Mai, come ora, serve un congresso, un congresso di svolta. Non solo perché lo prevede lo Statuto ma perché serve un ripensamento radicale della politica. Il tempo che stiamo vivendo corre velocemente e trasforma gli uomini e le cose rapidamente e la politica, che è lo strumento migliore di cui la democrazia dispone per cambiare lo stato presente, deve adeguare i propri strumenti e modi di essere. La batosta elettorale subìta dal Pd nelle ultime elezioni amministrative (ha ottenuto solo il 10% dei voti espressi), segna il punto più basso della storia decennale di questo partito che ha garantito progresso e stabilità, protezione delle categorie sociali più deboli, sanità e istruzione di eccellenza, strutture sportive, rinascita di Suso e di Sezze dalla povertà, l'affermazione del mondo agricolo e artigianale a livello regionale. Un modello di partecipazione per i Monti Lepini e per la Provincia pontina. La sconfitta elettorale e l'alta percentuale di astenuti (quasi il 50% degli aventi diritto) è il risultato di errori compiuti ma soprattutto dello scollamento e della sfiducia dei cittadini verso il partito e verso e istituzioni. In politica non è il popolo che sbaglia! Allora questo è il momento di cambiare! Abbiamo di fronte un bivio che da un lato può portarci verso il declino e, dall'altro, può costituire il punto di rinascita. Per un verso si rischia di trasformare questa città in una periferia collinare, per l'altro si possono mettere le basi per il fiorire di una Comunità moderna, vivace, espressione di cultura e di intelligenza, come ci dimostra il passato. Questa sfida si deve affrontare sia per un obbligo morale verso coloro che ci hanno preceduto sia a favore delle giovani generazioni che stanno subendo gravi ingiustizie e diseguaglianze, nella scuola e nel mondo del lavoro. Occorre, allora, ricostruire un partito aperto, plurale, ricco di valori ma anche di azioni pratiche, concrete, non parolaio e sempre alla ricerca del bene comune, che faccia prevalere sempre il noi sull'io. Si tratta soprattutto di rinsaldare il senso civico e il rispetto degli altri, di combattere l’onda prepotente del conformismo e della massificazione delle coscienze da parte dei mass media, dell'indifferenza e del qualunquismo, della sottomissione a modelli artificiali e "stupefacenti", del successo e del denaro da perseguire ad ogni costo. È un compito educativo che spetta alle famiglie, ai partiti, alle associazioni, agli adulti. La verità è che, in questa fase, manca la capacità di egemonia culturale di mettere in campo idee e azioni concrete per ricostruire il rapporto di stima e di fiducia del cittadino. Accadono sempre più spesso, anche da noi, episodi di aggressione e di intolleranza di ragazzi che vanno alla ricerca di come sfogare la loro rabbia di fronte a un futuro privo di speranza. Accanto alla necessaria repressione, occorre un'opera di persuasione che imponga, non solo a parole ma con l'esempio e il buon comportamento, il rispetto delle regole della convivenza sociale. Non mi preoccupa che qualcuno possa invocare meno spirito pedagogico e paternalistico: oggi serve parlare chiaro e deciso. La città deve essere rinnovata nelle sue strutture e infrastrutture, attraverso la promozione della cura dell'ambiente, la parità di genere, il diritto allo studio, e alla formazione, l'incentivazione all'agricoltura biologica, all' ammodernamento del Centro storico, a un piano di parcheggi... Ciò richiede una scala di valori a cui fare riferimento ma anche azioni concrete e la propensione all'ascolto, alla partecipazione e alla condivisione. Qualcosa, direi, che viene prima della politica e che non è mai negoziabile. Le elezioni di ottobre hanno assegnato il governo della città a un raggruppamento di liste civiche. Una novità assoluta nella storia del paese, che testimonia la profonda e forte protesta e la volontà di un cambiamento e di svolta nella gestione della cosa pubblica. Il PD ha il compito di stare all'opposizione, una opposizione costruttiva, tesa al bene della città e a una dialettica civile e puntuale, sollevando questioni e proponendo soluzioni nell'interesse esclusivo della città, evitando scorciatoie e ammiccamenti di ogni genere e ogni tentativo di vendetta e di demonizzazione. Il tempo è galantuomo e non mancheranno occasioni per una verifica e una possibilità di incontro. Ricostruiamo il partito e il resto verrà con sé. Alla fine vincerà chi ha più filo da tessere.