“In arrivo ancora una scadenza fiscale per i contribuenti alle prese con l’emergenza epidemiologica e da una crisi economica disastrosa anche in virtù di forti cataclismi”. Lo annuncia Vittorio Accapezzato in una nota riferendosi alla scadenza relativa al saldo della nuova Imu prevista per il 16 dicembre. “Stiamo attraversando la peggiore crisi dal dopoguerra. Non ci troviamo di fronte a tradizionali lamentele della gente ma a una realtà seria e preoccupante. Si spende meno e le attività, i commerciali, di ristoro e alberghiere ecc-sono costrette ad abbassare le serrande per mancati incassi. La crisi colpisce tutti. Si registra soprattutto un calo dei consumi alimentari, sia dal punto di vista della quantità che qualitativo. L'economia italiana non cresce, anzi è in grave stagnazione. Il settore agricolo, in tutti i suoi comparti, soffre da qualche tempo di una complessa difficoltà. L’esiguo prezzo del latte, la mancanza di tutela dei prodotti tipici, il costo del prezzo dei carburanti, il calo dei costi per alcuni dei principali comparti, come cereali, frutta, le difficoltà di accesso al credito, e ancora gli alti costi produttivi e contributivi per le aziende, l’onere dell’Imu fabbricato strumentale agricolo, la burocrazia, gli accordi comunitari con i Paesi Mediterranei, rappresenta solo una parte delle problematiche che soffocano il settore. Un pieno sostegno agli agricoltori - scrive l’ex consigliere comunale - doveva giungere da parte dell’Amministrazione comunale con una rimodulazione dell’imu per alleggerirne le spese. Ultimo appuntamento dell’anno con le tasse sulla casa il prossimo 16 dicembre prossimo, la scadenza per il versamento del saldo della nuova IMU, disciplinata dalla Legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di bilancio 2020) ha abrogato le disposizioni che disciplinavano IMU e TASI. Per i fabbricati rurali strumentali che non erano soggetti all'Imu nel 2019, si applica, in seguito all'abolizione della Tasi, l'aliquota di base pari allo 0,1%. In assenza di delibera azzeramento di detta aliquota da parte del comune. Quest’altro tributo mette seriamente in crisi le imprese agricole che già stanno attraversando momenti di grande difficoltà. I singoli comuni, però, hanno ampia facoltà di modulare questa tassa che è pari allo 0,1 per cento e ridurla fino all’azzeramento come riportato al comma 750 della legge sul bilancio 2020 n. 160/2019. Quest’occasione per fare qualcosa di concreto, sfidando il momento di crisi e dando così un chiaro segnale di sostegno al settore agricolo a Sezze è stata disattesa nella seduta del consiglio comunale n.19 del 10/07/2020. La mancata possibilità di porre al minimo o azzerare l’aliquota IMU riducendo l’imposizione sui fabbricati strumentali alle attività agricole significa in termini economici che per gli agricoltori di Sezze un aggravio d’imposta imu in base all’imponibile dell’immobile che va da circa 70 a 300 euro. Tutto questo rischia di provocare una situazione insostenibile per i nostri agricoltori che rischiano di trovarsi nell’impossibilità di pagare un aggravio impositivo non discolpato di un azzeramento. La mancata sensibilità verso la specificità del settore agricolo e della composizione del patrimonio immobiliare produttivo, non escludendo dall’assoggettamento a tributo i fabbricati rurali strumentali porteranno un peso intollerabile che si ripercuoterà inevitabilmente sul reddito degli agricoltori e sulla produttività dell’intero settore”.