Il passaggio dell'avv. Mauro Calvano all'opposizione, in Consiglio comunale a Sezze, è una occasione per una riflessione sulla eventuale presenza e importanza delle liste civiche nella prossima competizione elettorale per il rinnovo della massima assise democratica della città. A tal fine si avverte in giro un lavorìo, sottotraccia, ma consistente. Ancora manca più di un anno e mezzo alle elezioni fissate per la primavera del 2022 ma già fervono i preparativi e si muovono le prime pedine. Non è la prima volta che questo accade ma questa volta si avverte qualcosa di nuovo e più consistente. La debolezza dei partiti, l'incertezza del domani, in molti casi resa drammatica dal coronavirus, rafforzano l'idea che alcuni personaggi noti e rappresentativi potrebbero mettersi in gioco in prima persona e candidarsi con il sostegno di liste civiche e di settori della città. Sarebbero autonomi rispetto ai partiti, con un programma circoscritto e ben definito di cose da fare soprattutto a livello locale e territoriale, nell'intento di risollevare il prestigio perduto della città, secondo il loro parere. Il fenomeno delle liste civiche non è un episodio solo locale ma ormai è diffuso in tutta la Nazione. La personalizzazione della politica ha attecchito e in tutta la penisola e sta diventando uno strumento per coinvolgere molti cittadini disaffezionati e spaesati. Costituisce un richiamo alla democrazia partecipata come alternativa alla democrazia rappresentativa. Molte di queste liste si richiamano al carisma incondizionato del leader. Non c'è, dunque, da scandalizzarsi e da gridare al lupo se ciò dovesse capitare pure da noi. Si tratta, invece, di capirne il perché e come uscirne a testa alta, nel solo intento di fare del bene alla democrazia e alla nostra città. C'è un mondo, fuori, che si sente poco o per nulla rappresentato dai partiti: associazionismo, volontariato, comitati spontanei, ambientalismo. I cittadini vogliono partecipare in forme nuove, più dirette e più incisive. La società, purtroppo, si è spoliticizzata, facendo capire che non vuole più le vecchie intermediazioni e che le questioni è più facile risolverle rivolgendosi direttamente al capo. Il senso di appartenenza a una idea, a una storia, a certi valori si è notevolmente affievolito, sta scomparendo. La prima cosa da fare, allora, è orientare gli italiani a tornare alla passione e all'impegno politico. Ma se i partiti diventano una tribù e si trasformano in macchine elettorali, allora bisogna aspettarsi brutti momenti. Il messaggio è chiaro: i partiti devono cambiare. Ciò premesso, a Sezze, intanto, in preparazione della prossima tornata elettorale, è compito della Sinistra ricondurre a unità ciò che appare diviso e frammentato. Si tratta, a mio parere, di elaborare, con coraggio e umiltà, una base programmatica di valori e di progetti concreti e realizzabili, lavorando alla costituzione di una "rete civica"che individui un orizzonte e una cornice democratica e progressista, fondata sul confronto e sul dialogo. Certo: le liste civiche, se ci saranno, non saranno tutte uguali. Nessuna discriminazione! Ma su alcuni princìpi bisogna essere chiari e irremovibili, non bisogna fare confusione. Occorre capire in quale campo esse si schiereranno. Destra e Sinistra ancora esistono e sono ben identificabili!