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Impianto di compostaggio. Urge un ripensamento

Mar 13, 2022 Scritto da 
(Nella foto un impianto a Napoli)

 

 

 

Le scelte politiche e amministrative vanno discusse e condivise con i cittadini, quanti amministrano la città hanno il dovere di ascoltare, di rendere partecipi delle decisioni la comunità intera, senza imposizioni e colpi di mano. Giuramenti solenni, promesse di discontinuità rispetto al passato hanno inondato i social, sono risuonate nelle manifestazioni pubbliche e nei dibattiti che hanno infiammato la campagna elettorale. Presto però gli spiriti si sono placati, le posizioni intransigenti hanno ceduto il passo al grigiore dell’ordinarietà e i vessilli di partecipazione e trasparenza sono stati ammainati, il loro sventolio è durato il tempo breve delle elezioni.
 
Sinceramente stupiscono le reazioni infastidite e le chiusure dell’attuale maggioranza in Consiglio Comunale di fronte a critiche, dubbi e contrarietà manifestate da forze politiche e comuni cittadini avverso la realizzazione di un impianto di compostaggio sul nostro territorio. È noto che il potere è bestia raffinata, è seducente e lusinghiero, ti conquista e ti fa capitolare, si fa ossessione che rende allergici al pensiero critico, insofferenti avverso quanti non si allineano, adombra persino le menti più brillanti, fa dimenticare i principi professati e le promesse fatte in campagna elettorale.
 
In nome dell’opportunità di partecipare al gran banchetto del PNRR, con una buona dose di improvvisazione e in assenza di una seria programmazione amministrativa a medio e lungo termine, si è scelto di rincorrere finanziamenti dell’ultima ora, al solo fine di non perdere l’occasione di accaparrarsi risorse, senza interrogarsi su quale sviluppo ecosostenibile costruire per la nostra città.
 
Una politica seria e una amministrazione responsabile deve interrogarsi su come gestire il ciclo dei rifiuti nel nostro territorio, aguzzare l’ingegno per cercare soluzioni serie ed intelligenti ad un problema che impegna il nostro presente e ancor di più investirà il nostro futuro. Necessitano scelte efficaci, che coniughino responsabilità e lungimiranza e non cedano al richiamo delle sirene di qualunquismo e populismo. Tuttavia è segno di grave miopia politica pensare che le proprie proposte siano le uniche possibili, chiudere ogni spiraglio di confronto e discussione e accusare quanti non si adeguano di non capire, di non avere a cuore gli interessi della collettività. L’investitura popolare da parte della maggioranza dei cittadini legittima ad amministrare, ma si è servitori pro – tempore delle istituzioni e non padroni. 
 
La delibera d’indirizzo politico votata dalla giunta cittadina, con annesso studio di fattibilità per la realizzazione dell’impianto di compostaggio per i rifiuti organici suscita numerosi dubbi sotto il profilo formale delle “competenze”, in quanto adottata dall’organo esecutivo anziché dal Consiglio Comunale e soprattutto lascia perplessi perché esclude totalmente dalla partecipazione i cittadini su una questione di così grande rilevanza. Affermare che si tratta solo di una delibera di indirizzo non vincolante e che, qualora lo studio di fattibilità dovesse ricevere parere favorevole e il progetto fosse finanziato, si aprirebbe la discussione con cittadini, aziende agricole in primis e rappresentanze sociali è un escamotage dialettico neppure tanto efficace, il tentativo di giustificare a posteriori una scelta improvvisata, frutto di una non conoscenza del territorio, adottata in contrastato con il programma elettorale con cui l’attuale amministrazione si è presentata ai cittadini. È pensabile poi che di fronte a un progetto approvato e finanziato, l’amministrazione non darebbe seguito all’opera a causa dell’eventuale opposizione dei cittadini, buttando al vento qualche migliaio di euro speso per redigerlo? La risposta è logica e perfino banale.    
 
Evidente è l’insensatezza di collocare un impianto di compostaggio in un’area con una fortissima presenza di aziende agricole, caratterizzata dalla presenza di falde acquifere, non distante dalla stazione ferroviaria e dal centro abitato, di non tenere minimamente conto della sostenibilità ambientale, dell’impatto sulla qualità della vita dei cittadini e non ultimo della totale assenza del complesso infrastrutturale che deve accompagnare questo tipo di opera, a cominciare dalle strade. Invece di mettere in campo soluzioni virtuose che coniughino tutela dell’ambiente e mobilità sostenibile, si inseguono progettualità incongruenti rispetto almeno al contesto territoriale scelto e in contrasto con il Piano Regolatore Generale e la classificazione di quell’area fatta da Ministero dell'Ambiente, Agenzia del Territorio e della Tutela delle Acque.
 
L’impianto di compostaggio così come pensato rischia così di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto, di aggiungersi alle già molte strutture incompiute e ai tanti siti inquinanti che pregiudicano la salute dei cittadini e impediscono lo sviluppo economico industriale del territorio, di non eliminare le mini discariche e di non ridurre la quantità di rifiuti e i relativi costi di gestione. Infatti trattare il ciclo integrato dei rifiuti richiede l’elaborazione di una strategia a livello provinciale e una pianificazione della raccolta differenziata che superi la frammentazione localistica, portandola a raggiungere prioritariamente livelli virtuosi in linea con la normativa vigente e trasformandoli di conseguenza in risorsa per la comunità. È un aspetto questo assolutamente non preso in considerazione dal progetto presentato. Proporre oggi l’impianto di compostaggio è sostanzialmente un rovesciamento metodologico e prima ancora logico a fronte di un livello così basso di differenziazione dei rifiuti. 
 
Su un tema tanto delicato e in grado di ipotecare il futuro della nostra comunità e dell’intero comprensorio occorre evitare scelte schizofreniche, prestare una seria attenzione e avere una capacità d’analisi dei dati oggettivi a partire dalla localizzazione dell’impianto. È fondamentale la disponibilità di quanti rappresentano le istituzioni e sono chiamati a compiere le scelte amministrative a confrontarsi con i partiti e i movimenti politici, le associazioni culturali e di categoria, i professionisti, il mondo del volontariato e i semplici cittadini, senza fare delle diversità di vedute un terreno di scontro ideologico e tra opposte tifoserie, soprattutto scongiurare deleterie prove di forza, prese di posizioni irrevocabili e la testarda chiusura all’ascolto delle ragioni degli altri.
 
Speriamo che alcuni segnali positivi, giunti in questi ultimi giorni dalle fila della maggioranza, di disponibilità al dialogo e al confronto non siano solo frutto di tatticismo.
Pubblicato in Riflessioni

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