Si temeva che la sconfitta del Pd, alle elezioni comunali del trascorso Ottobre, potesse significare il preludio di una brutta stagione della politica locale. Anch'io sostenevo convintamente questa sventura, a tal punto di accettare all'ultimo momento di candidarmi, pur intravedendo grosse difficoltà di riuscita. Una mia testimonianza di affetto perché un buon risultato elettorale avrebbe potuto costituire il nucleo rifondativo, politico-amministrativo, per la rinascita della Sinistra e del Centrosinistra a Sezze, di cui si avvertiva l'urgenza. Un salvagente e un buon viatico per una nuova stagione partecipata e democratica del paese. In caso di sconfitta, si pensava, tutto sarebbe stato più difficile, se non impossibile. Dalle ceneri non nasce la vita; meglio ragionare da vivi che da morti (si diceva). Le cose sono andate in un certo modo, ma questo non è il momento di recriminare né, soprattutto, di scambiare l'effetto con la causa. Vero è che da tanti anni la Sinistra, e in particolare il PD, hanno smarrito la bussola dell'orientamento e del contatto con la realtà sociale ed economica della città. L'incapacità di filtrare le legittime aspirazioni e tradurle in scelte, di guidare il sistema e di capire l'anima e le istanze di attesa della città. Ci si è illusi che bastasse solo la gestione ordinaria dell'esistente per poter andare avanti. Invece la realtà è stata più dura di ogni previsione e immaginazione. A volte basta un incidente di percorso per far crollare un castello costruito sulla sabbia! Vero è che le profonde trasformazioni della città non sono state prese nella giusta considerazione e ci si è affidati, colpevolmente, alle sole capacità di alcune personalità e rappresentanze amministrative, che hanno fatto il possibile. Ma la politica? Ma il partito? La sezione (il circolo), chiusa per diversi anni e solo ultimamente riaperta, grazie alla dedizione e alla disponibilità di alcuni giovani, è stato il segno tangibile dell'assenza totale della organizzazione e della programmazione politica. Al momento della presentazione delle liste, ci si è affidati a chi potava garantire più consensi, improvvisando candidature, schemi e alleanze. Il miracolo tanto atteso non c'è stato anche perché alcuni dirigenti hanno preferito sottrarsi a una sconfitta annunziata. Inutile, ora, rimasticare e demonizzare quanto è accaduto. La svolta andava più convintamente piantata nella tradizione, perché non fosse vissuta dagli elettori come un tradimento, uno sberleffo e una romantica nostalgia. Tutti veniamo dal passato e non serve dichiararsi più radicali e più di sinistra e più innovatori, perché la vera innovazione nasce dalla padronanza della storia. E’ lo stesso errore che, pur nella vittoria elettorale, ha compiuto e sta compiendo il raggruppamento delle Liste civiche che governa la città, con il sindaco Lucidi. Senza radici non ci saranno neanche le foglie e basterà un piccolo incidente di percorso per franare. A Sezze, oggi, regna un silenzio assordante della politica e i partiti hanno i fari spenti. Ma sotto la cenere qualcosa brucia e fa male. Bruciano i bisogni concreti di tanti cittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese, brucia il desiderio di futuro dei ragazzi, brucia la ricerca esasperata di un lavoro sicuro e duraturo, brucia la richiesta sacrosanta di sicurezza e di dignità delle donne, brucia la solitudine degli anziani. La buona Amministrazione è necessaria ma non sufficiente per restituire forza e consenso ai partiti e alla politica: essa non è la causa ma l'effetto. Tanto è vero che ancora in questi giorni, grazie alla giunta Di Raimo, arrivano notizie di finanziamenti per il Monastero delle Clarisse, per la sistemazione della chiesa di San Bartolomeo, per la rotatoria da Coccia, per l'acquisto e l'utilizzo della spazzatrice...Il bilancio non era negativo, a dimostrazione che si era operato bene. Ciò che è mancata è la politica! Allora ciò che urge è un nuovo partito, un nuovo centrosinistra, un campo di valori condiviso e immerso nel vivo della società che richiede intelligenza, umanità, empatia senza chiudersi nel fortino delle istituzioni e delle rappresentanze. Serve una sede fisica, sempre aperta, al servizio della città, con la presenza di militanti e di volontari; una sede in cui ci si confronta e in cui si decidono le questioni fondamentali della vita sociale e civile dei cittadini. In cui ognuno rappresenta se stesso e non una corrente o un capo. E’ questo l'auspicio perché Sezze torni a vivere politicamente e ad essere un modello d buon governo e di democrazia per i Monti Lepini e per l'intera Provincia.