“Ciclicamente rispunta una teoria autoconsolatoria che sentenzia: il fascismo è finito in un preciso giorno di 79 anni fa. Per chi abbia familiarità con i tempi lunghi della storia, questa appare però, senza eccessivo sforzo mentale, come una sciocchezza” (Luciano Canfora).
In Europa, in questi ultimi anni, abbiamo assistito all’affermarsi del sovranismo e alla crescita esponenziale di consensi a favore di partiti promotori di ideologie xenofobe, discriminatorie, omobitransfobiche e maschiliste. L’etichetta del fascismo è stata spesso rispolverata per inquadrare e spiegare simili fenomeni.
Analizzando attentamente la nostra contemporaneità, emerge che il fascismo sotto il profilo ideologico e politico non è morto nel 1945, con la caduta delle dittature in Italia e Germania e la fine del secondo conflitto mondiale, ma ha continuato a prosperare nelle pieghe delle nostre democrazie ed oggi, approfittando della crisi sociale ed economica, sta rialzando la testa, ponendosi in antitesi e cercando di scardinare dall’interno i principi liberaldemocratici su cui si fondano. Non necessariamente dobbiamo attenderci che si riproponga con una nuova marcia su Roma, l’instaurazione di un regime autoritario, l’approvazione di leggi che impongono la censura o il confino e il carcere per gli oppositori, ma i suoi rigurgiti sono evidenti, palesandosi subdolamente nella limitazione degli spazi di democrazia e partecipazione, nella mentalità primitivista e retrograda che esprime odio per ciò che è estraneo alle radici e qualificabile come debole, nella malevola semplificazione e manipolazione della realtà mediante un’informazione asservita e servile e nella prevaricazione spesso spicciola di chi detiene il potere.
Il fascismo è questo. Il suo veicolo non sono solo partiti e movimenti che ad esso si richiamano apertamente, ma tutti gli altri che, pur non facendone esplicito rimando, simpatizzano con la sua ideologia e si guardano bene dal dichiararsi antifascisti, come imporrebbe la nostra Costituzione.
Il fascismo è un male oscuro e tossico, è agli antipodi dei principi della nostra Costituzione, mette radicalmente in discussione i processi democratici, riduce la partecipazione al vuoto formalismo dell’espressione del voto, inteso essenzialmente come la concessione di una delega in bianco al capo di turno, disconosce spazi di agibilità e operatività alle organizzazioni sociali nelle quali, in una società aperta e pluralista, trovano affermazione, estrinsecazione e realizzazione i cittadini, considera il pluralismo culturale, religioso ed etico un male.
La democrazia si fonda sulla dialettica tra alterità che si scontrano e si contemperano, ricercano sintesi sempre più avanzate in grado di aprire nuovi spazi per i diritti e le libertà, mentre il fascismo mira ad un controllo ferreo ed asfissiante di ogni ambito collettivo e individuale, all’imposizione della propria visione etica, l’unica ritenuta giusta e legittima.
Il fascismo oggi si manifesta nel tentativo di conquistare l’egemonia culturale nel nostro Paese ricorrendo alla manipolazione e all’imposizione, all’occupazione sistematica di ogni spazio nelle istituzioni pubbliche.
Il fascismo oggi si manifesta nella campagna d’odio scatenata contro Liliana Segre, una donna immensa, memoria vivente degli orrori del nazifascismo, che con la sua testimonianza ci pone di fronte alla necessità di combattere l’antisemitismo, affinché quanto avvenuto non torni mai più a ripetersi.
Il fascismo oggi si manifesta nell’aggressione verbale e fisica nei confronti di Stefano Massini, uno dei più importanti intellettuali italiani, colpevole di aver presentato al Salone del Libro di Torino il suo testo teatrale, attraverso il quale ripercorrere l’ascesa al potere di Hitler e del nazismo e ne esprime la più ferma condanna.
Il fascismo oggi si manifesta nella campagna elettorale social di Atreju con la quale si prendono di mira la Redazione di Repubblica e alcuni personaggi pubblici come Roberto Saviano, Lilli Gruber, Luciana Litizzetto e Fabio Fazio, additandoli come i nemici e invitando i cittadini a votare “Giorgia” per farli piangere. Siamo in presenza di un attacco squadrista alla libertà di informazione e a quella personale di esprimere il proprio pensiero, che non possiede nulla di ironico o di satirico, condotto contro quanti provano semplicemente a raccontare una realtà che il potere oggi preferirebbe restasse nell’ombra.
Il fascismo oggi si manifesta in tutto questo e in molto altro ancora e ci pone di fronte alla responsabilità storica di non restare indifferenti ed inerti, ma di combatterlo.
Il fascismo oggi non è una ossessione degli antifascisti, ma un problema serio per la tenuta delle nostre istituzioni democratiche.