Durante l’ultima campagna elettorale abbiamo assistito a un lugubre tamtam sulla triste vicenda del Cimitero. Si sono sentite in giro battute al vetriolo, come quella “se i morti potessero parlare... si rivolterebbero nelle tombe". Affermazioni talmente vergognose e riprovevoli da ferire i sentimenti profondi di ognuno di noi e da condizionare il voto, sostenuti in ciò da una martellante propaganda di alcuni mass media locali e nazionali. Il colpo è andato a segno e molti elettori, sconvolti e sgomenti, anche per questa ragione hanno votato in un certo modo. Si è trattato di una immonda speculazione elettorale di cui qualcuno, prima o dopo, si dovrà vergognare e pentire. Il tempo è galantuomo. La ferita non si rimarginerà facilmente e la giustizia farà il suo corso e ristabilirà la verità dei fatti. Intanto tutta la vicenda è stata circoscritta a pochi responsabili. Ebbene, come se ciò non bastasse, la nuova amministrazione comunale si accinge a "farci pagare" una seconda speculazione. Il Commissario prefettizio, durante la sua permanenza a Sezze, ha adottato frettolosamente un aggiornamento del Regolamento cimiteriale con cui ordina ai proprietari di loculi, tombe e cappelle, di stipulare un contratto con l'esborso di somme di denaro, con tutto il regresso, per il mancato contratto di acquisto e di vendita. Si tratta di somme di denaro tese a sanare situazioni che risalgono molto indietro nel tempo(alcune persino agli anni 1940). Al danno si aggiunge la beffa. La nuova maggioranza consiliare può e deve mettere mano al Regolamento del Commissario prefettizio, in virtù dei poteri e delle competenze che la legge le attribuisce. In una lettera indirizzata al Sindaco, Rinaldo Ceccano gli chiede di modificare e di mettere mano al Regolamento cimiteriale affinché i costi previsti, a volte ingenti e non dovuti, non ricadano sui cittadini. Occorre impugnare l'Atto del Commissario mediante una sanatoria a costo zero, perché la mancanza di documenti e l'assenza dei relativi contratti, delle registrazioni e concessioni, non si può addebitare ai cittadini; nessuna responsabilità può ricadere su di essi, dopo un arco di tempo così lungo non dipendente da loro. L'Ente comunale ha dunque il dovere di dotarsi di un censimento puntuale sella situazione esistente, utilizzando tutti i dati in suo possesso e prescrivendo ogni addebito a carico dei cittadini. Non si può fare cassa sui defunti! Non è lecito né moralmente accettabile. Sarebbe la seconda volta che si speculerebbe sui nostri cari defunti! Per quanto mi riguarda, invito calorosamente i consiglieri comunali più sensibili a farsi carico della questione prima che sia troppo tardi. L'Avviso pubblico è già stato affisso all'Albo Pretorio ed è già in vigore.