Anche i rifiuti possono essere una risorsa oltre che una opportunità di lavoro, i nuovi giacimenti del terzo millennio (anziché guerre per le terre rare). Gli scarti che produciamo tutti i giorni possono infatti essere riutilizzati direttamente in cucina o negli oggetti d’arredo o nelle campagne. La parola giacimenti non è casuale, le nostre materie prime sono sempre più scarse, mentre i rifiuti che accumuliamo sono tanti…perché non trasformarli in una risorsa?
Si d’obbligo, cominciare a vedere gli scarti non più, come problema ambientale, ma come una opportunità di impresa e di occupazione. Dobbiamo pensare diversamente al concetto di proprietà privata per cercare di estendere la durata di utilizzo di un bene … il riuso del bene. È un tema importante soprattutto nel nostro paese dove ognuno di noi produce 504 kg di rifiuti all’anno con notevoli spese di smaltimento. Creandone meno, ci guadagnerebbero anche le nostre finanze pubbliche e soprattutto toglieremo il business, sempre più in aumento, dalle mani della criminalità organizzata. Sono tante le professioni legate a questo settore. Anche avviare un’attività in proprio può diventare redditizia. Non solo i potenziali clienti sono infiniti (in quanto sia privati che aziende ed enti producono scarti di ogni genere), ma è anche possibile lavorare con diversi materiali come plastica, carta, alluminio, rifiuti elettronici, meccanici e tecnologici, rifiuti organici, scorie pericolose e tanti altri. Infatti sarebbe interessante, anche nei nostri Comuni, sperimentare e far nascere dei modelli business davvero innovativi e convenienti capaci di attrarre e incuriosire anche i consumatori più scettici. Si tratta, in sostanza, di negozi convenzionati, in cui il cliente entra con un certo numero di rifiuti già differenziati (carta, plastica, vetro, alluminio ecc..) e ne esce con olio, pasta, piantine aromatiche o altri generi alimentari, anche biologici. L’imprenditore guadagna grazie alla rivendita dei rifiuti e il consumatore ha in cambio un premio.
In Italia già esiste un format originale per recuperare e riutilizzare i materiali di scarto (pensiamo a tutti gli scarti dei prodotti elettronici), basta che i nostri Comuni si informino per potersi attivare. Rifiuti che vengono trasformati in oggetti e creazioni artistiche, con il recupero della plastica del vetro o quant’altro. Oltre al negozio si possono creare stazioni ecologiche. Si tratta di istallazioni in alcune zone strategiche della città in cui l’ente finale deposita i più disparati materiali e rifiuti, in cambio l’utente riceverà buoni sconto e buoni spesa da utilizzare in punti vendita e supermercati convenzionati, mentre l’imprenditore guadagnerà rivendendo i materiali raccolti. Poi ci potrebbero essere anche istallazioni, che oltre a raccogliere i rifiuti li compattano anche, comprimendo i materiali già all’Interno della stazione.
In Italia il numero di smartphone, ma anche di tablet e altri dispositivi elettronici, è elevatissimo e i rifiuti elettronici sono destinati ad aumentare. Avviare una attività di riciclo e recupero dei materiali elettronici può essere un’idea imprenditoriale. Si potrebbero installare, anche, distributori automatici nei nostri Comuni. L’utente inserisce nella macchina i suoi vecchi apparecchi elettronici e in cambio riceve un corrispettivo in denaro. È chiaro che per realizzare questi progetti c’è bisogno dei Comuni che insieme alla Regione mettano in campo risorse strumenti, strutture e mezzi per costruire progetti e idee anche attraverso la formazione con le imprese e i sindacati di categorie… attivarsi per formare e responsabilizzare le nuove generazioni su temi fondamentali come l’economia circolare e le nuove sfide del futuro formativo e lavorativo.