La politica ai tempi del coronavirus è molto cambiata, adattandosi immediatamente alla ricettività social. Nel corso di questa lunga quarantena abbiamo assistito a notiziari sacrosanti sull’aggiornamento del Covid19, a bollettini utili e a messaggi istituzionali necessari e molto importanti per la collettività. Ma abbiamo visto anche clamorose manifestazioni di onnipresenza, vertiginose capovolte, falsi miti, girandole varie e assurde intraprendenze del tutto fuori luogo che fanno pensare ad un clima da campagna elettorale avviata. Siamo sicuri, anzi stra-sicuri, della buona fede dei più e di quelli che ci sono sempre stati, mentre restiamo sconcertati e basiti da nuove presenze striscianti o da gruppi tali che, vuoi o non vuoi, ti mettono la pulce nell’orecchio, senza fare peccato però. Saranno i prossimi mesi a scoprire gli altarini e a mettere in luce quelle che sono state le vere e buone intenzioni e quelle che sono stati solo secondi fini. Non è vero come qualcuno sosteneva che la vita sui social è una vita virtuale e quindi romanzata. E’ vero esattamente il contrario: facebook e altri social sono lo specchio di quello che realmente siamo ma che, evidentemente, non riusciamo a manifestare fisicamente e a trasmettere chiaramente alle persone che conosciamo o che vogliamo conoscere. Ed ecco allora che sui social si incontrano molte persone equilibrate ma anche molti imbecilli, molti ipocriti come persone perbene, così come nella vita di tutti i giorni. Ci sono persone che vogliono autocelebrarsi, altri che preferiscono nascondersi, altri ancora che intervengono quando è veramente necessario. Insomma anche il mondo social è bello perché è vario ma quando tutto sarà finito inizieremo a tirare le somme, e a capire chi voleva cosa e chi voleva arrivare dove. Le tracce sui social le abbiamo tutti, ed è anche quella la storia di ognuno di noi.