La segreteria del partito ha di recente confermato la volontà di arrivare al più presto a una Conferenza Programmatica. Non ho né il compito né la pretesa di indicare la linea politica e le azioni da mettere in atto. Avverto però il dovere di offrire un modesto contributo, agendo da apripista per una riflessione che mi auguro coinvolga tutti gli iscritti e i simpatizzanti. Sento innanzitutto il dovere di dare una scossa e mettere fine a una prolungata inattività, dovuta in parte al difficile periodo che stiamo attraversando. Il virus, che ha impestato il mondo intero seminando ovunque migliaia di vittime, ci ha privato della vita di tanti cittadini e soprattutto dei più deboli e indifesi, ma anche del bene più prezioso che abbiamo: la libertà di muoverci e di relazionarci con gli altri. Una privazione che ha causato paura, solitudine, sofferenze incalcolabili a noi che siamo "animali sociali" per eccellenza. Il virus, però, ha dimostrato anche che l'intervento pubblico dello Stato resta fondamentale per la tutela della nostra salute e per lo sviluppo dell'economia. La crisi pandemica ha dimostrato a tutti, anche ai liberisti e sovranisti più incalliti, che gli ideali di libertà e di uguaglianza sono interconnessi e interdipendenti e non sono affatto dei ferri vecchi. E' questo il momento, allora, della politica per riprendere in mano le redini della società. Quando indietreggia la politica vince la Destra, vince l'egoismo e la diseguaglianza, si alzano i muri e si demoliscono i ponti. Dobbiamo ricostruire un tessuto sociale sperimentando forme nuove di partecipazione attraverso il protagonismo delle nuove generazioni e dei mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione. Il Governo Nazionale e l'Amministrazione comunale di Sezze hanno svolto un buon lavoro nella fase 1 e 2 del coronavirus. Non dobbiamo fermarci! Il PD ha la vocazione di governare i processi in corso e di risolvere i drammatici problemi che il covid-19 ha evidenziato e che possono esplodere da un momento all'altro. Per quanto riguarda la nostra città di Sezze, abbiamo il dovere di conservarne il modello architettonico ridisegnando e adeguando il modello urbanistico attraverso una opera profonda e vasta di ristrutturazione e ammodernamento. I servizi sociali e scolastici vanno ripensati alla luce dei nuovi bisogni educativi e formativi dei ragazzi. Occorre un piano di sviluppo della agricoltura e dell'ambiente, del commercio e dell'artigianato. Si deve salvaguardare la storia e il suo modello della città, ma ammodernarla attraverso le norme sismiche e l'efficientemente energetico, con una cura architettonica particolare dei vicoli, delle piazze, dell'arredo cittadino. Sezze è una realtà policentrica e ciò ci obbliga alla cura di tutte le "zone " di Suso e dello Scalo che non sono e non devono sentirsi periferia. Le Grandi Opere rimaste nel cassetto (Anfiteatro, Monastero delle Clarisse, Palazzo Pitti, Parcheggi), devono essere riattivate e trasformate in progetti concreti. Con la collaborazione e la compartecipazione dei privati, avvalendosi dei finanziamenti regionali e nazionali. Il pubblico da solo non basta. Occorre, infine, un innalzamento del livello della partecipazione e della discussione politica e amministrativa che coinvolga tutta la città. Non c'è più tempo da perdere!