Desta meraviglia l'affermazione di Matteo Salvini, attuale ministro degli Interni che, a proposito del 25 Aprile, Festa della Liberazione, dice :"Sfilare qua e là, fazzoletti rossi e neri, verdi gialli e bianchi; cortei di partigiani e di contro-partigiani, di fascisti e di comunisti; siamo nel 2019; mi interessa poco il derby...". Il vice-premier leghista tratta l'argomento di grande rilevanza storica con indifferenza e con leggerezza come se fosse una partita di pallone. Questa dichiarazione non può passare come una battuta spiritosa, una trovata giornalistica, una improvvisa boutade. Con certi anniversari non si scherza! Ne va di mezzo l'onore e il rispetto dovuto a migliaia di italiani morti per la libertà. Cosa si festeggia il 25 Aprile? La Liberazione dell'Italia dal governo fascista e dall'occupazione nazista. Una guerra di partigiani, al fianco degli Alleati, che durò quasi due anni. La data, di per sé, non ha solo un valore simbolico perché costituisce il perno fondamentale, sul piano storico e politico, della nostra Costituzione Repubblicana nella quale tutti ci riconosciamo. Ecco perché l'antifascismo non può essere un optional per nessuno ma l'irrinunciabile legame e orizzonte comune a livello nazionale ed europeo. In Francia non accettare il principio dell'antifascismo significa essere esclusi dalla vita pubblica. In Germania l'antifascismo è scritto nella Costituzione di quel Paese ed è reato negare o ridimensionare lo sterminio dei partigiani e degli ebrei. In Spagna, in Portogallo sono valori irrinunciabili. Per non parlare del valore assoluto che esso assume in Belgio, Olanda, Danimarca, paesi nei quali è escluso fermamente ogni rigurgito fascista. Si tratta di un valore e di un principio molto attuale, che ci può aiutare a capire i tempi presenti e non ripetere gli errori del passato. La storia, però, come qualche volta accade, si trasforma in elemento di lotta politica, di semplificazione, di strumentalizzazione, di rimozione e di mistificazione, elementi ,questi, che rischiano di inficiare la comprensione della realtà. Occorre una ricerca attenta e rigorosa per eliminare ogni incrostazione ideologica ed ogni riferimento all'odio e alla vendetta. Gianfranco Fini, fondatore di A.N., delfino di Giorgio Almirante, leader del M.S.I., nel 2009, in qualità di Presidente della Camera, ebbe a dire:" Celebrare la ritrovata libertà del nostro popolo il 25 Aprile è un dovere cui nessun cittadino può e deve sottrarsi". E' bene allora, soprattutto quando si esercita un incarico altamente istituzionale, studiare un pò di più la storia. Altrimenti è meglio tacere.
Appuntamenti:
Per il 25 Aprile, in Piazza Ferro di Cavallo a Sezze, alle ore 12, una canzone, una lettura e l'Inno di Mameli.