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SEZZE, la GKO Company torna in scena con “Risvegli”

Lug 08, 2021 Scritto da 
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Superato il momento più critico, che ha costretto la GKO Company a interrompere bruscamente la passata stagione, l’associazione si accinge a ripartire su tutti i fronti. La compagnia di spettacolo è tornata in scena già domenica 4 luglio a Segni (Rm) con l’opera inedita “L’ospite indesiderato”, nell’ambito del Festival “Radure 2021” organizzato da Regione Lazio, Compagnia dei Lepini e Atcl, mentre la scuola di formazione “Magazzino Centro Studi d’Arte” tornerà invece con “Risvegli”, una performance degli allievi del settore danza della scuola, che andrà in scena venerdì 9 luglio alle 21 presso il Belvedere di Santa Maria a Sezze. Come di consueto, la metodologia applicata alla didattica ricalcherà quella utilizzata dalla compagnia professionale, tant’è che anche “Risvegli”, come l’opera presentata a Segni la prima domenica di luglio, è stato ideato secondo la filosofia del site-specific, a basso impatto ambientale, senza luci né palco, con lo scopo dichiarato di insegnare ai bambini come “incontrare” un luogo e come ad esempio un albero, un lampione o una panchina possano non essere d’intralcio all’esecuzione, ma diventare elementi attivi e parte integrante dello stesso spettacolo: “Proprio il titolo “Risvegli” – ha spiegato il direttore artistico Vincenzo Persi, presto impegnato nella sua attività professionale di danzatore nel tour italiano dello spettacolo "Passo a due" con Nathalie Caldonazzo e Francesco Branchetti – suona come un augurio e un buon proposito per l’anno nuovo”. All’evento parteciperanno, in qualità di ospiti, Giorgia Luccone, Alessandro Mattei e Franco Abbenda.

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Pubblicato in Eventi Culturali
Ultima modifica il Giovedì, 08 Luglio 2021 12:41 Letto 921 volte

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  • Sulla commemorazione di Luigi Di Rosa dette cose senza senso

     

    Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal prof. Giancarlo Mancini, presidente dell’ associazione Araba Fenice e del Centro Studi di Storia contemporanea Luigi Di Rosa, indirizzata al sindaco di Sezze Lidano Lucidi e a tutta l'amministrazione comunale, relativa ad una discussione nata in seno all'ultima seduta di consiglio comunale del 29 maggio scorso.

    _____________________

     In riferimento a quanto discusso in apertura dell’ultimo Consiglio comunale relativamente alla cerimonia di commemorazione di Luigi Di Rosa, tenutasi lo scorso 28 maggio presso il monumento dedicato ai Martiri dell’antifascismo, l’associazione Araba Fenice ritiene di dover intervenire per chiarire alcuni punti, poiché è stata tirata in ballo pur senza essere mai esplicitamente nominata.

    Il Consigliere Armando Uscimenti, che ringraziamo per la sensibilità, ma da noi non delegato, ha evidenziato l’assenza dell’Amministrazione comunale alla suddetta cerimonia negli ultimi due anni. Si precisa, però, che nel 2023, il Sindaco, dott. Lidano Lucidi, come da lui stesso ricordato, ha presenziato all’inaugurazione del Centro Studi “Luigi Di Rosa” (sito in una stanza concessa presso la Biblioteca comunale dalle precedenti Amministrazioni e confermata da quella attuale) e ha delegato il Consigliere Daniele Piccinella a partecipare in sua vece, con la fascia tricolore, alla commemorazione dello stesso anno. Non corrisponde a verità, quindi, l’assenza dell’Amministrazione in quell’occasione.

    Dispiace sottolineare, però, che in merito a quest’anno su nessun organo di stampa o canale ufficiale del Comune si è fatta menzione della ricorrenza, come invece giustamente avviene per altre situazioni. Il Sindaco e il Vicesindaco, inoltre, nelle loro dichiarazioni in Consiglio, hanno poi confuso i ruoli: se l’associazione organizza privatamente, da 13 anni, un Premio nazionale di storia contemporanea dedicato a Di Rosa con iniziative che hanno luogo nel mese di maggio e – previa richiesta di autorizzazione a chi di competenza – il corteo che da Piazza IV novembre porta al luogo dell’omicidio, la commemorazione ufficiale è invece da sempre prerogativa del Comune, che depone una corona ed invita la cittadinanza a partecipare. Negli anni precedenti, la consuetudine ha visto l’associazione, come organizzazione privata, ricevere l’invito del sindaco pro tempore a prendere parte all’evento, cosa che questa volta non è avvenuta. Non spetta, dunque, all’Araba Fenice dover organizzare la cerimonia, invitare qualcuno o dare la parola a chicchessia, come peraltro rammentato dal Consigliere Uscimenti. Si ricorda, infatti, al Vicesindaco, dott.ssa Michela Capuccilli, che la cerimonia di commemorazione è già di competenza delle Istituzioni e che quindi non ha senso dire, come da lei sostenuto in Consiglio, che “se vogliamo istituzionalizzare, dobbiamo noi [l’Amministrazione] organizzare la commemorazione di Di Rosa l’anno prossimo”. Tuttavia, durante il corteo e soprattutto durante la commemorazione del 28 maggio scorso, né il Gonfalone – che simboleggia l’intera comunità di Sezze – né la fascia di rappresentanza del Sindaco erano presenti. Solo al termine del discorso del Presidente dell’associazione, prof. Gian Carlo Mancini, che ha espresso il suo disappunto per l’assenza delle Istituzioni, e in seguito ad una sua diretta domanda (“Lei è qui in veste privata o come rappresentante dell’Amministrazione?”) la Capuccilli ha risposto di essere presente come libera cittadina, ma di avere la fascia tricolore in borsa.

    Per quanto riguarda la questione relativa al Patrocinio sollevata dal Sindaco, non capiamo cosa questo discorso abbia a che fare con la mancata presenza dell’Amministrazione la mattina del 28 maggio e tranquillizziamo il dott. Lucidi di non averne fatto richiesta per gli eventi legati al Premio. Sebbene riteniamo che il Patrocinio sia un modo per sentirsi parte di una comunità, con amarezza abbiamo constatato che la concessione dello stesso non apporterebbe alcun beneficio agli eventi dell’associazione, ma solo visibilità all’Amministrazione. Lo scorso anno, nonostante il Patrocinio – che prevedeva l’utilizzo gratuito di alcune strutture comunali da noi prenotate con largo anticipo –, abbiamo scoperto casualmente, tramite Facebook e a ridosso delle manifestazioni, senza alcuna comunicazione, che le stanze erano state occupate negli stessi giorni e nei medesimi orari da iniziative dell’Amministrazione, costringendoci a chiedere in affitto, all’ultimo momento, un locale privato. Alla richiesta di delucidazioni, purtroppo non abbiamo ricevuto risposta.

    Per chiarezza, comunque, l’Araba Fenice ci tiene a far sapere che tutte le spese necessarie alla riuscita delle iniziative da lei promosse negli ultimi anni sono a carico del Presidente dell’associazione e/o di piccoli e sporadici contributi esterni. L’invito che il Sindaco sostiene di aver esteso all’associazione, infine, si riferisce all’inserimento della manifestazione in memoria di Di Rosa all’interno del contenitore “Il maggio dei libri”; evento sicuramente lodevole, ma che nulla ha a che fare con le tematiche trattate dal Premio che, proprio per il suo significato, non dovrebbe essere equiparato ad altre iniziative. Ecco perché, ringraziando, abbiamo declinato l’offerta.

    L’Araba Fenice è sempre stata aperta al dialogo e al confronto perché convinta che la collaborazione e l’impegno possano essere motivo di arricchimento per il paese. Per tale ragione, sarà ben lieta di accogliere l’impegno che il Vicesindaco si è assunto la mattina del 28 maggio ad organizzare un incontro per una proficua collaborazione futura, auspicando che ciò avvenga il prima possibile.

     

     

    Il Presidente dell’Araba Fenice e del Centro Studi di Storia contemporanea Luigi Di Rosa

    Prof. Gian Carlo Mancini

  • Fratelli col botto

     

     

    Le persone normali trascorrono il capodanno tra amici ed in allegria, al ristorante o in casa, al teatro o ad un concerto. Allo scoccare della mezzanotte si stappa una bottiglia di spumante, si brinda al nuovo anno e ci si scambiano baci ed abbracci. Il capodanno dei Fratelli d'Italia invece è con il botto e non in senso metaforico…..
     
    Il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, nei mesi scorsi protagonista insieme a Giovanni Donzelli del dossieraggio contro quattro deputati del PD, i quali erano andati a visitare nel carcere di Bancali Alfredo Cospito in sciopero della fame, aveva deciso di festeggiare capodanno nella sede della Pro Loco di Rosazza, un paesino in provincia di Biella, dove è sindaca la sorella, Francesca Delmastro. Essendo un quasi ministro famoso, lo accompagnavano gli agenti della scorta. Alla festa erano stati invitati diversi poliziotti della penitenziaria, ossia personale sottoposto alla sua direzione, ei loro familiari. E già questa è una bella anomalia.
     
    Il deputato vercellese di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo, già segretario locale di Azione Giovani,  delmastriano della prima ora , dopo aver cenato in famiglia, in tarda serata si è unito alla festa nella sede della Pro Loco e nel corso dei festeggiamenti, preso dall'euforia, ha tirato fuori una pistola. Come un qualsiasi bullo da quattro soldi, uso a salutare il nuovo anno con botti e pistolettate, ha sparato ferendo il genero di un agente della scorta del sottosegretario. Luca Campana, l'uomo rimasto ferito, dopo qualche giorno ha presentato querela contro il deputato ed ha smentito la ricostruzione dell'accaduto data dal parlamentare: non è vero che ha raccolto da terra l'arma e si ferito da solo. Il colpo è partito mentre Pozzolo aveva l'arma in mano. La versione di Campana è stata confermata da un poliziotto presente alla festa, il quale ha precisato che Pozzolo è arrivato a fine serata, era allegro, ha tirato fuori la pistola senza che nessuno glielo avesse chiesto e all'improvviso è partito il colpo.
     
    Spetterà alla magistratura ricostruire esattamente come sono andati i fatti ed accertare le responsabilità di Pozzolo e di alcuni agenti che avrebbero dovuto, a detta di alcune testimonianze, anche loro esploso dei colpi di pistola alla mezzanotte.
     
    Pur volendo mettere in campo ogni sforzo di garantismo e prudenza sul percorso giudiziario, è evidente a tutti che la notte di San Silvestro, con il suo comportamento, Pozzolo ha dimostrato la propria inadeguatezza a ricoprire il ruolo di rappresentante dei cittadini, avendo agito in completo spregio dell'articolo 54 della Costituzione della Repubblica, secondo il quale: « I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore ».
     
    Non può certo definirsi una scelta disciplinata ed onorevole portarsi dietro una  pistoletta da borsa  ad una festa cui partecipano famiglie e minori, oltre che un sottosegretario del governo sotto scorta e suo compagno di partito, Andrea Delmastro Delle Vedove, ancor più poi che dal  revolverino  è partito un colpo che ha ferito una persona, per fortuna in modo lieve. Se a ciò si aggiunge che Emanuele Pozzolo ha pensato bene di invocare per sé l'immunità parlamentare, istituto serio che nasce per proteggere la libertà politica degli eletti e non per evitare le conseguenze di comportamenti individuali tanto bizzarri quanto inqualificabili, e soltanto in un secondo Al momento si è reso disponibile a fornire i necessari chiarimenti ea sottoporsi agli accertamenti, il quadro che emerge è davvero desolante.
     
    Peraltro con il passare dei giorni stanno emergendo sempre nuovi elementi che aiutano a chiarire questa pericolosa e grottesca vicenda e rendono indubbio che Pozzolo dovrebbe unicamente avvertire il dovere morale, in condivisione con la propria comunità politica, di dimettersi da parlamentare e non restare ad aspettare che il primo partito nazionale, cui appartiene, adotti i provvedimenti per ora solo evocati dalla Presidente del Consiglio nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenutasi l’altro giorno.
     
    Nessuno vuole infierire sul deputato di FdI e tantomeno trasformarlo in una sorta di capro espiatorio funzionale a colpire Giorgia Meloni, il suo governo e la maggioranza che lo sostiene. In gioco c’è qualcosa di ben più importante e precisamente il prendere sul serio il dettato dell’articolo 54 della Costituzione. Tale norma è chiara nell’indicare cosa significa essere classe dirigente affidabile e responsabile di un paese democratico e tutti devono rispettarla nello spirito e nella lettera. Aggirare la questione e sfuggire ad una decisione da parte sia della camera di appartenenza sia del partito in cui Pozzolo è stato eletto, significa solo svilire il senso della rappresentanza e della funzione legislativa esercitata dai parlamentari.
     
    Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio di destra destra, che ripetutamente ha rivendicato il possesso di tutti i titoli del suo mondo per guidare l’Italia, ha ora l’opportunità di spiegare proprio a questo suo mondo, in modo chiaro e senza equivoci, quali sono le responsabilità che derivano dall’esercizio del potere e quali sono i comportamenti inammissibili ed intollerabili, liberandosi non solo dei fantasmi del passato, ma anche delle contraddizioni del presente. Pozzolo politicamente le incarna tutte queste contraddizioni, dall’ideologia no-vax alla cultura delle armi, fino ad arrivare alla facilità con cui scade nelle provocazioni sui social. Finora la Presidente del Consiglio non ha avvertito il dovere di assumere decisioni forti di fronte a comportamenti inappropriati, sconvenienti e al limite del rispetto delle regole democratiche di diversi esponenti della sua maggioranza. Furbescamente si è limitata ad ammonimenti bonari, con l’intento di sfruttare le scorribande di questi suoi sodali fuori dal politicamente corretto per orientare gli umori degli elettori e non è stata sfiorata minimamente dall’idea di mettere mano al partito per ripulirlo da presenze ingombranti per timore di scoprirsi a destra.
     
    Il tempo dell'attendismo e dei tatticismi però è finito e il senso della regressione costante, della faciloneria, dell'arroganza ostentata da tanti esponenti della maggioranza richiedono un segnale forte. Il caso Pozzolo potrebbe essere anzi l'occasione per segnare un cambio di passo indispensabile per tutta la politica, senza distinzione di colore e schieramenti, per iniziare, dopo una lunga fase di rincorsa verso il basso, una competizione al rialzo.
     
    I dubbi che possano accadere sono molti, ma la speranza è l'ultima a morire.
  • Davigo e la giustizia disumana

     

     

    Piercamillo Davigo si è calato talmente nella parte del fustigatore dei costumi italici, da essersi ormai trasformato in una maschera. In nome di una concezione iperbolica e straniante dell’amministrazione della giustizia ha smarrito il senso dell’umanità e, traboccante di boriosa presunzione, considera normalità calpestare il servizio al diritto e alla legalità che ogni magistrato è chiamato a svolgere nell’esercizio delle proprie funzioni in uno stato democratico come il nostro, il quale ha il proprio fondamento nei principi e nei valori della Costituzione della Repubblica.
     
    L’ex PM di Milano, che verrà ricordato per aver sostenuto, parlando dei femminicidi, tutto divertito, alla Festa del Fatto Quotidiano, che costano meno tempo e pena di un divorzio, per aver detto riferendosi agli indagati prosciolti e agli imputati assolti che “non esistono innocenti ma solo colpevoli di cui non si è riusciti a dimostrare la colpevolezza”, finendo poi lui stesso imputato e condannato in primo grado, qualche giorno fa ci ha regalato un’altra perla di indiscutibile valore, suscitando neanche a dirlo grande sconcerto e profonda ripugnanza per le sue affermazioni. Invero e sinceramente c’è da stupirsi dello stupore, considerato che siamo al cospetto di un incallito recidivo riguardo dichiarazioni scioccanti. Ospite del podcast di Fedez, Muschio Selvaggio, Davigo ha ripercorso la stagione di Mani Pulite e alla domanda del conduttore su come si fosse sentito di fronte alla tragica scelta di alcuni indagati di togliersi la vita, ha affermato con zelo da questurino: “Purtroppo, per quanto sia crudo quel che sto dicendo, in questo mestiere capita che gli imputati si suicidino. La mortalità nelle carceri per suicidio è più alta che fuori”. La freddezza con cui si è riferito a tragedie personali di tal fatta lascia di stucco. Davigo poi ha aggiunto: “Lo so che è una cosa spiacevole quella che sto per dire, ma è la verità: le conseguenze dei delitti ricadono su quelli che li commettono, non su coloro che li scoprono e li reprimono. Perché altrimenti il ragionamento porterebbe a dire: allora non fate le indagini”. Come se quanto affermato già non bastasse, alla domanda del conduttore se fosse dispiaciuto almeno per il fatto che qualcuno dei suoi indagati, come ad esempio Raul Gardini, si fosse tolto la vita, l’ex pm ha rincarato la dose: "Ma certo che dispiace. Prima di tutto, se uno decide di suicidarsi lo perdi come possibile fonte di informazioni". Insomma l’ex magistrato considera i suicidi un danno collaterale, tutto sommato una conseguenza da mettere in conto e un prezzo accettabile da pagare. Soprattutto poi tali gesti estremi rappresentano un danno per i pubblici ministeri, in quanto comportano la perdita di una fonte investigativa, e non un male in sé.
     
    Non è necessario essere dei pericolosi alfieri del garantismo estremista per trasecolare di fronte a tanta tracotante mancanza di rispetto per la vita umana e per valutare simili affermazioni, a voler essere benevoli, quantomeno orripilanti.  
     
    Sotto il profilo strettamente giuridico e restando ancorati ai principi costituzionali un ex magistrato dovrebbe sapere bene che le persone detenute in via cautelare, prevista fino al tempo massimo di un anno, delle quali nessun giudice ha ancora accertato le responsabilità, non possono considerarsi colpevoli. Nel nostro ordinamento vige il principio della presunzione di innocenza e spesso gli imputati, ai suoi tempi come anche oggi, capita che finiscono prosciolti o assolti perché ritenuti non responsabili dei fatti loro contestati. Tuttavia una simile eventualità per Davigo, lo sappiamo tutti, non conta nulla, se si riferisce ovviamente ai comuni cittadini, ed è fondamentale invece se riguarda se stesso, trattandosi di un noto esponente di quella progenie di moralisti intransigenti, giudici inflessibili delle vite altrui ma strenui garantisti indulgenti e comprensivi se a dover essere accertati e giudicati sono i propri comportamenti. Quell’espressione, che derubrica la morte di un uomo indagato a perdita investigativa per il pubblico ministero, rivela la sua concezione dell’essere magistrato e la sua idea della funzione della custodia cautelare, evidentemente finalizzata ad essere uno strumento utile a strappare informazioni. L’indagato così si trova di fronte all’alternativa o parlare e riottenere la libertà o tacere e restare in gattabuia. Con buona pace anche di chi magari in carcere vi finisce innocente.
     
    Un magistrato maneggia la vita delle persone, le loro libertà, le loro reputazioni, le loro famiglie, le loro imprese con dipendenti e collaboratori e pertanto dovrebbe usare il massimo della cautela per evitare danni irreparabili in caso di errori, sempre possibili e tutt’altro che rari. Chiunque di noi, quotidianamente e qualunque sia il lavoro svolto, si interroga se sta facendo la cosa giusta, se sta cercando di raggiungere il bene oppure se sta sbagliando. Davigo invece ha un atteggiamento notarile, freddo e presuntuoso, non nutre dubbi e non manifesta incertezze di alcun genere quando esprime i suoi giudizi e compie i suoi atti e questo è spaventosamente pericoloso perché rappresenta l’anticamera dell’autoritarismo.
     
    Sarebbe un errore gravissimo e imperdonabile confondere un simile livore e un così profondo disprezzo, grondanti pregiudizio, verso gli altri con l’intransigenza e il rigore morale.
     
    La speranza è che Piercamillo Davigo rappresenti un fulgido esempio di ciò che ogni buon magistrato non deve essere nell’esercizio della sua funzione e il non seguire le sue orme è il migliore omaggio ai tanti giudici che ci hanno rimesso la vita senza mai sparare stupidaggini, con le quali alimentare il proprio ego e la propria inutile smania di vuoto protagonismo.
  • 5 Candidati sindaco, 14 liste, 212 candidati consiglieri. Ecco tutti i nomi

     

     

    Il dato è tratto. A Sezze è tutto pronto per le comunali. 212 candidati alla carica di consigliere comunale per 5 candidati sindaco. Consegnate tutte oggi alle ore 12 le 14 liste elettorali di tutti coloro che potranno essere votati ed eventualmente eletti dagli elettori setini.

    L’ex sindaco Sergio Di Raimo è sostenuto da 5 liste: Pd, Sezze Futura, Sezze Protagonista, Di Raimo Sindaco e Per Sezze. Il candidato del gruppo civico Lidano Lucidi è sostenuto da tre liste: Identità Setina, Lucidi Sindaco e Progetto Sezze 2000. Il candidato civico di centrodestra Serafino Di Palma è sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Impronta Setina e Sezze Cambia. La candidata sindaca Rita Polombi è sostenuta dalla lista Sezze Bene Comune. Il candidato sindaco Mirko Millozza dalla lista Partito Comunista Italiano.

    _____________________

     

     

    CANDIDATO SINDACO: SERGIO DI RAIMO

     

    Partito Democratico:

     

    1- BARATTA Andrea

    2- BARBATI Francesca

    3- CECCANO Alessia

    4- MARCHETTI Daniele detto “Daniele”

    5- MARCHETTI Luciano detto “Luciano”

    6- MATTEI Vincenzo detto “Nzino”

    7- RIZZO Paolo

    8- SALVATORI Ilaria

    9- TRUINI Marino

    10- USCIMENTI Armando

    11- SAVILLI Pietro

    12- SORANO Giovanni

    13- ULGIATI Rachele

    14- VENDITTI Luisa

     

     

    Sezze Futura:

     

     

    1- POLIDORO Enzo

    2- FERRAZZOLI Alessandro

    3- ARDUINI Gaetano

    4- MORALDO Giovan Battista

    5- BRICIU Dorin Adrian

    6- DI PROSPERO Alessandro

    7- GSCHWÄNDLER Annarose

    8- GUERRIERI Leonida

    9- MARCHETTI Giovanna

    10- MOROSILLO Marilena

    11- RAPONE Consuelo

    12- PALMIGIANI Marika

    13- PELLEGRINI Antonello

    14- QUATTROCIOCCHE Adolfo

    15- VENDITTI Paola

    16- SIRAGUSA Giuseppe

     

    Sezze Protagonista:

     

    1- CASILLO Pier Paolo

    2- COSTANTINI Antonella

    3- DI EMMA Fabio Patrizio

    4- DI PETRILLO Daniela

    5- FIORI Cristina

    6- LUCCONE Patrizia

    7- FANTAUZZI Manuela

    8- MERCURI Fabio

    9- PANFILIO Pietro

    10- PERNA Pamela

    11- ROSELLA Alessandra

    12- VALLERIANI Lidano

    13- DE MARCO Roberto

    14- CARDARELLO Annalisa

     

    Di Raimo Sindaco:

     

    1- AGOSTINI Debora

    2- BUGIA Maximilien

    3- CONSOLI Luca

    4- COSTANTINI Michele

    5- FANTIGROSSI Franco

    6- LEVA Gianluca

    7- LOMBARDI Luciana

    8- MARCHETTI Sara

    9- MARCHIONNE Paolo

    10- PECORILLI Sabrina

    11- PECORILLI Vanessa

    12- OTTAVIANI Francesca

    13- DE ANGELIS Marina

     

    Per Sezze:

     

    1- CALVANO Mauro

    2- CAMMARONE Mariangela

    3- CERRONI Alessia

    4- CIOCCA Giorgia

    5- FIORETTI Filiberto

    6- AMOREEA Crima Lupu

    7- CONTI Emanuela

    8- MARCHIONNE Amerigo

    9- MONTAGNOLA Luca

    10- PALMA Stefania

    11- REGINALDI Federica

    12- ROCCASECCA Valeria

    13- SALVATORI Annamaria

    14- SILIAN Alexandru

    15- VALENTI Filippo

    16- ZOMPARELLI Sara

     

    CANDIDATO SINDACO: LIDANO LUCIDI

     

     

    Identità Setina:

     

    1- ANTONUCCI Giovanni

    2- CALABRESI Salvatore

    3- CALVANO Gianluca

    4- CAMPAGNA Lorella

    5- CAPUCCILLI Michela

    6- CARDARELLO Andrea

    7- CASALINI Pasquale

    8- FIASCHETTI Serena

    9- FERNANDEZ MAYORALAS PEREZ Maria Dolores detta “Lola”

    10- OTTAVIANI Alessia

    11- PAGLIA Franco

    12- PECORILLI Federica

    13- PICCINELLA Daniele Giancarlo

    14- RIETI Luigi

    15- SPATARELLA Livia

    16- VOTOLO Giovanni

     

    Lucidi Sindaco:

     

    1- DEL DUCA Pietro

    2- BALESTRIERI Mattia

    3- BRUNO Maria

    4- COSTANTINI Iole

    5- DI GIORGI Paolo

    6- LAMA Federica

    7- LUCIDI Gianluca

    8- MINOTTI Vittorio

    9- MOLINARI Ignazio

    10- PALOMBO Dino

    11- PERNARELLA Marie France detta “Franca Bernabei”

    12- PICCARO Mattia

    13- REGINALDI Giuliano

    14- ULGIATI America

    15- VALI LUCARINI Alessia

    16- ZACCHEO Rosetta

     

    Progetto Sezze 2000:

     

    1- BERNASCONI Ignazio detto “Fabio”

    2- AGOSTINI Luisina

    3- ALBINI Enzo

    4- BABBO Valentina

    5- BELLI Albertina

    6- BERTI Marco

    7- CASADEI Abele

    8- CIPOLLA Veronica

    9- CONTENTO Fabio

    10- D’ANGELO Giorgio

    11- FIORI Roberto

    12- LA DELFA Christian

    13- MIRONTI Pierina

    14- PARISI Marzia

    15- REITER Kevin

    16- SANTORO Orlando

     

    CANDIDATO SINDACO: SERAFINO DI PALMA

     

    Impronta Setina – Di Palma Sindaco:

     

    1- FANTIGROSSI Alessio

    2- TARTAGLIA Roberto

    3- ALTOBELLI Lucia

    4- CARCHITTO Simone

    5- CASALINI Annalisa

    6- CERRONI Maria Carla

    7- COCCIA Alessandra

    8- COMPAGNO Pierino

    9- ERCOLANI Maurizio

    10- IACOVACCI Melissa

    11- LA FACE Tiziana

    12- MELE Ester

    13- MILIUCCI Valentino

    14- OTTAVIANI Francesca

    15- RECINE Mary

    16- TERELLA Susj

     

    Fratelli d’Italia:

     

    1- QUATTRINI Orlando

    2- BELLI Roberta

    3- CANTARELLI Maria Oliva

    4- DEL MONTE Monica

    5- DI FABIO Valentina

    6- MOROSILLO Keti

    7- POZONE Erika

    8- BRUSCHI Sergio

    9- CAPRARO Amerigo

    10- CASTALDI Luigi

    11- IACOVACCI Angelo

    12- LOFFREDI Benedetto

    13- PALMA Giancarlo

    14- PALOMBI Giovanni Federico

    15- TERELLA Emanuel

    16- ZEWBRENIUC Marian Tiberiu

     

    Sezze Cambia:

     

    1- LOFOCO Edoardo Maria

    2- ROSELLA Germana

    3- CASTALDI Eleonora

    4- VICARO Annalisa

    5- FIORE Elisa

    6- ABBENDA Tiziana

    7- GHIRIGHINI Emanuela

    8- RUSSO Fabrizio

    9- TODI Mauro

    10- CADARIO Fabrizio

    11- LAOUIZEB Kevin

    12- VENERUCCI Salvatore

    13- LATUILLE Alberto

    14- MAIORANI Danny

    15- CATUZZI Veronica

    16- FERRARI Giovanni

     

    Lega:

     

    1- COLONGI Elisabetta

    2- COTET Marian

    3- DEL PACE Patrizio

    4- GENITI Massimo

    5- MACALI Armando

    6- MARCHIONNE Bianca

    7- PERNA Andrea

    8- PICCARO Bruno

    9- PICCOLO Carlo

    10- PUSCHITA Eremia Isaia

    11- RANUCCI Lea

    12- RELLA Valentina

    13- RIETI Lorella

    14- SETINI Bruno

    15- TRAPANI Antonio

    16- VALLE Domenica

     

    CANDIDATO SINDACO: RITA PALOMBI

     

    Sezze Bene Comune:

     

    1- BONNE ANNÉE Fabrizio

    2- DI TOPPA Maria Vittoria

    3- FILIGENZI Roberta

    4- TOMEI Paolo

    5- LENNE’ Rhea

    6- NOCE Sofia

    7- GIORGI Claudia

    8- CIAMPINI Giorgio

    9- BARATTA Maurizio

    10- SANTUCCI Andrea

    11- DE CIANTIS Luigi

    12- CAMPOLI Gianni

    13- LOMBARDI Vilma

    14- D’AMBRINI Federico

    15- MANTOVANI Daniela

    16- PECORILLI Martina

     

    CANDIDATO SINDACO: MIRKO MILLOZZA

     

    Partito Comunista Italiano:

     

    1- LEONORO Gaetano

    2- ROSSI Claudio detto “Lalletto”

    3- GIACOMI Massimiliano

    4- CAROCCI Alberto

    5- APPETITO Tommaso

    6- DE ANGELIS Loreto Lenino

    7- VETICA Davide

    8- DI BENEDETTO Anna

    9- ANGELINI Maria Cilina

    10- VETICA Nicole

    11- ROTONDO Marina

     

  • Di Raimo candidato sindaco. L'investitura ufficiale del partito

     

     

    Il candidato sindaco del Pd è Sergio Di Raimo. Nella riunione del direttivo terminata poco fa, oltre il 70 per cento dei componenti ha votato un documento politico dando il via libera alla candidatura del sindaco uscente. L'investitura dell'ex sindaco è ufficiale e nei prossimi giorni lo stesso partito renderà pubblica la notizia. Il documento di sostegno alla ricandidatura del Sindaco uscente ha ottenuto una maggioranza schiacciante dei membri del direttivo. Nessuna candidatura alternativa è stata presentata nei modi, nei tempi e nelle forme previsti dall’art. 16 dello Statuto del Partito Democratico del Lazio. Le voci di altre possibili candidature sono rimaste tali. Nel direttivo di poco fa, alla presenza anche del commissario dem on. Matteo Mauri, la candidatura di Sergio Di Raimo è risultata, in questa fase e in questo contesto, la più idonea a garantire un campo largo progressista e democratico e una coalizione ampia, competitiva ed inclusiva. Nell’ultima riunione del direttivo tenutasi il 30 Luglio lo stesso Commissario della Federazione Mauri, prendendo atto del dibattito, aveva ribadito con chiarezza nelle sue conclusioni che l’unica candidatura in campo era quella di Sergio Di Raimo e aveva invitato il Segretario del circolo Daniele Marchetti a promuovere sessioni di incontro e confronto sui temi politici e programmatici fra il candidato e gli organismi del partito locale. Inoltre, all’indomani dello scioglimento anticipato del consiglio comunale di Sezze, il Sindaco uscente Sergio Di Raimo aveva dichiarato la sua disponibilità alla ricandidatura, diverse volte ribadita nelle riunioni del direttivo di circolo. Il PD di Sezze ha proceduto quindi ad una serie di incontri con forze politiche e liste civiche a seguito della elaborazione di un documento politico-programmatico. I soggetti civici che hanno governato insieme al centrosinistra nelle ultime consiliature, e in maniera specifica le liste che facevano parte della coalizione di centrosinistra nell’ultima esperienza amministrativa (assommando circa il 35% dei voti alle elezioni del 2017), hanno evidenziato la ferma e compatta disponibilità al sostegno della ricandidatura di Di Raimo. Il Pd, in questo periodo, ha svolto incontri anche con la lista civica Sezze Bene Comune, all’opposizione nell’ultima consiliatura  e con Art. 1 che hanno espresso la loro contrarietà all’ipotesi di eventuali primarie di coalizione. Archiviata la fase delle primarie e concluso il percorso interno alla scelta del candidato sindaco, adesso il Pd locale deve recuperare terreno proponendosi alla città con un programma realizzabile e con la ferma e necessaria intenzione di fare tesoro degli errori commessi in passato, per evitarne degli altri, partendo dai bisogni e dalle esigenze concrete della comunità setina. 

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