Nella Preistoria l'uomo di Mendeval scalava le vette più ardue alla conquista della sopravvivenza per sé e per la tribù. Il cielo si mostrava limpido e luminoso, la montagna misteriosa e apparentemente silenziosa. La metamorfosi dell'uomo e del pianeta Terra trasformano le prime grande alture: Monte Bianco, Bernina e Cervino in trampolini verso un cielo al quale sempre più in pochi volgono il proprio sguardo. Creste, canaloni, cenge e le vie più ardue diventano la grande attrazione affinché si possa raggiungere il punto più alto, la meta più ambita. Dal sesto grado al settimo, da Mummery a Messnerer, passando per Bonatti, la disciplina diviene sempre più disciplina sportiva. Seppur estrema, nulla e nessuno possono giudicare la passione, l’amore e la dedizione. C'è chi si arrampica di estate, c'è chi lo fa in pieno inverno, chi in condizioni normali chi in condizioni artificiali. Chi cerca la falesia migliore, chi la palestra migliore, come i tanti ragazzi di Sezze che, dal Lunedì al Venerdì, si arrampicano tra le pareti artificiali site nella struttura V10, gestita da Vincenzo Di Giorgi, Nikola Boumis ed il presidente Antonio Fanella. Poi c è chi nato sotto il Po, ai piedi della Semprevisa diviene portavoce di una missione e di un messaggio che oggi e per sempre risuonerà tra le vette più alte del mondo... Li dove dimora la neve...
Lì... dove dimora la neve
Mar 12, 2019
Scritto da
Enrico Ceccano
Ultimi da Enrico Ceccano
Lascia un commento
Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.