E' partito il conto alla rovescia per il Natale 2019, la festa più gioiosa e calda dell'anno. Per i più piccoli che amano gli addobbi e aspettano con trepidazione i regali di Babbo Natale, ma anche per gli adulti che in questa atmosfera di luci e di colori tornano un pò bambini e riscoprono il calore umano e il piacere di stare insieme. E' una tradizione, anzi un insieme di tradizioni che variano da nazione a nazione, da città a città, da famiglia a famiglia. L'albero, le luminarie, il presepe, il pranzo, il cenone, i dolci tipici, la tombola: ognuno ha le sue varianti sul tema. Per convenzione gli addobbi si mettono l'8 Dicembre e si tolgono il 6 Gennaio. Ma c'è chi non rispetta questa regola non scritta iniziando a decorare la casa molto prima. E fa bene! Infatti, secondo alcuni studiosi, le persone che fanno l'albero di Natale in anticipo sono felici. In un mondo pieno di stress e di ansia, la gente associa ciò che è collegato con il Natale alla felicità, evocando forti sentimenti legati all'infanzia. Le decorazioni sono semplicemente un'ancora alle emozioni e all'eccitamento di quando eravamo bambini. Insomma l'atmosfera natalizia ci permette di alleviare il peso della responsabilità di adulti e trascorrere questo periodo in maniera più leggera. Ognuno può e deve vivere il Natale come più gli piace, facendo quello che lo fa stare bene, rispettando le tradizioni oppure creandosene delle nuove, uniche ed esclusive, da ripetere ogni anno e tramandare all'interno della propria famiglia, per rendere questo momento ancora più speciale. Le tradizioni sono quei momenti straordinari che nascono per caso ma che scegliamo di ripetere perchè ci accomunano e ci avvicinano. Una sorte di eterno ritorno di cotechini e tortellini, di torroni e baccalà, di mandorlati e panettoni. Il nostro modo di mangiare, infatti, cambia continuamente ma i cibi delle feste natalizie restano sempre gli stessi. A tal proposito c'è un lungo dibattito tra la voglia di qualcosa di nuovo e la fedeltà alla mensa tradizionale: a spuntarla è sempre quest'ultima. La ripetitività dei pranzi e dei cenoni dipende da un insieme di ragioni. E' come se ogni anno il cibo diventasse il ricostituente del legame familiare e comunitario, un modo per rafforzare la propria appartenenza mangiando insieme le cose di sempre. Ecco perchè ancora oggi le tavole sono all'insegna della opulenza. Perchè l'abbondanza, prima dell èra dei consumi, era un simbolo di prosperità. E rinnovarla, almeno nei giorni di festa, era un rito propiziatorio, uno scongiuro contro l'indigenza quotidiana e la povertà.