Riportiamo integralmente l'intervento del presidente del consiglio comunale di Sezze Enzo Eramo sulla discussione nata attorno alla realizzazione del monumento di San Lidano a Santa Maria. Il prossimo 10 giugno si terrà il consiglio comunale e quello del presidente dell'assise è un ulteriore tentativo al dialogo e al confronto per trovare un compromesso che non sia dannoso per la città e politicamente per l'amministrazione comunale.
"Vorrei sgomberare subito il campo dagli equivoci. Non ho nulla in contrario nel collocare una statua in ricordo di San Lidano. Il patrono è "cosa" di tutta la città. Da guida della assemblea consiliare dove è rappresentata, non una maggioranza o una minoranza, ma l'intero sentire della città ritengo opportuno intervenire sul metodo di una scelta e sul suo significato politico. Ancor di più quando parliamo di un luogo identitario della città. In questi confronti non vanno perseguite maggioranze ma condivisione collettiva, in una città che è di tutti. La città non è rossa o nera, di cattolici o di anticlericali, neanche della somma di queste parti. Noi siamo chiamati a custodire i luoghi e a farli evolvere certo, ma in questo caso solo con la condivisione di tutti. Non c'è una questione "se passa o non passa in consiglio", se è scelta divisiva, non è la scelta giusta per me. Dal punto di vista politico questo confronto ha un grande valore; ma è un confronto che, proprio per la sua natura, non può avvenire nell’ambito chiuso di una maggioranza consiliare né tantomeno può essere termometro di equilibri interni. Non c'è nel programma del Sindaco, è tema di coscienza di ciascuno. Non è una prova di sostegno ad un percorso politico. Lo dico da persona che, insieme ad altri, è sempre stata leale con la maggioranza approvando negli anni tutti gli atti compresi quelli in cui delle volte si è stati minoranza nella...maggioranza. Le statue uniscono. Non debbono dividere e ringrazio chi è generoso. Da uomo di sinistra ricordo che proposi insieme ad altri amministratori di intitolare il primo asilo nido pubblico della città ad un sacerdote, Don Milani. Vengo al dunque. Il Santo patrono è elemento distintivo di tutta la comunità e qui vengo ai toni: non mi sono piaciuti quelli usati in questo confronto, ma non posso accettare neanche di far passare un elemento identitario in un fatto di personalismo. C'è un problema di sintesi politica e tutto non può essere ricondotto al con me o contro di me. Ci sono cose che non sono a favore o contro, ma sono questioni di coscienza, di senso della cosa pubblica. La statua deve essere se è condivisa, non può essere un colpo della maggioranza, il peso di una maggioranza politica. Stiamo parlando di un pezzo di patrimonio collettivo, è dovere conservarlo è in discussione non un fatto banale, ma la nostra radice che è cristiana ma anche laica, anche umana, anche di spazi urbani. Discutiamo tutto, anche se collocarla, in altri posti o anche in altri luoghi della stessa Santa Maria. Se l'obiettivo è posizionare la statua perché allora non valutare altre possibilità?"