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Il Commissario del Comune di Sezze con deliberazione n. 1 del 31/03/2021 ha emanato un atto di indirizzo agli uffici tecnici preposti per il miglioramento dell’efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione. Il gruppo Biancoleone condivide l’atto di indirizzo del Commissario per l’Illuminazione pubblica e ne propone l’integrazione in un progetto unico con la videosorveglianza ed il rilevamento dell’inquinamento acustico ed atmosferico.

Ecco la nota firmata da Serafino Di Palma e Paride Martella:

"Tale scelta sta a dimostrare la fallimentare politica della precedente amministrazione che per mantenere in piedi il carrozzone della SPL di Sezze a discapito dei cittadini di Sezze, ha lasciato in essere un impianto di pubblica illuminazione con una parte delle lampade non rispondenti ai requisiti previsti dalla normativa vigente in termini di livello di illuminamento sul manto stradale, con un considerevole inquinamento luminoso e maggiori consumi di energia. Hanno volato alto gli esponenti della precedente amministrazione e gli amministratori della SPL che si sono succeduti, limitandosi solo a cambiare le lampadine. Il voto clientelare ha portato a questi risultati ed è per questo che rivolgiamo un invito ai cittadini di Sezze affinché valutino con attenzione i mancati risultati e le prospettive del nostro Paese. Informiamo i cittadini che il Comune di Sezze è proprietario dell’impianto di pubblica illuminazione ed è composto da circa n. 2150, comprensivo di impianti semaforici. Ad oggi siamo all’anno zero con impianti di pubblica illuminazione che necessitavano di interventi di straordinaria manutenzione e di messa a norma, nonché di opportune azioni finalizzate all’efficientamento sia sotto il profilo tecnico che gestionale. Tra l’altro il Commissario con l’atto di indirizzo ha dimostrato che con i 200.000,00 Euro di spesa energetica per l’impianto di pubblica illuminazione può essere incluso l’investimento per l'ammodernamento e messa a norma degli impianti e utilizzo di sistemi di efficientamento energetico, risparmiando i 70.000,00 che prima venivano erogati alla SPL. Su questi progetti esistono tantissimi finanziamenti pubblici basta andare a cercarli. Oggi, il mercato delle tecnologie impiantistiche permette di ottenere soluzioni in grado di coniugare l’innovazione tecnologia con il tema della sostenibilità ambientale in favore di una transizione verso l’economia circolare. Agire sugli impianti di illuminazione pubblica significa quindi avere la possibilità di aderire alle politiche europee, oltre che alle politiche nazionali e regionali volte al raggiungimento dei target imposti dalla Commissione Europea al 2030. Nello stesso tempo poniamo all’attenzione del Commissario e degli uffici tecnici un progetto integrato di miglioramento dell’efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione, di miglioramento della videosorveglianza e di rilevamento del traffico e dell’inquinamento acustico ed atmosferico. Nonostante le numerose interrogazioni del gruppo Biancoleone ad oggi non è dato sapere dello stato dell’arte della videosorveglianza, ne del costo totale che il Comune di Sezze ha dovuto sostenere. Negli anni precedenti sulla videosorveglianza siamo andati a tastoni senza che il Consiglio Comune ha mai potuto approvare un progetto di videosorveglianza. Con la proposta di un progetto integrato possiamo adeguare ai più moderni standard di efficientamento e funzionamento l’impianto ormai obsoleto di pubblica illuminazione. Il nuovo progetto integrato sarà in grado di offrire migliori livelli di illuminamento di viali e aree verdi, con un consistente risparmio energetico. Anche la realizzazione diffusa di un sistema moderno di videosorveglianza, di altissima tecnologia con trasferimento delle immagini presso la sala comando della Polizia locale, oltre a permettere un controllo geografico del territorio, in particolar modo di punti sensibili frequentati da cittadini e oggetto di atti vandalici e criminosi dovrà consentire il monitoraggio e il controllo degli eccessi veicolari del territorio. Su queste tematiche il gruppo Biancoleone vuole aprire un dialogo con i cittadini e con le altre forze politiche".

 

 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo.

 

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Non sono un tesserato del PD, non sarei quindi pienamente titolato ad intervenire a gamba tesa nella delicata dinamica che si è aperta nel Partito Democratico setino dopo la crisi della Giunta Di Raimo, accelerata dopo i noti avvenimenti giudiziari che hanno sconvolto il paese.

Nonostante ciò, tenuto conto dei silenzi ufficiali e dei molti rumors che arrivano in questo periodo, mentre altri gruppi si stanno organizzando e coalizzando, ci terrei a rivolgere un invito a chi (segretario, componenti della segreteria politica e del direttivo di sezione, ex ed attuali amministratori locali, anche provinciali e regionali) sta discutendo - democraticamente e legittimamente in autonomia – e decidendo in questi giorni quale proposta politica rivolgere ai cittadini di Sezze in vista delle prossime elezioni amministrative comunali. Mi sento sì impertinente ma autorizzato a farlo seppur da semplice elettore del centrosinistra che non ha altri crediti se non quello di aver partecipato alle primarie del Partito Democratico.

Scrivo anche da ex-coordinatore dell’Associazione Sezze per l’Ulivo, che nel 2006 (all’indomani del commissariamento del Comune susseguente alla crisi della Giunta Zarra) lavorò, pur senza presentare proprie liste civiche, alla più ampia convergenza possibile del centrosinistra alle elezioni per Sindaco e Consiglio comunale, quelle che portarono Andrea Campoli sulla poltrona di Via Diaz nel 2007. Mi permetto perciò di riportare qui di seguito uno stralcio del testo del comunicato dell’Ulivo locale diffuso nei giorni in cui si decideva il taglio del progetto politico di coalizione, quello che avrebbe poi vinto.

I partiti, con tutti i loro limiti, sono luoghi di confronto e di progettazione politica importanti ma non possono credere che tutto si riduca a incontri tra le loro Direzioni: a queste spetta assumere un ruolo propositivo e decisionale ma se ancora non si comprende che oltre le Direzioni c’è la gente vera con i suoi problemi e le sue aspettative, i partiti sono destinati a restare chiusi, autoreferenziali, ostaggi dei veti incrociati dei padroni delle tessere e in fondo, perdenti. Questo è il rischio anche dei partiti del centro-sinistra, almeno da quello che osserviamo in questi mesi.

Intendiamo riaffermare l’idea che la politica è costruzione del bene comune, di tutte le persone della comunità, soprattutto dei più deboli e svantaggiati: i faccendieri di vario genere, interessati a procurarsi voti con scambi di piacere per andare in consiglio comunale a difendere gli interessi privati di piccoli gruppi, non ci interessano, da qualsiasi parte essi vengano. I candidati credibili sono persone oneste (ciò risulta da come si guadagnano da vivere), competenti (il che si vede dalla loro preparazione ed esperienza in campi specifici della cosa pubblica), e libere (che non si sono arricchite o procurati posti di prestigio socio-economico tramite la politica).

Crediamo che un progetto politico si costruisca intorno ad una squadra di persone siffatte: pensare che tutto il rinnovamento passi per la scelta della persona del Sindaco è illusorio e riduttivo. Da solo, fosse anche la persona più capace, non concluderà molto. La politica richiede lavoro di squadra. Sezze ha bisogno di discontinuità nella squadra di governo e non solo nella presentazione di una nuova faccia. Il centro-sinistra dovrebbe presentarsi agli elettori con una squadra definita prima delle elezioni: sradicare così la prassi di formare la giunta soltanto sulla base dei voti portati e ritrovarsi poi ad avere assessori che non imprimono una direzione all’amministrazione, che poi nei fatti resta in mano soltanto ai dirigenti comunali. Il candidato Sindaco del centro-sinistra dovrebbe essere il garante di questo processo, indipendentemente dal suo partito di appartenenza, anzi non è da escludere la possibilità di un candidato Sindaco non proveniente dai partiti”.

Sono passati 14 anni ma queste parole, non proprio diventate prassi politica, mi sento di condividerle ancora oggi, efficaci come sono nel descrivere il periodo che stiamo vivendo, sperando possano essere utili a rifondare l’impegno verso un ancora possibile ed auspicato rinnovamento dell’azione politica.

Nel mio piccolo personale, mi sento di rivolgere quest’appello al PD setino: Sezze, le associazioni, le liste civiche e i tanti cittadini senza tessera che condividono i valori storici e fondanti della sinistra e del centro democratico nazionale, delusi dall’esperienza rappresentata dalla giunta uscente - con prassi amministrativa, gestionale, economico-finanziaria per molti versi fuori controllo – si aspettano una mossa a sorpresa, di apertura da parte del PD locale.

Che il Partito sciolga le riserve determinate dall’impasse in cui è piombato e si apra adesso, fin da subito, al confronto vero con i cittadini e le liste civiche, quelle che potrebbero condividere un nuovo progetto per il difficile futuro che aspetta il paese.

Cambiar passo ed accettare perfino di dover sacrificare la storica leadership, solo così l’auspicato invito che il PD dovrebbe rivolgere ad altri soggetti per un serio tavolo programmatico, da cui escludere rami secchi e personalismi vetusti, sarebbe davvero credibile e porterebbe ad una naturale e matura scelta, aggregatrice e condivisa da tutti, del candidato di coalizione a Sindaco.

Apparirebbe più colpevole, seppur legittimo, riproporre oggi le vecchie dinamiche politico-elettorali che sono state alla base della precedente coalizione, implosa per propri demeriti; il paese non crederebbe più alle promesse fatue rivelatesi non credibili.

Se non rinnovato ed aperto all’esterno, il PD rischierebbe davvero di ripetere errori già fatti, dando ragione ai critici e più ostici avversari politici che da malignamente sostengono l’impossibilità di un loro vero cambiamento; costoro sostengono, parafrasando la celebre citazione da Il gattopardo di Giuseppe Tomasi Lampedusa, che “I piddini (i siciliani, nel testo originale) non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti”.

 

 

Finalmente libero! Dopo quasi due anni (era il 21 maggio del 2019) il belvedere di Santa Maria a Sezze torna libero. Questa mattina, la ditta aggiudicatrice, la 3b Service, sta procedendo al ripristino dello stato dei luoghi, smantellando il cantiere e la struttura in cemento armato realizzata “senza titoli” dalla ditta incaricata da Don Massimiliano Di Pastina per costruire un monumento dedicato a San Lidano d'Antena. La conclusione del ripristino dovrebbe concludersi in un paio di giorni. Verrà demolito il pilastro e sarà messo a dimora nuovo bitume. Sono stati due anni lunghissimi, fatti di battaglie civili e politiche, grazie alle quali però è stato possibile accendere i riflettori - in maniere limpida e costante -  su una vicenda che molto probabilmente avrebbe partorito un nuovo scempio urbanistico nel cuore della città. Qui non c’entrano i Santi e la fede, mai messi in discussione da nessuno, ma solo un modus operandi di tutta un'operazione affatto trasparente. Comunque quel che conta è che oggi si chiude definitivamente una pagina vergognosa. Con la fine di questa storia, Sezze e la sua comunità ritrovano un luogo caro a tutti, un simbolo della città, un belvedere ammirato e amato, e che per secoli e secoli è stato vanto e orgoglio di tutti i sezzesi.

 

“Vite Cambiate” è questo il titolo di un e-book  realizzato, con l’App di Google, Book Creator,  dai ragazzi  dell’ attuale quinto ginnasio  dell’indirizzo Classico dell’ISISS “Pacifici e de Magistris”  di Sezze.  Con questo progetto  di Latino svolto durante i mesi del lookdown dello scorso anno, la classe  ha partecipato alla fase provinciale del “Premio scuola digitale” indetto dal Miur. Le  scuole partecipanti  erano dieci  e il nostro lavoro è riuscito ad ottenere il quarto posto rientrando così nella rosa dei sei istituti che hanno avuto accesso alla finale del 22 Aprile.  Per l’evento, avvenuto  in streaming su youtube gli alunni con  entusiasmo e creatività hanno realizzato un video di tre minuti  sul progetto e un pitch  di due minuti  fatto in diretta da uno degli allievi.  Nonostante non siamo riusciti a superare il secondo step  del premio, è stata per noi veramente una grande soddisfazione aver ottenuto questo risultato, da outsider del digitale abbiamo dimostrato,  nel nostro piccolo, che il binomio materie classiche e nuove tecnologie è possibile. Nel marzo 2020 tutti noi siamo stati proiettati in una dimensione diversa, il cambiamento ha sconvolto  profondamente le nostre vite, così era inevitabile e necessario riflettere e far riflettere i ragazzi su quello che stava accadendo e ancora più naturale è stato farlo accostandosi ai classici, in particolare alle Metamorfosi di Ovidio le cui storie di cambiamento hanno  ci hanno aiutato,  in parte, a  capire  quanto ci stava accadendo. L’insegnamento forse più importante che questa esperienza di lavoro in DAD ci ha lasciato l’abbiamo affidata all’ultima pagina del nostro e-book: “Alla fine di questo percorso, attraverso i racconti di Ovidio abbiamo compreso che sicuramente il cambiamento è inevitabile, spesso arriva improvviso e si trascina dietro un grande dolore ma… c’è una cosa che è eterna ed immutabile la Bellezza …che abbiamo ritrovato nelle parole di Ovidio , negli elementi della natura in cui alcuni dei suoi personaggi sono mutati, nei paesaggi, nei luoghi, nei sapori e noi vogliamo ricercarla. Il nostro cammino è appena cominciato...

 

“Il Conservatorio Corradini e le suore collegine della S. Famiglia annunciano con animo lieto che Papa Francesco con decreto del 24 aprile scorso ha dichiarato venerabile il Cardinale Pietro Marcellino Corradini (Sezze, 2 giugno 1658 – Roma, 8 febbraio 1743), affrettandone il cammino verso la beatificazione”. Con queste parole viene annunciato il titolo di venerabile del concittadino Corradini, un riconoscimento alla sua attività a sostegno degli umili e della carità. A lui si deve la fondazione a Sezze dell’Istituto che porta il suo nome che in passato accoglieva e istruiva bambini di ogni età, soprattutto i meno abbienti, una storia e una tradizione ancora presente a Sezze.

 

 

Durante questa settimana, presso le sale dell'alberghiero di Sezze, sarà allestita una mostra di ricami e arte del cucito creativo in memoria della prof.ssa Simonetta Contento. La sua generosa creatività continua a vivere nelle sue amiche "Artigiane per Passione" che hanno voluto promuovere questa bella iniziativa con il sostegno della Preside Prof. Anna Giorgi, ricordando la compianta Simonetta. 

 

 

Il 29 aprile ci sarà l’udienza preliminare per 4 agenti della National Security egiziana, accusati del rapimento tortura e omicidio di Giulio. Sarà una giornata importante per il caso Regeni a distanza di cinque anni da quel terribile fatto che ha coinvolto un nostro giovane ricercatore in Egitto. Daniele Piccinella, promotore dell’iniziativa setina “una panchina per Regeni” in merito alla vicenda del giovane afferma: “La mancanza di collaborazione del governo al-Sisi rappresenta una delle più grande debolezza della nostra Italia che da anni ormai non ha nessun tipo di influenza nelle politiche estere per i diritti umani. Il silenzio del governo egiziano sul caso Regeni è uno schiaffo ai nostri valori di giustizia e libertà tanto professati e poco applicati dai nostri governi. Il regime egiziano  - aggiunge -continua a calpestare i diritti umani e ad arrestare giovani attivisti come Patrick Zaki, studente dell'Università di Bologna, imprigionare giornalisti indipendenti fino ad arrestare giovani ragazzini che hanno la sola colpa di pubblicare video musicali su TIk Tok visti dal regime come immorali e contro i valori familiari. Ricordiamo che nel 2019 il 62% delle sentenze capitali a livello mondiale sono state emesse in Egitto. Ma davanti a tutto questo il governo italiano resta indifferente e sapete perché? Perché l’Egitto è il maggior acquirente dell’industria bellica italiana e, dal rapimento di Giulio, il fatturato italiano per la vendita di armi nei confronti dell’Egitto è più che centuplicato nonostante in Italia, dal 1999, esista una chiara legge che impedisce la vendita di armi a paesi in conflitto o responsabili della violazione dei diritti umani.  Il governo egiziano si è addirittura rifiutato di fornire gli indirizzi di residenza dei 4 agenti accusati del rapimento di Giulio per la notifica del provvedimento giudiziario emesso in Italia. Il processo avrà il suo corso ma noi abbiamo il dovere morale di invocare e gridare giustizia e verità per Giulio. Giulio è nostro figlio, il figlio che studia e che guarda il futuro come cittadino del mondo. Giulio è la libertà di conoscere, di viaggiare e chiamare a casa e raccontare ai propri genitori quanto è prezioso studiare e conoscere nuove realtà”. Daniele Piccinella lancia una nuova iniziativa. “Vorrei che in questi giorni la mia comunità setina si sentisse parte di questo processo di verità e giustizia. Per questo vorrei chiedere a tutti, da oggi e fino al 29 aprile un gesto per Giulio, per dichiarare l’amore per la giustizia. Lo chiedo ai liberi cittadini, all’amministrazione comunale, alle tante associazioni presenti sul territorio, alle scuole di Sezze, ai commercianti, ai ragazzi di esporre qualcosa di giallo (il colore di Giulio) dalla propria abitazione o attività, di portare un segno giallo rappresentato da un disegno, da un fiore, un nastro o qualsiasi altra cosa alla panchina gialla che abbiamo nello spazio antistante della Scuola elementare di Piagge Marine, magari anche dei selfie vicino alla panchina per comunicare la voglia di verità e giustizia. Per dare visibilità e valore a tutto questo vi chiedo di pubblicarle questi piccoli e semplici gesti sulle vostre pagine social inserendo questi hashtag:  #29aprilescortaperGiulio  #veritapergiulioregeni  #sezzepergiulioregeni”.

 

Il gruppo Biancoleone attraverso l’albo pretorio del Comune di Sezze ha constatato che il Commissario Prefettizio ha revocato la deliberazione della Giunta Comunale n. 169 del 2020 concernente la Pianta Organica. "Tutti i consiglieri di minoranza sulla pianta organica - si legge nel comunicato stampa - hanno presentato a suo tempo una mozione e nella discussione in Consiglio Comunale hanno dimostrato che quella scelta non garantiva il perseguimento dell’interesse pubblico, il miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini ed alle imprese. Finalmente giustizia è stata fatta e attraverso la revoca le ragioni delle minoranze sono state ampiamente riconosciute". Però il gruppo Biancoleone non può esimersi nell’evidenziare "alcune incongruenze all’interno del corpo della delibera Commissariale" dove viene dato atto che il Comune di Sezze conta circa 24.700 abitanti e che, seppur non versi in condizioni di dissesto, si trova ben al di sotto del rapporto medio dipendenti/popolazione (1/152) che comporterebbe la sussistenza di un organico in ruolo pari a circa n. 162 unità. "Su questo aspetto - affermano Serafino Di Palma e Paride Martella -  il motivo del dissenso nasce dalle condizioni di dissesto del Comune di Sezze che coincide con una situazione di crisi finanziaria particolarmente grave che ancora i commissari non hanno riconosciuto. Difatti il Comune di Sezze ha garantito l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili non con risorse proprie, ma facendo ricorso per ben 6 anni consecutivi alla anticipazione della tesoreria. Altro presupposto del dissesto è l’insolvenza del Comune di Sezze. Sarebbe stata necessaria una più attenta analisi della massa debitoria e dei crediti liquidi ed esigibili da contenzioso di terzi cui il Comune di Sezze possa fare validamente fronte. Inoltre il calcolo Commissariale delle 162 unità di personale in organico al Comune di Sezze risulta sproporzionato in considerazione del fatto che attualmente tutti i servizi Comunali vengono svolti dalla SPL di Sezze". Altro motivo di soddisfazione è l’ulteriore revoca che il commissario ha dovuto adottare sul precedente piano delle alienazioni e delle valorizzazioni degli immobili del Comune di Sezze, "riafferrando in pieno le ragioni a suo tempo sostenute dal gruppo Biancoleone che ritenevano la deliberazione di giunta 19/2021 inopportuna ed illegittima". "Su questo argomento l’ex Sindaco Di Raimo  - si legge ancora nella nota -rivolgendosi al gruppo Biancoleone aveva dichiarato quanto segue “Gli atti vanno letti bene, occorre leggere tutti gli allegati e le relazioni, altrimenti si capisce una cosa diversa dalla realtà”. Il Commissario ha adottato un nuovo piano di alienazioni e delle valorizzazioni degli immobili del Comune di Sezze cambiando completamente gli allegati e le relazioni. Il tempo è stato galantuomo e si rimanda al mittente il linguaggio offensivo dell’ex primo Cittadino che invece di prestare attenzione alle segnalazioni che venivano dal gruppo di minoranza Biancoleone, lasciava intendere che il gruppo è formato da persone che non erano in grado di leggere e interpretare gli atti Comunali. Ancor più gravi sono state le affermazioni dell’ex consigliere comunale di maggioranza Ferrazzoli sospinto dall’ex Sindaco, che con varie metafore attraverso i social ha adoperato un linguaggio oltraggioso nei confronti del gruppo Biancoleone.Tra l’altro mentre il gruppo Biancoleone proponeva di far nascere sui 16 ettari dell’ex Colonia Agricola di Sezze Scalo campi sperimentali, lo stesso consigliere si vantava che l’ufficio patrimonio di Sezze stava predisponendo un bando per l’assegnazione in lotti dei terreni alle aziende agricole in modo che ne facessero richiesta per sfalcio erba in modo da regolarizzarne finalmente l’utilizzo. Ha volato molto alto questo ex consigliere che su un terreno fertile ed irriguo pensava di far crescere l’erba da sfalcio. Il gruppo Biancoleone è voluto intervenire su questi argomenti per ristabilire la verità, a dimostrazione di una opposizione puntuale che il gruppo Biancoleone in questi 4 anni di consiliatura ha saputo svolgere a Sezze".

Domenica, 25 Aprile 2021 04:54

La cosa più bella della Resistenza

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“La cosa più bella della Resistenza fu la nostra solidarietà: gli uni con gli altri. Non importava se eri comunista, prete, socialista o liberale: eravamo persone che resistevano e questo ci rendeva uniti. E’ esattamente ciò che manca all’uomo di oggi: mancano idee forti che ci uniscano, idee fondamentali, essenziali. Che senso ha oggi la parola onore, che senso ha la lealtà, la fedeltà, l’espressione “io sto con te”. Tutto è comprabile, tutto è vendibile, tutto è cedibile. E si trovano sempre le motivazioni per giustificare quelli che una volta chiamavamo“tradimenti””. (Don Giovanni Barbareschi).

Celebrare il 25 aprile non è semplicemente rievocare una pagina importante del nostro passato, compiere il dovere civico e morale di chi considera la storia un patrimonio insuperabile delle nostre radici di popolo, esaltare il coraggio di quanti combatterono dalla parte giusta, quella della libertà e della giustizia, e con il loro sacrificio posero le basi della nostra democrazia, i cui principi e valori sono solennemente scolpiti nella Costituzione della Repubblica. Infatti se ci fermassimo semplicemente a questo, per quanto encomiabile e condivisibile, la memoria della liberazione dal nazifascismo finirebbe per perdere il suo senso più autentico, rischierebbe di scolorire in una mera rievocazione simbolica e nostalgica, di essere solo un rito stanco e sterile, un volgersi all’indietro fine a se stesso, incapace di impattare efficacemente il presente che viviamo, sarebbe insomma soltanto un rimando ad accadimenti destinati con lo scorrere inevitabile del tempo ad affievolirsi, a storicizzarsi, a perdere peso e rilevanza nel corpo vivo della nostra società.

Lo sfilacciamento del tessuto sociale del nostro paese, accompagnato dal prevalere degli interessi particolaristici ed egoistici, personali e di gruppo, è conseguenza della perdita di riferimenti culturali forti, del senso di appartenenza ad una comunità unita nel medesimo destino, di un allentamento della tensione etica orientata al bene comune che contraddistingue l’agire di tanti cittadini e in definitiva del tradimento del patrimonio valoriale della Resistenza. Fondamentale è perciò il richiamo di don Giovanni Barbareschi, un testimone e un protagonista della lotta partigiana, circa la necessità di tornare alle idealità forti che ispirarono le donne e gli uomini della Resistenza, di riscoprire il senso autentico dell’onore, della fedeltà e della lealtà, di far prevalere le ragioni dell’unità nel rispetto della diversità, di non cedere alla logica mercantilistica per cui tutto è vendibile ed acquistabile.

Incarnando la ribellione morale e la ferma opposizione di molta parte del mondo cattolico del suo tempo, ponendosi come riferimenti essenziali la fede e la sensibilità cristiana prima ancora che le ragioni ideologiche e politiche, don Giovanni Barbareschi scelse di non rimanere inerte e indifferente dinanzi alla violenza fascista e nazista e, insieme a tante altre donne e uomini di diversa estrazione e cultura, diede il proprio concreto contributo per riscattare la nostra patria, per restituirle dignità e onore. “Educato in una famiglia antifascista era logico che io mi mettessi dalla parte della Resistenza e mi schierassi al fianco di coloro che si opponevano ad una mentalità, ad un modo di fare, alla Repubblica di Salò, al regime fascista. In tanti abbiamo detto di no e il nostro no era convinto…. Vorrei però mettere in evidenza che la forza più grande della Resistenza non è stata quella “armata”, bensì quella di tutte le persone che si opponevano con un gesto, con una mentalità, con un rifiuto: la vera Resistenza fu una resistenza morale e ad essa noi preti abbiamo dato una testimonianza autentica”(Don Giovanni Barbareschi). L’adesione a Cristo e la convinzione profonda e radicale che il primo atto di fede che un uomo deve compiere è nella sua libertà, nella sua capacità di essere e diventare sempre più persona libera, perché la fede e la libertà dell’uomo non si dimostrano ma si credono come un mistero, portarono don Giovanni Barbareschi (morto a Milano il 4 ottobre 2018), Giusto fra le Nazioni, medaglia d’argento della Resistenza e medaglia d’oro del Premio Isimbardi, in tempi di pace Giudice del Tribunale Ecclesiastico regionale, insegnante nelle scuole superiori, amico di Don Gnocchi, il prete dei mutilatini, ad una netta scelta di campo, a schierarsi al fianco degli oppressi e dei perseguitati. Dapprima da diacono e membro dell’Opera soccorso cattolico e poi da giovane sacerdote, resistette all’omologazione alla dittatura e respinse prima ancora che con le armi e la violenza con il fermo e risoluto rifiuto la mentalità e l’ideologia devastante e disumana del nazifascismo, in quanto totalmente antitetiche e incompatibili con il cristianesimo. La sua fu una ribellione che partì dai piccoli gesti quotidiani, forte della determinazione morale ed etica di chi professa ed incarna valori veri che travalicano contingenze e convenienze e non è disposto a scendere a compromessi, a piegarsi alla sopraffazione e al sopruso. Nel buio dell’orrore della guerra e nel mezzo delle atrocità indicibili perpetrate dai nazifascisti, si fece luce di speranza, adoperandosi per portare in salvo in Svizzera oltre duemila prigionieri alleati, antifascisti ed ebrei. Catturato dalle SS e incarcerato a S. Vittore, fu sottoposto a un durissimo interrogatorio dal quale uscì con un braccio spezzato, ma senza proferire parola che potesse tradire gli amici.

L’insegnamento fondamentale che dobbiamo trarre dalla memoria della lotta di liberazione è la necessità di porre a cardine del nostro impegno civile, sociale e culturale la difesa dei valori, dei principi e delle prospettive di progresso che furono pensati e voluti per il futuro dell’Italia dalle donne e dagli uomini della Resistenza, appartenenti ad ogni schieramento politico, cattolici, socialisti, azionisti, militari, monarchici, comunisti, liberali, i quali pur diversi per idealità e aspirazioni combatterono in unità di intenti per un paese giusto, libero, aperto e solidale e si fregiarono tutti dello stesso nome: i partigiani.

Siamo chiamati, individualmente e comunitariamente, ad un esame di coscienza laico, a riconoscere i tanti errori, ritardi e insufficienze nel colmare la grande distanza ancora oggi esistente tra gli ideali partigiani e l’Italia contemporanea. La democrazia, la giustizia e la solidarietà rappresentano gli strumenti indispensabili per sconfiggere il disegno oscuro della prevaricazione, dell’esaltazione delle diseguaglianze, della discriminazione del diverso e dello straniero, del ritorno allo sfruttamento indiscriminato delle risorse e del lavoro umano, la nuova veste assunta dal fascismo odierno che tenta di ricacciarci all’indietro e usa tutte le armi disponibili, comprese quelle subdole della mistificazione, del negazionismo, della denigrazione strisciante, del distacco dalla storia, dell’umiliazione della cultura.

 

 

Il Dott. Raffaele Bonanno, nominato commissario prefettizio del comune di Sezze, nel corso delle intraprese attività ricognitive all'interno del Cimitero Comunale, ha deliberato “di formulare atto di indirizzo al Responsabile del Settore VI - Edilizia Privata/Cimitero – affinché intraprenda le azioni e tutti gli atti necessari per la costituzione di un gruppo di lavoro "ad hoc" che, composto da figure professionali di diverso profilo (tecnico, amministrativo, legale), anche esterne all'Ente, possa supportare gli Uffici competenti nell'evasione delle attività ricognitive delle irregolarità in corso di accertamento all'interno del Cimitero Comunale”. Un gruppo di lavoro quindi che possa fungere da garanzia e controllo delle attività all’interno del cimitero di Sezze. Nella delibera infatti si legge che “è stata rilevata, dagli Uffici competenti, la presenza di molteplici criticità legate ad un'anomala gestione, nel tempo, dello stesso, avvenuta con modalità non sempre conformi ai più elementari principi di diritto amministrativo e di buon andamento della Pubblica Amministrazione, nonché, alle disposizioni normative e regolamentari vigenti”.

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