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Lo stand-by amministrativo non duri troppo a lungo

Dic 08, 2021 Scritto da 

 

 

Le attese miracolistiche di un radicale e immediato cambiamento stanno sfumando come nebbia al sole. La realtà dei fatti è dura, poco romanzesca e romantica, irta di ostacoli. Le risorse finanziarie dei Comuni sono esigue, molto limitate, bisogna cercarle e saperle trovare. La nuova maggioranza civica, per la scarsa esperienza e competenza, non sembra in grado di proporre un disegno alternativo per il breve e medio termine. La maggioranza degli elettori ha voluto legittimamente cambiare ma adesso si interroga sul come e quando, dimostrando che il voto di convenienza non ha molta strada da percorrere. La verità sta nel fatto che si è voluto spezzare un percorso di continuità, seppure ad ostacoli e con ritardi e insufficienze e che aveva assoluto bisogno di una svolta; governo della città che per anni ha garantito stabilità e servizi, offrendo così il fianco a un futuro pieno di incognite e privo di un programma e di un disegno politico. Per fortuna il consenso non è andato a Destra ma, purtroppo, neanche a Sinistra. Non è stato, a parer mio, il trionfo dell'antipolitica ma della apolitica. Cambiare per cambiare, in segno di protesta, restando in attesa. La città resta così parcheggiata, in stand-by, col rischio di un isolamento nel contesto territoriale e provinciale. Non si può governare nella autosufficienza e supponenza, distanti dai partiti di riferimento locale, regionale e nazionale. Così non si va da nessuna parte. Il territorio di un Comprensorio, di un Ente sovracomunale come la Provincia è una unità storica e geopolitica con le stesse tematiche e risorse, con i medesimi problemi del lavoro ai giovani, con il risanamento dell'ambiente, con le reciproche vocazioni e  infrastrutture: le città sono tra loro interdipendenti a meno che non si pensi di vivere ancora nel mondo feudale e nel vecchio  contado. il primo banco di prova, a tal proposito, è costituito dalle imminenti elezioni del Presidente e della Giunta Provinciale. Dove si collocheranno i nostri rappresentanti setini? Con chi si schiereranno? Dopo l'ondata velleitaria e "asfaltista" contro i comunisti, la maggioranza comunale di Sezze dovrebbe decidere con chi stare, cercare interlocutori affidabili e idealmente vicini per poter offrire certezze ai propri cittadini. Per fare ciò bisogna abbandonare le sirene dell'antipolitica e le vergognose invettive funerarie e cimiteriali, che non appartengono neanche alla Destra. Occorre offrire un orizzonte concreto e sicuro, senza più indugio e ambivalenze. Il voto amministrativo di Ottobre contiene in sé pericoli e tendenze di qualunquismo e di indifferenza, di distacco e di disprezzo verso la politica e i partiti. La democrazia si fonda sui partiti, rinnovati e riformati e non sul qualunquismo.  A mio parere ci sono ancora speranze per costruire una fase nuova e più feconda di risultati, salvando il salvabile e buttando al macero gli stracci vecchi. Il guscio che avvolge la Giunta Comunale è fragile e ondivaga. Occorre uscire da un certo infantilismo politico e assumere comportamenti maturi. Sperando che l'attesa, lo stand-by della nuova Amministrazione comunale non duri all'infinito perché la buona politica vive di speranze ma anche di certezze.

Pubblicato in La Terza Pagina
Vincenzo Mattei

 

Dirigente scolastico e pubblica amministrazione

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