L'esito elettorale del 25 settembre ha segnato un'amara e cocente sconfitta. Il Pd ha ottenuto solo il 15% ed è stato raddoppiato dal partito della Meloni Fratelli d'Italia. La batosta subita l'anno scorso non era un incidente di percorso ma il termometro di un declino che sembra inarrestabile da parte di una forza politica che ha segnato il destino di questa città. Una svolta che esprime l’estraniamento del Partito della Sinistra. La cabina elettorale ha sgomberato il campo da ogni dubbio ed equivoco: a Sezze l'elettorato si è spostato a Destra. Cambia il futuro del paese. Una gloriosa vicenda che ha accompagnato la città, nel bene e nel male, all’insegna dei valori dell’antifascismo e della solidarietà sociale che ha prodotto risultati positivi nella cultura, nella sanità, nella scuola, nell'assistenza ai poveri e ai disabili, portando i servizi in tutto il territorio. L'elettorato si è dimostrato indifferente alla storia del paese e il Pd si è ritrovato orfano di una base sociale di riferimento. Non più attratto dalle ideologie, ritenute un ferrovecchio ormai inutile. Il voto non ha tenuto conto dei vincoli sociali e comunità. È prevalso l'interesse del singolo e la ricerca di risposte immediate. Ha votato chi ha promesso lo sconto sulle bollette, il reddito di cittadinanza. Il salario minimo, il taglio del costo del gas e della luce, insomma delle questioni che da vicino è ogni giorno si fanno sentire. Come dargli torto? Il generalismo è ai massimi sistemi non hanno coinvolto la gente. Neanche, ahimè, la guerra in Ucraina, la strage di tanti innocenza. La minaccia di una guerra nucleare. Il centro destra ha vinto perché ha saputo intercettare questi bisogni rispondendo con parole chiare e semplici: ordine pubblico, caccia agli extracomunitari, sì e no a Putin. Dio, patria e famiglia sono stati artatamente contrapposti ai valori universali della Ragione e del laicismo. È vero che la Meloni ha saputo tenersi lontana dai Palazzi del potere, sebbene in passato sia stata al governo con Berlusconi. Ma proprio questa circostanza ha evidenziato il lato debole del Pd, on partito sempre in perenne emergenza, condannato a svolgere una missione governista per senso di responsabilità e per salvare la Patria, come afferma Michele Serra. Siamo stati sempre al governo e ciò ha ingenerato nell’elettorato una sfiducia contro la casta e contro il Potere, da noi rappresentato. Tanto che siamo considerati come il partito dei Ministeri, delle Amministrazioni, dei dirigenti e dei manager. Così ci siamo gradualmente allontanati dalla gente. Siamo stati troppo occupati a salvare la patria. Adesso basta. Abbiamo un’occasione di rinascita, di combattere contro le ingiustizie e contro le povertà, contro le ingiustizie e le violenze di ogni genere, contro le guerre, contro i fascismi di ogni genere. Serve un congresso anche a Sezze, ma non per la conta delle correnti interne ma per ridare luce e futuro a una città.