Quando era piccolo e durante l’estate iniziava a mancare l’acqua nei quartieri periferici della nostra città, gli eroici operai dell’acquedotto comunale iniziavano la stagione delle cosiddette manovre. E cioè con tanta dedizione, per tutta la giornata e anche nelle ore notturne, giravano le valvole presenti nelle giunture per far defluire l’acqua potabile laddove mancava per soddisfare il fabbisogno dei residenti senza acqua. Mi è venuta in mente questa nostalgica immagine per rappresentare ciò che descriverei come una mia personale sensazione, direi una sorta di intuizione nemmeno troppo geniale, anzi per molti banale. Una sensazione che potrebbe essere riassunta anche dal proverbio napulitano: Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato ha dato, scurdámmoce 'o ppassato. Sembra, in soldoni, che per qualcuno, quelle distanze e quelle differenze tra il Pd di Sezze e la nuova amministrazione comunale, in soli tre mesi dal voto, si siano affievolite; sembra che qualcuno abbia voluto scherzare con chi ci ha messo la faccia, con chi ha sostenuto quelle che riteneva valide argomentazioni; pare che adesso tutti i veleni si siano disciolti al sole della collaborazione in vista di chissà quale importante appuntamento. Si vocifera, infatti, che una parte dei dirigenti del Pd di Sezze, in questi giorni, si sia molto avvicinato al sindaco Lidano Lucidi, e che si siano messi a completa disposizione per il bene comune della comunità. Pare che le manovre di antica memoria, insomma, siano già iniziate, non sappiamo se con imbarazzo da parte di qualche esponente di maggioranza consiliare. Lo dico perché quasi tutti hanno improntato la loro campagna elettorale contro il “sistema” Pd e contro quel modo di fare politica che andava cancellato per “riscrivere una nuova storia di Sezze” e anche per questo hanno stravinto le amministrative di ottobre. Io sono favorevole alla collaborazione. Lo sono sempre stato. Non mi piacciono però gli inciuci… Sostengo infatti che una leale collaborazione, fatta però alla luce del sole, tra opposte fazioni sia un atto di grande maturità, a patto però che non si calpestino le diversità e la storia di una tradizione politica per soli obiettivi personali. Le mie - e ci tengo a sottolinearlo – sono solo impressioni di gennaio e di chi vive la politica locale da osservatore, e di chi forse un po' di acqua sotto i ponti ne ha vista passare. Gennaio dovrebbe essere anche il mese del congresso del Pd e vedremo come ne uscirà questo partito. Sarà sacrificato sull’altare di qualcuno? O sarà pronto a nuove sfide?