E’ iniziato il conto alla rovescia. Venerdì 12 luglio se il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, non dovesse ritirare le dimissioni, il Prefetto di Latina, per scadenza di termini, scioglierà anticipatamente il consiglio comunale e nominerà il commissario Prefettizio che per 9 mesi dovrà amministrare (ordinaria amministrazione) la città. Poi gli elettori setini torneranno alle urne per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale. Intanto nel fine settimana il primo cittadino ha comunicato agli (ex) assessori Pietro Ceccano, Paola Di Veroli e Vincenzo Lucarini la conclusione anticipata del loro incarico assessorile, mentre Antonio Di Prospero e Sabrina Pecorilli resteranno, per il momento, al loro posto. Tra oggi e domani ci sarà l’epilogo di una lunga crisi iniziata 41 giorni fa con il ritiro delle deleghe e concretizzatasi il 22 giugno scorso con le dimissioni del sindaco. Il sindaco domani farà l'ultimo tentativo, metterà tutta la maggioranza di fronte la responsabilità di andare avanti o di lasciare che qualcun altro governi la città con nuove elezioni. Come andrà a finire? Va detto che in questo lungo periodo di stasi politica Di Raimo ha tentato l’impossibile per trovare un accordo tra la maggioranza, ma quando sembrava che fosse giunto a dama ecco che gli equilibri saltavano nuovamente. Adesso l’unica certezza è la scadenza dei 20 giorni, oltre i quali non si potrà andare. Se è ormai certa la decisione di cambiare i tre assessori, comunicata in via ufficiale ai tre, incerta ad oggi è ancora la soluzione trovata per il rimpasto. Come Il pendolo di Foucault le scelte oscillano da una parte all’altra e cambiano continuamente andamento a seconda dei casi. Ci saranno tre assessori esterni? Saranno tre tecnici? Si tenterà di chiedere per l’ultima (ennesima volta) ai tre consiglieri (Bernasconi, Uscimenti e Barbati) un atto (disperato) di responsabilità? Sarà un Giunta politica con l’ingresso di ex sindaci o ex assessori? Sara una Giunta mista? Sarà un Giunta a scadenza? Tante le ipotesi su cui nessuno però oggi è in grado di scommettere un centesimo. Tornando allora al pendolo di Foucault, questa crisi rischia veramente di partorire un elefante da un topolino qual è sempre stata. Perché è impegnativo costruire un pendolo poiché “piccole imprecisioni possono causare errori nell'oscillazione che mascherano l'effetto della rotazione terrestre”. Le resistenze poi frenano e cambiano l’oscillazione proprio come si sta verificando a Sezze nel post crisi.