Luci e ombre alla Sagra del Carciofo. L'analisi di Setina Civitas
Archiviata la 54' Sagra del Carciofo si tirano i bilanci del più grande evento della città. Luci e ombre per il presidente dell'associazione Setina Civitas Ignazio Romano,che in una nota pubblicata sul sito dell'associazione setino.it, sottolinea alcuni aspetti negativi della manifestazione.
"Quest'anno si è scelto di chiudere il centro storico dal sabato, interpretando questo come la Sagra estesa a due giorni. In effetti, come documentato sulle pagine di setino.it in Aspettando la Sagra tra il 2005 e il 2013 gli eventi del tradizionale appuntamento, pur senza la chiusura del centro storico, si estendevano a quattro giornate partendo dal giovedì, con il coinvolgimento delle scuole e degli altri soggetti culturali. Soggetti quest'anno rilegati alla sola giornata di sabato e, con l'eccezione della scuola alberghiera ISISS Pacifici e De Magistris, a poco altro. L'assenza di un impegno particolarmente rilevante delle scuole, a cui eravamo abituati - afferma Romano - non è l'unica cosa che salta all'occhio in questa 54° edizione della Sagra. Infatti, da porta Pascibella a via Guglielmo Marconi era evidente l'assenza dei gazebo gialli della Coldiretti, di cui ha fatto onorevolmente parte il compianto Vittorio Del Duca. E quì è da sottolineare in negativo proprio la cerimonia della seconda edizione del premio intitolato a "Del Duca" condotta a porta Pascibella in maniera poco ortodossa. Le foto restano i soli documenti incontrovertibili, e quelle pubblicate in queste pagine lo sono".
Tuttavia, anche per Setina Civitas, non sono mancati eventi di pregio. " Sempre grazie ai cittadini e alla associazioni culturali - afferma Romano - sono da sottolineare le esposizioni di foto, oggetti e messa in scena di momenti della tradizione, mentre nella giornata di sabato, spiccano il Convegno su San Carlo da Sezze, tenuto dall'omonimo Centro Studi e dalla Confraternita del Sacro Cuore, e la Lettura delle poesie di Antonio Campoli, grazie all'associazione Tibbo Tabbo. In serata e nella giornata di domenica i grandi attrattori di giovani, e non solo, sono stati i concerti al Parco della Rimembranza. La 54° edizione della Sagra è stata completata dai vari gruppi folkloristici e dalla degustazione e la ristorazione fatta dagli esercenti, ma anche dalle associazioni culturali di Sezze, così come accade oramai dagli anni novanta, ovvero da quando l'evento è stato spostato nel centro storico".
In conclusione la Setina Civitas, sottolinea un aspetto a dir poco centrale, e cioè il carciofo, sempre meno presente. "La produzione del carciofo va sempre più diminuendo, mentre per migliorare l'evento fieristico, tra il 2007 e il 2009, un coordinamento di soggetti che partecipano alla Sagra ha avanzato alcune proposte per migliorare concretamente la manifestazione, che si possono riassumere in tre punti cardini: Un disciplinare che descrive e regolamenta tutte le attività da svolgere; un logo tipico che ne contraddistingue l'origine; e l'iscrizione all'albo regionale degli eventi tipici e delle fiere. Troppo ingombrante e troppo astringente per le abitudini locali che da sempre mettono le pastoie allo sviluppo locale".
La Passione di Cristo patrimonio culturale. Le parole del vicesindaco Capuccilli
La sera del Venerdì Santo, il 18 aprile 2025, le strade del centro storico di Sezze torneranno a trasformarsi in un grande palcoscenico a cielo aperto per la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, uno degli eventi più sentiti e partecipati del panorama culturale e religioso del Lazio. Con una tradizione che affonda le radici nei secoli, la Passione di Sezze non è solo uno spettacolo, ma un vero e proprio rito collettivo, capace di unire generazioni e comunità in un’esperienza intensa, commovente e profondamente identitaria. I quadri viventi, le scene della Via Crucis, i costumi, le musiche e la partecipazione di centinaia di figuranti coinvolgono ogni anno cittadini e visitatori in una narrazione emozionante degli ultimi momenti della vita di Gesù Cristo.
A sottolineare il valore di questo appuntamento è Michela Capuccilli, assessore alla Cultura e vicesindaco di Sezze, che con orgoglio racconta l’impegno dell’amministrazione comunale a sostegno della manifestazione, non solo con il doveroso e convinto patrocinio all’evento: “Come amministrazione ci sentiamo in dovere di supportare il lavoro dell’associazione – dichiara Capuccilli – e non solo perché è una manifestazione inserita nello statuto comunale, ma perché è conosciuta in tutto il mondo, è unica nel suo genere e sfila per le strade e i vicoli coinvolgendo tantissime persone. La cittadinanza esce di casa per vederla e per vivere questo momento insieme ai figuranti, che già da settimane prima del Venerdì Santo si adoperano, lavorano e si preparano per offrirci questo spettacolo”. L’evento, infatti, non si limita alla sola rappresentazione scenica, ma diventa un catalizzatore sociale, culturale e identitario: “La Passione – prosegue il vicesindaco – lega tantissime persone da anni: come un rito si ripete ed è bello vedere come anno dopo anno i bambini crescono, cambiano di quadro e coltivano questo amore profondo che mostra segno di appartenenza ed orgoglio”. Non a caso, Sezze è attivamente coinvolta in un percorso di riconoscimento UNESCO per il patrimonio immateriale delle Sacre Rappresentazioni, attraverso l’adesione alla Europassione per l’Italia e alla Rete dei Sindaci. “Un vero patrimonio culturale – conclude Capuccilli – di cui dobbiamo sempre avere massima cura e che dobbiamo tramandare alle future generazioni con impegno. Molte persone vengono a vederla da fuori e per Sezze è una vetrina che porta movimento, visibilità e indotto”. La Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo è quindi molto più di un evento religioso: è una manifestazione dell’anima collettiva di Sezze, una tradizione che continua a vivere e a rinnovarsi, ogni anno, nel cuore della sua comunità.