La Giunta comunale presieduta dal sindaco Sergio Di Raimo ha deliberato venerdì scorso la definitiva demolizione del cantiere di San Lidano sul belvedere di Santa Maria. Nella delibera pubblicata sull'Albo comunale è stata quantificata anche la spesa della demolizione che ammonta a € 6.113,00. La somma è "prevista dalla valutazione tecnica economica e sarà a totale carico dei responsabili ex art. 29 del DPR n. 380/2001 e/o comunque agli aventi causa, viene anticipata dal Comune, e recuperata dopo l'avvenuta demolizione, anche mediante procedura coattiva, con le ulteriori spese, degli interessi locali e competenze di riscossione". Il provvedimento è immediatamente esecutivo. Da quello che si vocifera, dunque, l’accordo di far rimuovere a spese di Don Massimiliano il manufatto in cemento armato realizzato è saltato, come a questo punto sarebbe saltato anche l’accordo di posizionare la statua del Santo (che nessuno ha mai visto) in un altro luogo della piazza e forse anche l’ipotesi di donazione della statua stessa. Dopo che la giustizia amministrativa del Tar prima e del Consiglio di Stato dopo ha deciso che i titoli per realizzare su suolo pubblico un’opera privata non esistevano, ricordiamo che la politica aveva tentato un nuovo compromesso per salvare capra e cavoli, e invece il committente dei lavori sembra non abbia voluto sentire storia. Ecco allora che il sindaco, con uno scatto di orgoglio - cambiando idea sul progetto nel corso dei mesi e solo a seguito delle decisioni del Tar e del Consiglio di Stato – ha deciso che il cantiere vada tolto a prescindere. La Giunta comunale quindi ha votato venerdì scorso che la demolizione del pilastro in cemento armato e di tutto il cantiere sarà affidato ad una ditta a spese del Comune di Sezze che poi, ovviamente, si rifarà per via legali, sul committente dei lavori. Dopo quasi due anni le lotte civiche e le battaglie in consiglio comunale di una parte dei consiglieri comunali avranno dunque un senso, e lo scempio perpetrato ai danni del belvedere e della comunità finirà qui. Non è dato sapere chi e come pagherà l’occupazione di suolo pubblico e la privazione degli spazi in tutti questi lunghi 20 mesi, non sapremo mai se ci sia stato un accordo politico/elettorale dietro la decisione di approvare un progetto scellerato, ma sappiamo con certezza che quella del belvedere resterà negli annali come una delle pagine più buie e vergognose della città, e che solo grazie alla determinazione di diversi cittadini e alla forza di un gruppo di consiglieri è stato evitato il peggio, ossia un nuovo obbrobrio ai danni della città di Sezze, come accaduto purtroppo per l'anfiteatro setino.
Lo scempio al Belvedere