Biden stravince le elezioni del 3 Novembre ma Trump nega la sconfitta. Un fatto inaudito ed eversivo per la più grande democrazia del mondo. Cosa può succedere, allora? Spesso, nel bene e nel male, gli Stati Uniti anticipano ciò che potrebbe accadere nel resto dell’Occidente. Qualche giorno fa leggevo su “ la Repubblica” un commento molto puntuale di Ezio Mauro. Il giornalista sosteneva che è in gioco la democrazia in tutto il mondo. Il Presidente Trump (ancora in carica fino al 20 gennaio 2021), con il suo comportamento grave e pericoloso, sta mettendo in gioco il destino e le regole fondamentali che sono alla base della vita democratica dell’America. “In nome del popolo sovrano” non riconosce la sovranità e la volontà che si è espressa liberamente nel voto. Lo Stato, che lui ancora rappresenta, si rivolta contro se stesso; lui, il garante dell’unità del Paese, chiama gli elettori della sua parte alla rivolta contro l’altra parte che non l’ha votato, spaccando violentemente la popolazione in una sfida cruenta e dagli esiti imprevedibili. “La democrazia non è uno Stato ma un atto”, gli ricorda la neo-vicepresidente Kamala Harris. Nel senso che la democrazia non è data una volta per sempre ma va difesa e riconquistata ogni giorno perché è un bene supremo ma fragile e ha costantemente bisogno del consenso dei cittadini. Il voto è fondamentale, ma non basta. Occorre la partecipazione e il controllo degli eletti, occorre il rispetto delle regole da parte sia della maggioranza che della minoranza. Trump, alla fine, si arrenderà di fronte all’evidenza del risultato ma il trumpismo potrebbe continuare a diffondersi. Tutto l’Occidente democratico ha davanti a sé una sfida epocale contro i vari populismi e sovranismi che, in questi tempi difficili, si stanno diffondendo e intercettando i risentimenti, il malessere, le nuove immense povertà, le diseguaglianze, indirizzandole contro i sistemi democratici che, secondo loro, rappresentano solo le fasce sociali del benessere e del privilegio, guidate e controllate da una centrale mondiale speculativa e finanziaria. E dunque, la ribellione e la rivolta contro le democrazie sono giuste e sacrosante e tutto diventa lecito e consentito, perfino il conflitto violento e armato, il negazionismo, nuovi regimi autoritari e illiberali. La teoria del tanto peggio tanto meglio! Salterebbe, così, quel patto fondamentale tra gli uomini liberi e civili, che, fin dalla Rivoluzione francese, hanno segnato una svolta radicale nella storia dell’umanità in termini di progresso e di libertà. La democrazia è un bene prezioso e non può concentrarsi nelle mani di pochi oligarchi che gestiscono il potere a mani basse. Né può restare inerte e inerme di fronte alle diseguaglianze, alle discriminazioni, alle ingiustizie, al razzismo, alla povertà, alla mancanza di lavoro e alla disperazione di milioni di giovani. Bisogna, gradualmente, saper integrare la democrazia formale alla democrazia sostanziale, nutrita di diritti e di doveri. Ne vale la pena!