Caro Babbo Natale, so bene che non è più di moda scrivere lettere, perciò mi perdonerai se, data la mia età, sono ancora attaccato alle (buone) tradizioni. Ti scrivo, dunque, perché mi ricordo che il tuo compito è quello di far felici, almeno per qualche giorno, i bambini e i poveri. Un tempo portavi tu i regali sotto l'albero. Oggi sono gli sponsor che fanno a gara e che riempiono le case di oggetti sempre più nuovi, sempre più sofisticati e più costosi, molto spesso sfacciatamente inutili e dannosi.Tu ti accontentavi di poco. Non portavi regali per accattonaggio: non sei stato mai così pezzente! Il tuo donare ha sempre avuto un intento educativo, morale, ispirato a un magico desiderio di portare gioia.
Caro Babbo Natale, io non ho mai visto un genitore scendere dal camino, guidare una slitta trainata dalle renne, sollevare un sacco pieno di doni senza restare bloccato con la schiena. Al più portava noci, mandarini e tanto carbone. Ma a tutti i bambini, poveri e ricchi, neri e bianchi!
Perciò quest'anno io non porterò più regali sotto l'albero. Te lo prometto. Alzerò la cornetta del telefono, chiamerò il numero 45510 e farò una donazione a Telethon. E quando la mattina di Natale i miei 6 nipotini sotto l'albero troveranno la vecchia calzetta con noci e mandarini e pochissimo carbone, darò loro una carezza e gli dirò: questa è la carezza di nonno, questa è la carezza di Babbo Natale! Arrivederci al prossimo anno!