1° class. Kata Speranze
M° Carlo Tosto
1° class Kata Master
Enrico Malandruccolo, Paolo Del Pace, Manuel Tosto
1° class Kata a Squadre
(Categoria 15-17 anni)
Dissesto finanziario a Bassiano. Il Tar accende i riflettori sui conti
Istruttoria del Tar sul dissesto dichiarato dal Comune di Bassiano. Il tribunale amministrativo vuole capire come stanno veramente i conti dell’Ente alla luce del ricorso presentato lo scorso 7 febbraio da ex amministratori, cittadini, associazioni, per chiedere l’annullamento della deliberazione n. 31 del 21 novembre 2023. “Più volte – segnalavano i consiglieri comunali d’opposizione del gruppo “Bassiano Futura” – abbiamo segnalato all’Amministrazione Onori errori, scorrettezze, illegittimità negli atti. Ma niente, nulla è valso a scongiurare questo esito nefasto per la nostra comunità, fino a poco tempo fa fiore all’occhiello della Provincia e della Regione”. Sotto la lente di ingrandimento del ricorso l’erroneità nello stralcio di una cospicua quantità di residui attivi. Secondo la tesi del ricorso l’insostenibilità della situazione economico-finanziaria del Comune di Bassiano sono state fondate su un incremento del dissesto risultato maggiorato in modo erroneo.
Scossa di terremoto a Bassiano, avvertita anche a Sezze
Una scossa di magnitudo 2.1 si è avvertita questa notte sui Monti Lepini, poco dopo le 3, con epicentro nel territorio di Bassiano (nello specifico nella zona del prosciuttifico). La scossa è stata avvertita anche nei Comuni vicini, a partire da Sezze e Sermoneta.
SBC: "Nessuna visione urbanistica dietro la demolizione del centro sociale"
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Movimento Civico Sezze Bene Comune.
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Siamo alla vigilia del quarto anno di un’Amministrazione che doveva essere una “rivoluzione” culturale, si proclamava un cambiamento che doveva riscrivere il modus operandi della politica setina. Dopo aver lasciato il tempo necessario alla costruzione del progetto politico proclamato in campagna elettorale, la consapevolezza che le dinamiche di ragionamento che accompagnano l’amministrazione in carica risultano povere di riflessioni non può più essere ignorata.
Tale premessa è dettata dalla necessità morale e civile di rappresentare un paradosso che si sta consumando in una delle frazioni più popolose del paese e che spesso è stata considerata un territorio di solo passaggio, Sezze Scalo. Desideriamo soffermarci su quello che dovrebbe essere uno dei progetti approvato dalla “Nuova “Amministrazione, che più che un cambiamento sembra una restaurazione delle vecchie modalità di gestione del territorio, azione senza pensiero. Si fa riferimento in questa nota al progetto che vede la demolizione e la successiva ricostruzione dell’unico centro di aggregazione di Sezze Scalo, l’attuale centro sociale, plesso che fino alla fine degli anni ’80 ha ospitato cinque classi della scuola elementare. Una volta demolito il vecchio edificio di via Puglie, si prevede la realizzazione di un asilo nido comunale, quindi la costruzione di un nuovo edificio con caratteristi non molto dissimili del vecchio.
Da notare che alla fine degli anni ’80 le aule dell’allora scuola elementare, sita in via Puglie nell’edificio oggetto di demolizione, furono trasferite nella sede della Valerio Flacco in via Bari alla luce delle grandi difficoltà di accesso per i bambini che necessitavano di esser accompagnati fin davanti al portone d’ingresso e non potevano esser lasciati al cancello. Se tale progetto fosse stato inquadrato in una più ampia visione di Sezze Scalo e delle caratteristiche di viabilità che la contraddistinguono si sarebbe potuto ragionare in termini diversi. Ci troviamo, invece, nel solito modus operandi che prevede un unico intento quello di attingere ad un finanziamento dei fondi del PNRR, un progetto che manca di una visione urbanistica d’insieme e di conseguenza espone il nostro paese ad un uso improprio dei finanziamenti pubblici. Non risulta un’analisi dei bisogni, non risulta un progetto di fattibilità tecnico-economico e soprattutto sociale per realizzare un progetto dentro un lotto urbanizzato e con una viabilità non adeguata. L’area urbana di Sezze Scalo avrebbe meritato una riflessione più lungimirante, uno studio delle aree dove realizzare progetti senza che questi risultino inaccessibili. Inoltre non va sottovalutata la presenza di due strutture già adibite ad asilo nido, private, a cui il nido in progetto si affiancherebbe come pubblico.
Sarebbe inoltre opportuno ricordare che esiste già una struttura che accoglie la scuola primaria e dove, con la dovuta ristrutturazione si potrebbe collocare il nido comunale. Inoltre, si è perso di vista che il centro sociale ha una funzione polivalente all’interno del perimetro “virtuale” urbano di Sezze Scalo, un territorio in cui non è stato mai sviluppato un serio servizio a favore della comunità. La popolazione di Sezze Scalo è in espansione e l’assenza di servizi “ragionati” rischia di trasformare questo territorio in un dormitorio, le strutture debbono esser pensate per esser accessibili a tutti e non collocate in stralci di terreno ad imbuto senza adeguate vie d’accesso.
Una nota dolente è l’assoluta mancanza di comunicazione tra i cittadini di Sezze Scalo e l’attuale amministrazione, questi nel momento in cui hanno sentito che l’unico spazio comunitario poteva esser demolito da un intervento forzato, non hanno potuto far altro che esprimere un sentimento d’indignazione, che nasce dalla negazione dell’ascolto di una comunità di cittadini che reclama il diritto ad esprimere i propri bisogni e non di divenire oggetto di bisogni politici.
Per chi siede sugli scranni del Comune, una maggiore riflessione sarebbe d’obbligo perché l’ennesima protesta della Comunità di Sezze Scalo non può essere tacciata di strumentalizzazione politica, al contrario, rappresenta un grido di allarme su bisogni cruciali di un territorio ricco e fragile che meriterebbe l’attenzione dei politici.
ALLA SCOPERTA DELLE ZUPPE DEL TERRITORIO
A unire la cucina dei Monti Lepini e dell’Agro Pontino, comprese le isole, sono le zuppe. Zuppe a cui la Compagnia dei Lepini ha dedicato una ricerca nell’ambito del progetto sostenuto dalla Regione Lazio per le biblioteche, i musei e gli archivi: “Res Rustica. Agricoltura dei Monti Lepini nel Tempo. Valorizziamo il Passato, Coltiviamo il Futuro”. Realizzata da Roberto Campagna, giornalista e scrittore, la ricerca verrà presentata sabato prossimo alle 17 presso l’Auditorium Santa Chiara di Priverno. Oltre all’autore, interverranno: Quirino Brigati, presidente della Compagnia dei Lepini; Alessandro Di Norma, giornalista, autore delle foto che illustrano il libro; Roberto Perticaroli, responsabile dello Slow Food Travel Monti Lepini; Luigi Centauri, presidente del Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina). Sono diciotto le zuppe “principali” descritte; altre vengono citate o raccontate. Da precisare che in alcuni casi non si tratta di vere e proprie zuppe, ma come recita lo stesso titolo del libro: “Se non è zuppa, è pan bagnato”. “Tale pubblicazione - ha scritto nella presentazione della ricerca Quirino Briganti, presidente dalla Compagnia dei Lepini - è unica nel suo genere perché analizza usi e costumi, storie ed aneddoti che tratteggiano uno spaccato di vita perduta nei secoli ma che riemerge in sapienti pietanze e in sapori d’altri tempi. Per parafrasare l’autore, il cibo è ricordo e quando mangiamo pietanze così peculiari degustiamo anche le storie che portano dentro”. Le zuppe sono nate contro lo spreco, considerato in passato un vero e proprio orrore. Sono nate per non buttare via il pane raffermo. Ma anche per meglio sfruttare un alimento. Per esempio, la “bazzoffia” fu creata per utilizzare la “carciofella”, una via di mezzo tra il “cimarolo” e il carciofino. In pratica, non essendo possibile né cucinarla nei tradizionali modi perché non è più un carciofo né conservarla come avviene per carciofini, venne impiegata nella preparazione di questa zuppa, le cui origini sono contese da Sezze e Priverno. E tale contesa, così come altre dispute, caratterizza la storia di questi due paesi dei Monti Lepini. Se questa è una rivendicazione fatta da ambo le parti solo a parole, in quella fra la stessa Sezze e Roccagorga sulla “arrapagacornuti” o “rappracornuti” ci sono i fatti a parlare. E i fatti farebbero pendere la bilancia dalla parte di Roccagorga perché in passato, e per molti anni, i suoi abitanti hanno organizzato la “Sfilata dei cornuti” in cui venivano festeggiati i mariti traditi. E questa zuppa prende proprio il nome dal modo in cui questi mariti venivano “rabboniti”, “placati” dalle mogli. La zuppa di lenticchie di Ventotene invece è legata, per certi versi, al confinato politico. Probabilmente Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Altiero Spinelli festeggiarono il progetto del Movimento Federalista Europeo con una bella mangiata di tale zuppa. Mentre la zuppa di pesce custodisce un passato di miseria: a Terracina le massaie, quando il pescato, per un motivo o per un altro, scarseggiava, la preparavano con i sassolini che raccoglievano lungo la spiaggia. Infine la “panada friulana” e la zuppa di fagioli “alla veneta” testimoniano l’arrivo in Agro Pontino delle popolazioni dell’Altitalia ai tempi della Bonifica. Per ognuna delle diciotto zuppe, oltre a essere state abbinate a un vino del territorio, perlopiù ottenuto con uve di vitigni autoctoni, viene indicato l’olio con cui arricchirla a crudo. Gli oli scelti sono quasi tutti prodotti con olive della cultivar “itrana”, tipica dell’Agro Pontino. Oli dal fruttato medio-intenso, dal tipico sentore di pomodoro verde, con un equilibrio al gusto tra l’amaro e il piccante.
Dal dissesto idrogeologico ai lavori senza fine. Tutte le interrogazioni di Fratelli d'Italia
Il Circolo Fratelli d’Italia di Sezze, tramite il suo consigliere comunale Serafino Di Palma chiede all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lidano Lucidi “trasparenza e azioni concrete per un territorio sicuro e funzionale”. E lo fa protocollando diverse interrogazioni che si spera verranno discusse nel prossimo Question Time del Comune di Sezze.
La prima interrogazione riguarda il Centro sociale di Sezze Scalo “Questa amministrazione ha deciso senza coinvolgere la frazione e gli iscritti del centro sociale che si troveranno privati di uno spazio fondamentale per un periodo prolungato. Chiediamo chiarezza e considerazione per la nostra comunità”. Il sindaco Lucidi infatti vuole demolire la vecchia struttura per farne un asilo nido.
La seconda interrogazione presentata da Di Palma riguarda il dissesto idrogeologico e le condizione del Torrente Brivolco :“Le condizioni del torrente - si legge nell’interrogazione - richiedono interventi urgenti per la messa in sicurezza. Non possiamo più permettere che l’incolumità dei cittadini venga trascurata. Esigiamo risposte chiare e interventi concreti”.
Il Circolo Fratelli d’Italia di Sezze interviene poi sulla condizione delle strade, molte delle quali dissestate. “Le strade del nostro Comune – così nell’interrogazione - danneggiate anche dai continui lavori di Acqualatina, sono ormai un pericolo per tutti. È il momento di agire per ripristinare sicurezza e vivibilità, e chiediamo all’amministrazione di illustrarci quali misure intende adottare”.
Infine è stata presentata una interpellanza sullo stato dei lavori del Piazzale della stazione ferroviaria: “Quando verranno conclusi i lavori di riqualificazione? I disagi per i cittadini continuano, e non è accettabile che questa amministrazione rimanga in silenzio”.
il consigliere comunale Serafino Di Palma
Parco della Rimembranza. Lettera aperta di Paolo Di Capua al sindaco di Sezze
Auto rubata in fiamme, indagano i Carabinieri
Durante la notte di sabato scorso, una cittadina di Sezze (LT), nel transitare nei pressi della locale stazione ferroviaria, notando la presenza di un’autovettura in fiamme, ha segnalato l’evento contattando il 112 N.U.E.. Sul posto, oltre alla pattuglia della Stazione Carabinieri di Sezze, impegnata nel controllo del territorio, è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco che ha prontamente domato l’incendio del veicolo, completamente distrutto dalle fiamme, divampate per cause in corso di accertamento. Le successive verifiche hanno permesso di accertare che il predetto veicolo era stato asportato lo scorso mese di agosto a Terracina. Proseguono le indagini da parte dei Carabinieri intervenuti e della competente Stazione Carabinieri di Latina Scalo che, sia nel corso del sopralluogo eseguito nella nottata che all’esito di specifiche verifiche, non hanno, allo stato, raccolto elementi a supporto di un’ipotesi dolosa.