Come spesso accade, le opinioni sono molto diverse. Ebbene, rispetto alla valutazione di questo anno scolastico, io sono d'accordo con quanti sostengono che non è questo il momento che la scuola si fermi ai voti. L'anno scolastico è ormai finito. La Ministra della P.I. non si è sbilanciata più di tanto, ma è impensabile che la scuola possa riaprire. Il coronavirus sta cambiando profondamente e impietosamente il nostro modo di essere, limitando drasticamente le nostre libertà. Tutti a casa, giustamente! In assenza di farmaci miracolosi e del vaccino non ci resta che restare rintanati tra le quattro mura domestiche. Si riparte a settembre (speriamo!!!). Molte scuole si stanno attivando con la didattica a distanza. Sono fornite di ottima strumentazione tecnologica, hanno il tablet di ultima generazione, computer aggiornatissimi, docenti preparati. Possono connettersi all'ora stabilita e seguire con calma l'apprendimento dei loro alunni. Non solo! Ma spesso, questi ultimi, hanno alle loro spalle una biblioteca e dei genitori in grado di sostenerli e accompagnarli nello svolgimento dei compiti assegnati. La didattica a distanza è un'operazione complessa e presenta aspetti ancora non sperimentati in molte scuole. In gran parte della Penisola la scuola non è pronta, non è attrezzata. Diversa è la situazione, perciò, di molti altri studenti. Un quinto, circa, di quelli che vivono maggiormente nelle periferie urbane e nei piccoli paesi, non ha il computer, anzi spesso non ha neanche la scrivania e la cameretta per studiare. Concentrarsi, per loro, è davvero un problema mentre i fratelli fanno rumore e disturbano saltandogli addosso. Essere studenti da casa riaccende le distanze sociali e familiari esistenti. Mentre i ragazzi in classe sono tutti uguali, a casa no! La scuola sta dimostrando, in questo tragico momento, tutto il suo valore essenziale e insostituibile per la socializzazione, il confronto, la sana competizione, l'istruzione e l'educazione delle giovani generazioni. La scuola è incontro, opportunità di crescita, è imparare a leggere e a scrivere ma soprattutto a diventare uomini e donne. La didattica a distanza non potrà mai sostituire i benefici di un rapporto pedagogico alunno-docente, alunno-classe: in classe si realizzano componenti di empatia, di ascolto reciproco, di richiami, di sguardi, di elementi indescrivibili che il miglior computer non potrà mai offrire. Ecco perché, rischiando qualche legittimo disappunto, ritengo che quest'anno tutti i ragazzi passino direttamente all'anno successivo, con valutazioni (non voti) diverse e proporzionate ai risultati del 1 quadrimestre, all'impegno profuso, al grado di maturità e di crescita consapevole dei singoli studenti.