Nel miracolo di Lazzaro scopriamo che la bellezza della vita di un discepolo è vivere in atto la resurrezione di Gesù.
Questa verità esistenziale, alla quale Gesù oggi vuol richiamare la nostra attenzione, passa attraverso l’esperienza del credere.
È molto bello come Gesù rivolgendosi a Marta abbia detto: “Chi crede in me anche se muore vivrà e chiunque vive e crede in me non morrà in eterno”.
Ma cosa vuol dire credere?
Credere è spalancare la nostra esistenza alla signoria di Gesù; è l’uomo che, assetato di verità e di luce, dice al Signore: invadi la mia vita!
Credere è quando la persona di Gesù diventa l’anima della nostra anima. Il Cristo viene ad abitare in noi e abitando in noi diventa il principio di ogni nostra scelta.
Credere è il Risorto che plasma talmente la nostra esistenza che ormai noi viviamo da “risorti”.
Gesù nella risposta data a Marta che gli diceva: “so che risorgerà nell’ultimo giorno”, corregge il tiro: noi non risorgeremo domani ma nell’ultimo giorno e l’ultimo giorno è l’oggi di Dio! Da quando è stato mandato su di noi lo Spirito Santo è cominciato l’ultimo giorno.
Oggi siamo in stato di attiva resurrezione quando viviamo del credere! Oggi noi stiamo già risorgendo, pur vivendo nelle contingenze e nelle oscurità della storia. Basti pensare all’esempio dei Santi, che sono vissuti e vivono fuori del tempo.
Per noi non c’è il problema del domani, per noi tutto è oggi! Oggi il Risorto dimora in noi perché oggi viviamo di Lui e il risorgere finale non sarà altro che la definitività della nostra esistenza.
Uno dei drammi dell’uomo contemporaneo è quello di non gustare la bellezza dell’oggi.
Come l’uomo vive ogni giorno perché respira, così il credente, respiro di Dio, ogni giorno risorge in Gesù, con Gesù e come Gesù.
Noi siamo già nell’ultimo giorno, stiamo aspettando la definitività pienamente liberante.
Questa concezione è la bellezza della nostra esperienza di fede (anche se ancora per del tempo devo stare chiuso/a in casa per il maledetto virus): lasciarci invadere dal Maestro, facendo della nostra vita una crescente sintonia con Lui.
E allora quando moriremo saremo nella pienezza della risurrezione.
Il morire del credente è la pienezza del vivere.
Camminiamo in questa visione che è ricca di speranza perché ci fa dire che i guai della vita sono di un istante, ma il Signore è il Signore ed il Signore è una eternità già presente.
Don Anselmo Mazzer