L'Azione Cattolica parrocchiale di Santa Maria – Sezze interviene sullo scandalo del cimitero che ha visto l'arresto di 11 persone e altri 15 indagati. Il gruppo setino invita alla responsabilità collettiva, scongiura odio generalizzato e ritiene urgente e necessario un risveglio di coscienze ed un nuova fase educativa e culturale per l'intera comunità di Sezze.
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"Le notizie di questi giorni riguardo all’inchiesta giudiziaria Omnia 2 hanno gettato nello sconforto tanti nella nostra comunità di Sezze. La coscienza civile e religiosa del nostro paese è come morsa dalla gravità delle azioni compiute, che risultano particolarmente deprecabili ed esecrabili. Sotto gli occhi di tutti è colpito il valore della persona umana, fino a ipotizzare il vilipendio di cadavere e la profanazione del luogo sacro, della memoria e degli affetti: il nostro cimitero. Abbiamo accompagnato nella preghiera i parroci di Sezze, che hanno compiuto sabato il rito di benedizione, teso a riaffermare il valore per tutti i cristiani della persona e, nella fede, della risurrezione dei corpi. Come associazione di laici cristiani appassionati alla vita della nostra città, riteniamo che quanto accaduto debba chiamare in causa tutta la cittadinanza di Sezze e interrogarci seriamente rispetto ai temi della legalità, del rispetto, del bene comune. Ogni cittadino è chiamato a rispettare le regole anche nel piccolo della propria quotidianità e a supportare chi, con senso di responsabilità, decide di denunciare il malaffare, con coraggio e senza il disincanto o la rassegnazione di chi dice: «Cosa posso fare io? Tanto si comportano tutti così...». In un momento in cui i fatti di cronaca potrebbero spingere solo al disfattismo o all’odio nei confronti di chi è accusato di aver compiuto dei reati, a nostro avviso è necessario invece dare vita a un concorso di responsabilità civile collettiva nei confronti del nostro paese, che parta dai singoli e coinvolga attivamente la politica. Vorremmo che le agenzie educative, dalla famiglia alla scuola, dalle parrocchie alle società sportive, fino alle associazioni uscissero allo scoperto e ci mettessero la faccia, perché le nuove generazioni ricevano una testimonianza di vera “educazione civica”, fatta di rispetto della persona, dei beni di tutti e delle leggi. Auspichiamo dunque che la condanna dei fatti emersi in questi giorni, piuttosto che sfociare in un odio generalizzato, spesso espresso attraverso un uso distorto di Internet e dei social network, si trasformi in un impegno dei singoli a denunciare le illegalità, da quelle più piccole a quelle più grandi, da uno scontrino non emesso alla corruzione dei funzionari pubblici. Come Azione Cattolica, siamo impegnati in maniera costante per lo sviluppo integrale dell’uomo, attraverso le attività svolte nei gruppi con bambini, ragazzi, giovani e adulti, in un’ottica di tutela del bene comune, seguendo il Magistero della Chiesa e le sollecitazioni di papa Francesco. Siamo però consapevoli che possiamo e dobbiamo fare di più. I nostri ragazzi sono sempre più soli, spesso davanti a un monitor, rischiano di restare vittime delle sirene della droga, dell’alcool, del malaffare. La giustizia farà il suo corso. Noi ci auguriamo che, per chi sarà giudicato colpevole dei reati compiuti nel nostro territorio, la pena possa avere davvero una funzione di recupero e di riabilitazione e che il risarcimento del danno sociale porti anche alla riaffermazione dei valori violati. Continuiamo a sognare una riscoperta delle radici millenarie di cultura e di storia, anche religiosa, del nostro paese. È possibile e necessario un risveglio della coscienza civile e del protagonismo educativo e culturale di questa nostra terra. Da parte nostra, siamo disponibili a una riflessione collettiva e a programmare e attuare piste concrete di impegno di cittadinanza attiva, con tutti coloro che – singoli e gruppi, privati e associazioni, laici e religiosi – vogliano intraprendere questo percorso, per una crescita davvero “umana” delle persone, per il bene di Sezze e della comunità intera".
Come annunciato ieri dal sindaco di Sezze Sergio Di Raimo, questa mattina Antonio Di Prospero, vice sindaco del Comune di Sezze, ha rimesso il suo incarico nelle mani del primo cittadino.
Ecco la nota di dimissioni protocollata poco fa.
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“Il sottoscritto Antonio Di Prospero, considerate le indagini in corso, onde evitare danni di immagine e situazioni che possano arrecare pregiudizio alla pubblica amministrazione, comunico con effetto immediato le mie dimissioni da ogni incarico amministrativo in corso. Sono fiducioso nell’operato della magistratura verso cui rilascerò ogni dichiarazione che possa far luce sulla vicenda. Seppur nella consapevolezza della mia completa estraneità ai fatti e del principio della presunzione di innocenza che regola l’ordinamento giuridico italiano, ritengo opportuno rimetter il mio mandato al fine di tutelare me stesso, l’operato del sindaco, della Giunta e del consiglio comunale tutto, organi su cui alcun dubbio di legalità può e deve essere sollevato”.
Sono giovani e hanno nel sangue la voglia di cambiamento. Nei mesi scorsi anche a Sezze si è costituito il circolo locale Movimento Giovanile della Sinistra. Con un comunicato stampa intervengono sullo scandalo del Cimitero di Sezze. "Come giovani progressisti della città non possiamo rimanere indifferenti andando ad assumere atteggiamenti omertosi. Riteniamo sia dunque il momento di ridare dignità al paese di Sezze e soprattutto ai suoi cittadini, una dignità che è venuta meno per mano di quella che riteniamo sia la più nobile delle arti: la politica. Per questo come Movimento Giovanile della Sinistra Sezze, intendiamo scendere in campo per la prima volta su questo paese per poter contribuire al cambiamento radicale necessario. Un cambiamento che non va fatto con le accuse personali, ma con i contenuti, non con la semplice retorica e il clientelismo, ma tornando a vivere la cittadinanza. Riteniamo che la politica, fatta dal più remoto circolo, alle sedi nazionali, necessiti di tre elementi: trasparenza, equità e capacità di elaborazione; questi elementi si sono dimostrati inesistenti da parte di chi era tenuto ad amministrare il Paese. I fatti avvenuti - continua la nota del MGS - hanno solo messo sotto i riflettori ciò che ormai non poteva rimanere più celato, questa volta però si è superato quel limite invalicabile che è il rispetto per i defunti. Il gesto consumatosi della notte del 19 marzo presso l’ingresso del comune è solo uno dei molti segnali di malcontento che i cittadini provano da tempo. Come Movimento Giovanile non possiamo non tener conto di questi sintomi, chiediamo perciò una riflessione politica con assunzioni di responsabilità, da parte delle persone coinvolte politicamente, nei confronti dei cittadini. Nel momento più difficile per il Paese da decenni a questa parte ci poniamo l’obiettivo di costruire un’alternativa che non ha come scopo l’evento elettorale, bensì il ridare senso e contenuto all’elemento politico, cercando di essere una luce in quella che possiamo definire la nostra ora più buia. Intendiamo quindi sradicare le radici ormai malate della malapolitica e piantare un nuovo albero, con nuovi valori, nella speranza che il cambiamento richiesto possa rendersi possibile".
In una nota i consiglieri comunali Paride Martella e Serafino Di Palma rispondono alla nota del sindaco di Sezze. Per il Biancoleone l'unica strada percorribile è quelle delle dimissioni del primo cittadino.
Di seguito la nota del gruppo di minoranza.
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E’ troppo comodo pensare che solo con le dimissioni del Vice-Sindaco abbiamo risolto il problema ed abbiamo ricucito una ferita. Troviamo assurdo che il Sindaco Sergio Di Raimo non si dimette. Quanto accaduto è avvenuto perché non è stato esercitato un controllo sulla gestione del cimitero. Lasciamo perdere le responsabilità penali su cui la magistratura sta procedendo. Il gruppo di minoranza Biancoleone chiede le dimissioni al Sindaco in quanto capo della Amministratore che non ha esercitato il controllo su quanto stava avvenendo al Cimitero di Sezze. E’ conseguenziale che se si dimette il Sindaco l’attuale consiglio comunale verrà sciolto e si andrà a nuove elezioni. Il Sindaco e la sua Giunta, soprattutto in un paese come Sezze, doveva essere a conoscenza delle informazioni che circolano all’interno di una comunità che governa. Lui pensa che annunciando le dimissioni del capro espiatorio Vice-Sindaco ha risolto il problema, dimenticandosi che è stato lui a fare quella nomina e che molto probabilmente se non fosse esplosa l’indagine, Di Prospero starebbe ancora al suo posto. E’ una costante del Sindaco Di Raimo attribuire sempre agli altri le responsabilità. Se non sapeva è ancora più grave perché non è in grado di governare ed anche in questo caso se ne deve andare. Un Sindaco che non disponga di questa naturale e quasi automatica capacità di ottenere informazioni, probabilmente non è una persona in grado di rivestire il ruolo che i cittadini gli hanno affidato. E’ anche per questo che il gruppo di minoranza Biancoleone ha chiesto le sue dimissioni. Ma soprattutto, un sindaco che non sia informato di avere un custode del Cimitero ed un suo funzionario che hanno commesso quelle nefandezze, e dell’operato del suo Vice-Sindaco, è un Sindaco che dovrebbe alzare le mani e farsi da parte. Lui pensa di risolvere sbrigativamente tutto con le dimissioni del Vice-Sindaco. I fatti avvenuti sono talmente gravi e traumatici che il Sindaco se ne deve andare e passare il testimone ad un commissario che sicuramente gestirà meglio di lui e assicurerà la transizione a nuove elezioni Comunali. Il Comunicato Stampa del Sindaco è cinico e molto distante dall’accaduto che ha ancora la presunzione di andare avanti abbarbicato alla sua poltrona, senza rendersi conto che la comunità di Sezze è traumatizzata dall’accaduto. Il gruppo di Minoranza Biancoleone ritiene che è necessario azzerare la situazione e provare a ripartire da li per risalire la china e riaccendere la speranza. Se il Sindaco ritiene di andare avanti senza una frattura se ne assumerà tutte le responsabilità, perché così operando significherebbe consacrare alla normalità quelle incapacità di provare scandalo. Il terremoto giudiziario sulle vicende del Cimitero di Sezze è solo la punta dell’iceberg, perché l’attività politico amministrativo non riesce più neanche a garantire l’ordinario. E’ da irresponsabili non capire che all'orizzonte non s'intravede una soluzione all'attuale situazione di caos amministrativo che rischia di protrarsi fino alla fine della consiliatura, arrecando ulteriori gravi danni all'intera cittadinanza. La permanenza nelle funzioni del Sindaco e della sua Giunta, non può che determinare, un’inevitabile e dolorosa situazione di stallo e danno alla nostra Comunità. Il Sindaco si sta aggrappando sugli specchi, il gruppo di minoranza Biancoleone non può consentire che permanga questa situazione di ulteriore lunga agonia. Il gruppo di minoranza Biancoleone chiede pertanto nuove elezioni per garantire a Sezze ed ai suoi cittadini un futuro diverso e migliore, con una nuova classe dirigente alla guida della amministrazione ricca di prospettive e di ottimismo nell'interesse ed a beneficio dell'intera comunità.
Il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo interviene sullo scandalo del cimitero di Sezze. In una nota annuncia le dimissioni del vice sindaco Antonio Di Prospero.
Ecco le parole del sindaco di Sezze.
"Sono e siamo dispiaciuti, basiti e indignati per quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica. I presunti reati non solo sono contrari alla legge ma sono contrari alla moralità, alla sacralità dei luoghi, alla dignità delle persone, al rispetto dei defunti. Come già detto, ci auguriamo che venga fatta luce sull'accaduto e che la giustizia faccia il suo corso individuando le responsabilità ed è chiaro che l'ente si costituirà parte civile per i danni materiali e morali subiti. Il Vice Sindaco rassegnerà le sue dimissioni domattina così che possa dedicarsi interamente a fare piena luce sui fatti che lo hanno visto coinvolto e l'ente ha avviato le dovute procedure disciplinari interne. I due ex dipendenti arrestati sono in pensione già dal 2019 ed è più di un anno che i servizi cimiteriali sono gestiti direttamente dalla SPL come la responsabilità del settore è stata da tempo affidata ad altre posizioni organizzative con il totale rispetto delle norme di legge e dei regolamenti. Per la soluzione delle diverse problematiche che tormentano questo paese e per reagire di fronte a questa ferita, c'è sicuramente bisogno di una forte collaborazione fra istituzioni e cittadini, e ci auguriamo che questa possa crescere sempre di più negli anni. È giusto e doveroso aprire una riflessione che coinvolga l’intera comunità ma sarebbe un errore cadere nel tranello di alimentare una lettura dei fatti che tende a far passare Sezze come un paese fuori controllo, senza slancio e senza prospettive, che vuole far passare l'idea di un presunto “sistema", perché così non è. Concetti del genere non sono solo attacchi, speculativi, contro l'amministrazione politica di turno ma lo sono verso i cittadini perchè un paese è "grande” se tali sono i suoi cittadini e Sezze lo è, a prescindere da questi fatti inauditi che riguardano l'operato indicibile di alcuni; Sezze ha cittadini onesti e grandi lavoratori, risorse intellettuali importanti che hanno raggiunto alti traguardi, una intensa attività associazionistica, eventi di prestigio, bellezze naturali, architettoniche e storiche, bontà gastronomiche uniche, un patrimonio culturale pieno di tradizioni. L'operato assurdo di queste persone è una ferita da cui il paese guarirà; un vulnus su cui riflettere con molta cura e attenzione per poter ripartire migliorandoci, ma che non deve intaccare la bellezza, la tensione etica e civile, la passione e l’identità di un paese millenario".
È difficile trovare le parole per esprimere il disagio, la sofferenza e il dolore che ferisce nel profondo la nostra comunità. Un colpo al cuore che toglie il respiro ci è stato inferto, una umiliazione, un oltraggio alla nostra storia, alla nostra civiltà millenaria, alla dignità di tutti e di ciascuno. I sentimenti prevalenti sono sconcerto e rabbia per una vicenda il cui clamore ha superato i ristretti ambiti della nostra città, ma i cui contorni restano ancora da essere definiti con certezza, così come le responsabilità individuali.
Tutti avremmo preferito che ad attirare l’attenzione di media e informazione nazionale e locale sulla nostra città fossero state le grandi ricchezze storiche, culturali e gastronomiche che possediamo, ma dobbiamo fare i conti con una realtà diversa, che non ci piace e soprattutto non ci rappresenta.
La giustizia deve fare il suo corso e lo farà, seguendo le sue regole, le sue procedure e solo alla fine emetterà il verdetto, completamente spoglio dalle emozionalità del momento e fondato su dati obiettivi, accertati processualmente. In questo momento ogni giudizio, soprattutto se ultimativo, sarebbe sbagliato, ingiustificato ed inopportuno. Nessuno può e deve ergersi a giudice ed emettere sentenze, condannare alla gogna ed esporre al pubblico ludibrio. Il principio della presunzione di innocenza, uno dei cardini della Costituzione della Repubblica, rappresenta una conquista irrinunciabile della civiltà giuridica e di ogni stato democratico: nessuno può essere considerato colpevole fino alla sentenza definitiva di condanna, non più appellabile e riformabile. Questa è la giustizia ed è sacrosanto che sia così, perché i diritti dei cittadini non sono suscettibili di mercimonio, di contrattazione, di negazione, di sottrazione o di rinuncia da parte di alcuno e per nessuna ragione.
A tempo debito verranno celebrati i processi, ci sarà un’accusa e ci saranno le difese. Ogni parte processuale porterà le sue prove e farà valere le sue ragioni davanti ad un giudice terzo, il quale giudicherà con cognizione, coscienza ed equità i fatti che verranno accertati e provati. Insomma a tutti sarà concessa la possibilità di dimostrare la propria estraneità rispetto ai fatti e la propria innocenza.
La giustizia umana non è una ordalia, un giudizio di Dio, come praticata dai popoli germanici nell’Alto Medioevo e avente la forma ora del duello giudiziario, ora della prova del fuoco, dell’acqua e della croce. Sicuramente i processi sono demandati a persone erranti come tutti, le quali giungono a volte anche a conclusioni e assumono decisioni sbagliate, frutto di convincimenti personali e interpretazioni degli accadimenti fuorviati. Menar scandalo e strapparsi le vesti per questo è esercizio ipocrita. Siamo uomini e donne, non dobbiamo dimenticarlo, la perfezione non ci appartiene in nessun modo, è solo di Dio. Tuttavia nelle aule di giustizia, lo sa bene chi le frequenta, non è certo l’errore a prevalere. Il sistema giudiziario possiede meccanismi e strumenti di garanzia valevoli per tutti, nessuno escluso, perfino per il colpevole certificato e più incallito. La forza del diritto e della legge sta nella sua capacità di cercare la giustizia e non la vendetta, di garantire l’equità e non il sopruso. È questo l’insegnamento che ho ricevuto da un grandissimo maestro del diritto, uno dei padri del nostro codice di procedura penale e uomo di cultura illimitata e straordinaria, il Prof. Franco Cordero, che ho avuto l’onore di incontrare, di averlo come insegnante e soprattutto come correlatore della mia tesi di laurea in giurisprudenza e al quale cerco di ispirarmi quotidianamente nell’esercizio della mia professione di avvocato.
Il doveroso rispetto per gli operatori della giustizia e l’obbligo morale, mi sia consentito affermarlo con nettezza, di astenersi da giudizi sommari e ultimativi verso quanti direttamente o indirettamente sono coinvolti nella vicenda del cimitero, non può e non deve però esimerci dall’esprimere fortemente la nostra costernazione, farci dimenticare che la nostra città è ferita profondamente e attonita, soprattutto perché ad essere coinvolto e colpito è un luogo simbolo della nostra storia e della memoria collettiva degli affetti. Prescindendo totalmente dal fatto di essere o meno credenti, la sacralità del cimitero sta nel suo essere il luogo dell’accoglienza ultima e definitiva dei resti mortali di quanti abbiamo amato, con i quali abbiamo camminato fianco a fianco, costruito percorsi essenziali e indimenticabili delle nostre vite. Anche semplicemente dubitare che i loro resti possano essere stati oltraggiati, vilipesi e profanati ci avvilisce profondamente, suscita in noi rabbia e indignazione.
La scelta di celebrare l’Eucaristia nella cappella del cimitero da parte di tutti i parroci della nostra città costituisce un gesto simbolico importante, che siamo credenti o non, perché restituisce sacralità al nostro cimitero, ce lo fa riappropriare integralmente.
Senza dimenticare quanto accaduto e soprattutto senza fare sconti sulle eventuali colpe, che pretendiamo vengano accertate in ogni ambito e ad ogni livello, dobbiamo avere la forza di reagire a tutto questo, trasformare il sentimento prevalente di abbattimento e frustrazione in energia positiva per restituire vitalità al tessuto sociale della nostra città, superare il trauma e farlo diventare uno stimolo importante per ricostruire una identità comune fin qui dispersa in mille rivoli di individualismo, di interessi personalistici e di egoismi e trasformare il tutto in un’occasione di rinnovata partecipazione. Troppo spesso abbiamo scrollato le spalle, ci siamo voltati dall’altra parte per non vedere e non sapere, ci siamo accodati acriticamente all’andazzo generale, anestetizzando la nostra coscienza e il nostro senso civico.
È il tempo dell’assunzione delle responsabilità da parte di tutti, ad ogni livello. La mia, sia ben chiaro, non è una chiamata di correità generalizzata per cui tutti sono colpevoli e pertanto alla fine non lo è nessuno, ma il prendere atto che correggere gli errori per ripartire è la grande sfida che abbiamo davanti. Dobbiamo dimostrare di esserne all’altezza, di saperla affrontare e vincere per noi e per i nostri figli.
Nella giornata di ieri, nel contesto dell’ indagine convenzionalmente denominata “OMNIA 2019” nella quale sono state tratte in arresto, lo scorso 18 marzo, 11 persone a vario titolo indagate per molteplici imputazioni ed altre 15 raggiunte da rispettivi avvisi di garanzia, in relazione all’illecita gestione del cimitero comunale, i carabinieri del nucleo investigativo di latina, procedevano al sequestro preventivo di 12 loculi e 2 cappelle. La misura cautelare reale è stata disposta dal tribunale di latina su richiesta della locale procura della repubblica segnatamente ai citati loculi e cappelle, ceduti illegalmente in concessione dal custode dello stesso cimitero e dal funzionario comunale responsabile, in favore di 11 residenti.
Questa mattina, alle ore 9, tutti i parroci di Sezze si recheranno presso il cimitero di Sezze per pregare e per benedire il camposanto. Padre Damiano, Don Raffaele, Padre Gregorio, Don Pierluigi e Don Giammarco, il vicario foraneo, hanno preso questa iniziativa dopo i fatti di cronaca accaduti all’interno del camposanto setino e balzati nelle cronache nazionali. La comunità religiosa setina è scossa per quanto avvenuto, dopo aver letto delle profanazioni di tombe e di quel “mischiare le ossa” per fare soldi. I parroci invitano la comunità a pregare per tutti i defunti in un momento così doloroso per tutta la nostra città.
Tre mazzi di fiori con messaggi davanti il Palazzo comunale sono stati deposti poco fa da un gruppo di cittadini senza colore politico, indignati e ancora sotto choc per quanto successo. Nei messaggi lasciati nel portone di via Diaz si legge “Ormai la vergogna è in tutti noi. Andate tutti a casa non meritate di rappresentarci. E' venuta a mancare la dignità di Sezze”. Si tratta di un gesto simbolico ma molto rappresentativo del clima che si respira in città dopo gli 11 arresti per lo scandalo del cimitero.
Altro...
Anche il gruppo consiliare Biancoleone interviene sullo scandalo al cimitero chiedendo le dimissioni del Sindaco Sergio Di Raimo. Ecco la nota firmata dai consiglieri comunali Serafino Di Palma e Paride Martella.
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Il gruppo di Minoranza Biancoleone a seguito del terremoto giudiziario sulle vicende del Cimitero di Sezze, fa presente che l'operato del Sindaco Di Raimo Sergio è fallito. In questi quattro anni si è caratterizzato per gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche. Le inchieste giudiziarie in corso dimostrano questo dato di fatto incontrovertibile. Balza immediatamente agli occhi come l'attività politico amministrativa è pesantemente ingessata, che gli Uffici Comunali non riescono oramai a dare risposte ai bisogni elementari dei nostri concittadini, anche in ordine a richieste di ordinaria amministrazione. Gli atti fondamentali della vita amministrativa non sono stati mai prodotti nei tempi prescritti dalla legge. Nonostante le numerose interrogazioni del gruppo Biancoleone sul personale non è stato mai effettuato un controllo, tanto che è dovuta intervenire la magistratura su situazioni scabrose venutosi a creare all’interno del Cimitero di Sezze. Regna il Caos e mancano i controlli, incombono sulla città di Sezze inchieste giudiziarie della magistratura penale e contabile. La mancanza di programmazione ha portato il comune di Sezze ad essere fuori da tutte le più importanti linee di progettazione legate ai fondi europei, ministeriale e regionali. Il coinvolgimento del Vice-Sindaco come indagato nella inchiesta sul Cimitero, può generare una situazione ulteriore impasse della nostra città, con conseguente danno sulla gestione amministrativa. Il quadro politico frammentato dal passaggio di molti consiglieri dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione, testimonia la dissoluzione del vincolo fiduciario che ha legato i consiglieri al Sindaco al momento dell’elezione. In ultimo perfino l’esclusione da finanziamenti da destinare ad investimenti relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle Istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini che in noi hanno riposto le proprie naturali esigenze ed aspettative per una crescita culturale e sociale. All'orizzonte non s'intravede una soluzione all'attuale situazione di caos amministrativo che rischia di protrarsi fino alla fine della consiliatura, arrecando ulteriori gravi danni all'intera cittadinanza. A questo punto la permanenza nelle funzioni del Sindaco e della sua Giunta, non può che determinare, un’inevitabile e dolorosa situazione di stallo e caos amministrativo. Alla mancanza di capacità nella gestione dell’apparato amministrativo si è aggiunta l’assoluta carenza di considerazione delle ragioni dell’opposizione. Non è stata presa in nessuna considerazione la interrogazione del gruppo Biancoleone sulla gestione dei servizi cimiteriali, senza il rispetto dei pur minimi diritti delle opposizioni. Dietro gli assordanti silenzi della Giunta e la mancanza di risposte appariva chiara la debolezza delle loro ragioni e la paura di dover giustificare alla cittadinanza il fallimento delle posizioni assunte. La mancanza di visione nella gestione della cosa pubblica, mette “a nudo il re”. Diverse sono state le circostanze nelle quali questa Giunta e questo Sindaco hanno ignorato le principali regole che deve rispettare un amministratore. Come è possibile non condividere queste considerazioni ed essere, coerentemente, consequenziali chiedendo al capo dell’amministrazione di fare un passo indietro per il bene della collettività. 3 Non si può consentire ulteriormente che il lento ed inevitabile crepuscolo politico di una Giunta produca una lunga agonia del nostro paese che, con una radicale inversione di rotta e con una presa di coscienza collettiva, deve ritrovare invece la forza morale, la coesione sociale, lo slancio, l'entusiasmo, le risorse intellettuali e gli uomini per garantire a Sezze ed ai suoi cittadini un futuro diverso e migliore, ricco di prospettive e di ottimismo, attraverso una nuova classe dirigente animata da competenza, entusiasmo, passione civile, dove non sia preponderante l'orientamento politico ma il livello etico e morale delle scelte che dovranno essere fatte, nell'interesse ed a beneficio dell'intera comunità. Sindaco dimettiti!
Serafino Di Palma
Riportiamo la nota del Gruppo consiliare Sezze Bene Comune a firma delle consigliere comunali Rita Palombi ed Eleonora Contento
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Il terremoto giudiziario che ha coinvolto la gestione del cimitero le cui indagini hanno ipotizzato una serie di reati perpetrati a danno di molti cittadini e di riflesso a tutta la cittadinanza, stanno dimostrando profonde responsabilità nella gestione politica dell’Ente. Non è nostro compito sostituirci agli inquirenti ed alla magistratura che dovranno accertare ulteriormente tutte le vicende, ma non possiamo non rilevare che i reati prospettati dagli inquirenti e suffragati da intercettazioni e filmati, hanno creato sgomento all’intera città. La cruda descrizione delle pratiche che da anni avvenivano all’interno del cimitero prive del minimo rispetto per i defunti ci ha lasciato sconvolti ed ha evidenziato ancora una volta come questa amministrazione sia lontana dai cittadini e abbia precise responsabilità nella gestione della cosa pubblica. Pensavamo che con la perdita di possibili finanziamenti per oltre duemilioni di euro avessimo toccato il fondo della inefficienza e della incapacità di questa Amministrazione di svolgere il compito che gli elettori gli avevano affidato, ma le attuali vicende avvenute nella gestione cimiteriale, individua responsabilità dirette a questa amministrazione e dimostra che la nostra città sta ancora sprofondando nella melma e nell’inettidudine. Da non sottovalutare sono anche i rilievi della Corte Dei Conti Sezione Controllo Regionale del Lazio 22 dicembre 2020 con Delibera n. 142/2020. E’ ormai evidente il fallimento della Giunta Di Raimo. Fallimento evidente negli interventi necessari per una corretta e trasparente gestione amministrativa. Alla mancata capacità nella gestione dell’apparato amministrativo si è aggiunta l’assoluta carenza di ragione nell’operare con leale proposizione da parte dell’opposizione, considerato che non sono state prese in esame nessuna delle interrogazioni dei gruppi consiliari di minoranza sulla gestione dei servizi cimiteriali, senza il rispetto dei pur minimi diritti delle opposizioni. Dietro i silenzi della Giunta e la mancanza di risposte appariva chiara la debolezza delle loro ragioni e la paura di dover giustificare alla cittadinanza il fallimento delle posizioni assunte. Per quanto esposto, non si può consentire ulteriormente che il lento ed inevitabile crepuscolo politico di una Giunta produca una lunga agonia del nostro paese che, con una radicale inversione di rotta e con una presa di coscienza collettiva, deve ritrovare invece la forza morale, la coesione sociale, lo slancio, l'entusiasmo, le risorse intellettuali e gli uomini per garantire a Sezze ed ai suoi cittadini un futuro diverso e migliore, ricco di prospettive e di ottimismo, passione civile, dove non sia preponderante l'orientamento politico ma il livello etico e morale delle scelte che dovranno essere fatte, nell'interesse ed a beneficio dell'intera comunità. Invitiamo i colleghi Consiglieri Comunali a dimettersi manifestando un atto d’amore verso la città di Sezze e nel rispetto di tutti i cittadini.
Rita Palombi
Furto in piena notte ai danni dell’Ottica Nardi a Sezze Scalo in piazza delle Regioni. Una banda di malviventi ha agito indisturbata scassando la saracinesca del locale e poi le vetrine. Una volta dentro i ladri hanno fatto razzia di tutto, hanno praticamente ripulito il locale rubando occhiali, macchine fotografiche e altra merce in vendita. Il proprietario si è accorto del furto solo questa mattina quando è andato ad aprire la serranda. Il locale si trova in pieno centro abitato, nessuno ha sentito e visto niente. Presentata regolare denuncia presso la caserma dei Carabinieri di Sezze. Il danno del furto ammonta a circa 50 mila euro. Un “bel” regalo per la festa del papà.
COMUNICATO STAMPA PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di LATINA
Alle prime ore dell’alba, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale dello stesso capoluogo su richiesta del Procuratore Aggiunto Dr. Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore della Repubblica Dr. Valerio De Luca, nei confronti di 11 persone (delle quali due sono state associate in carcere e le restanti nove agli arresti domiciliari).
I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per:
- corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato;
- induzione indebita a dare o promettere utilità;
- distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato;
- peculato continuato;
- concussione in concorso;
- tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato;
- esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.
L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019, si è sviluppata mediante attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video), nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, le cui complesse risultanze consentivano di dimostrare:
- la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata;
- il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune;
- la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze;
- la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio;
- le minacce nei confronti di coloro che avevano manifestato il desiderio di ristrutturare la propria tomba di famiglia attraverso ditte edili esterne;
- le responsabilità di tre degli indagati che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta nei confronti del custode del cimitero.
Nello stesso contesto sono stati notificati 15 avvisi di garanzia ad altrettante persone poichè ritenute responsabili, a diverso titolo, dei medesimi delitti.