Può sembrare irrispettoso il titolo di questa riflessione. Ma Papa Francesco ci sta abituando a queste sorprese e non finisce mai di stupire. Il Pontefice, “venuto dalla fine del mondo”, è soprattutto un pastore che ha ben presenti le condizioni di smarrimento e le esigenze di cambiamento dell’uomo moderno. La Chiesa, per lui, non è più un fortino da difendere con le armi e le scomuniche ma una casa aperta a tutti e che vuole difendere la propria identità teologica e morale costruendo ponti e non muri. Ciò non significa rinunciare ai propri convincimenti ma pensare che la verità è figlia della storia e del confronto, è il prodotto di una ricerca comune, fatti salvi alcuni princìpi non negoziabili. Con questo spirito missionario e pastorale, il Papa affronta di petto le questioni, anche quelle più spinose e delicate, avendo i piedi ben saldi piantati nella realtà di oggi. Egli non nasconde a se stesso e alla Chiesa che governa il dramma, gli orrori ma anche le infinite risorse di misericordia e di bontà dell’uomo moderno. Il passaggio incriminato sulla omosessualità, oggetto di questo breve articolo, è contenuto in un film-documentario intitolato "Francesco”, sollevando aspre critiche e facendo gridare allo scandalo. In esso il Papa sembra voler benedire le famiglie sessuali, con tanto di prole, quasi fossero uguali a quelle composte “regolarmente” da mamma e papà. Il documento risale a una intervista rilasciata nel maggio 2019 a una giornalista messicana ed ha come sfondo l’esperienza pastorale dell’allora arcivescovo argentino, José Mario Begoglio. Ne è seguito un dibattito che ha assunto le pieghe di un giallo, su cosa volesse dire realmente Papa Francesco. Non è la prima volta che questo accade in sette anni e mezzo di pontificato. Le riforme all’interno della Chiesa di Roma non sono state mai benedette e accolte con favore. A maggior ragione in questo periodo in cui, grazie al Papa argentino, si tenta di mettere argine e riparo al malcostume che si è annidato in parte della Curia Romana. E allora veniamo al dunque: il Papa, rispetto alla omosessualità, ha cambiato la dottrina della Chiesa o è vittima dell’ennesimo attacco da parte dell’ala conservatrice molto presente tra i Porporati? In questi casi occorre andare alla fonte ed essere estremamente fedeli e imparziali rispetto alle parole, allo spirito e al contesto dell’intervista. Fermo restando l’impianto missionario di ricerca dell’unità degli opposti, tipica della dottrina del gesuita Papa Francesco, basata sulla consapevolezza della drammaticità della storia umana e della natura paradossale della Chiesa Cattolica, fondata sulla tragica polarità tra la libertà dell’uomo e la Grazia divina culminante nel paradosso della figura di Cristo, Uomo e Dio. Nell’intervista sopra citata il Papa conferma quanto già affermato nella Esortazione Apostolica “Amoris laetitia” di quattro anni fa. E cioè che i giovani omosessuali devono poter essere riconosciuti dalla propria famiglia come persone, non devono essere allontanati, né espulsi, né discriminati. Le persone omosessuali devono avere una famiglia e non devono costituire una famiglia. Questo è il punto non soggetto a equivoci e a fraintendimenti. Il Pontefice considera le persone omosessuali figli e figlie di Dio, amati da Dio e che, sul piano giuridico, devono avere la possibilità di poter godere di una adeguata tutela. Di conseguenza papa Francesco esorta i legislatori a promulgare “leggi di convivenza civile”, proprio per evitare che le unioni omosessuali possano essere equiparate ai matrimoni. Non c’è dunque nessuna svolta della dottrina della Chiesa ma il riconoscimento della pienezza dei diritti di ogni persona, a prescindere da suo orientamento sessuale. Certo, ciò non è poco! Cade un vecchio tabù per la Chiesa cattolica che fin dal 1568, con papa Pio V, aveva dichiarato l’omosessualità un grave peccato e un reato da perseguire penalmente. Stiamo scoprendo solo adesso quali e quante tragedie umane abbia provocato questa norma. E quali e quante disumane e aberranti consuetudini, spesso insabbiate e nascoste, abbia tollerato fino ai numerosi reati di pedofilia e di aborti clandestini da parte di uomini e donne di chiesa. Cose orrende! Dice San Luca nel Vangelo, riportando le parole di Cristo, a proposito delle violenze contro i bambini:” …sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato in mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli …”. Con Papa Francesco è giunta l’ora di porre fine a queste piaghe e di cacciare il diavolo che si nasconde in Vaticano. Nonostante la mia scarsa competenza in merito e la mia laica religiosità, non è possibile non riconoscere coraggio e purezza di cuore a questo Pontefice! Il papa sa anteporre la verità ai pregiudizi, la misericordia alla condanna, il perdono alla scomunica. “Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato”, (-Vangelo di Luca).