Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita' illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie, per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

 

 

Sono due i Comuni della provincia di Latina tra i Comuni Plastic Free che saranno premiati nel corso di una cerimonia a Bologna. Si tratta di Sperlonga e Maenza, risultati tra i più virtuosi in tutto il Paese: lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, gestione dei rifiuti urbani, attività virtuose dell’ente e collaborazione con Plastic Free onlus, l’associazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. Tra le oltre 360 città italiane candidate per il 2023, solo 68 hanno superato la valutazione del comitato interno alla onlus, conquistando l’ambito riconoscimento che ha ottenuto l’avallo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A ricevere il trofeo a forma di tartaruga e l’attestato di virtuosità secondo il proprio livello di impegno, ci saranno quindi anche i Comuni di Sperlonga e Maenza che insieme a quello di Monterosi in provincia di Viterbo rappresentano il Lazio. Con il patrocinio del Comune di Bologna (città ospitante Plastic Free), del Parlamento europeo, del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, la cerimonia ufficiale di premiazione si terrà l’11 marzo presso Palazzo Re Enzo nel capoluogo emiliano.“In questa seconda edizione dei Comuni Plastic Free, celebriamo l’impegno per l’ambiente e per le future generazioni di ben 68 realtà comunali – dichiara Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free –. Premiare chi è in prima linea concretamente nel creare un mondo migliore è diventato per la nostra onlus una delle priorità. La collaborazione attiva e proattiva con le istituzioni è uno dei tasselli più cruciali per velocizzare il cambiamento positivo. Ringrazio le Amministrazioni laziali per l’importanza del loro impegno per l’ambiente che abbiamo certificato dopo attenta analisi: Plastic Free sarà al loro fianco per le iniziative future legate alla sostenibilità”.
Dal 2019 ad oggi, nonostante la pandemia, l’associazione Plastic Free racconta “la sostenibilità ambientale attraverso la concretezza dei risultati. Circa 3 milioni di chili di plastica e altri rifiuti inquinanti rimossi dall’ambiente, oltre 110mila studenti sensibilizzati in quasi 1.400 scuole italiane e salvato 160 tartarughe da morte certa. La onlus supporta anche enti e aziende nella transizione ecologica”. L’evento della Premiazione “Comuni Plastic Free” sarà, inoltre, anche un momento di grandi riflessioni sulle tematiche ambientali. Nel pomeriggio, in collaborazione con il “Festival del Sarà”, insieme ad illustri ospiti ed opinion leader del settore, si terranno due dibattiti: “La transizione è sostenibile?” e “Scelte di sostenibilità. Imprese, modelli, comunità”

 

 

Per la prima volta è stato pubblicato in Italia “Il Credo” di Aquiles Nazoa, giornalista, scrittore e poeta venezuelano Tradotto da Geraldina Colotti, anche lei giornalista, scrittrice e poetessa, tale “preghiera” è stato commentata da Earle Herrera, critico letterario, e da Ernesto Villegas, Ministro della Cultura del Venezuela, che è stato intervistato per l'occasione. “La  preghiera religiosa, qualunque essa sia, dal Padre Nostro al Credo - sottolinea  Earle Herrera - non è un genere letterario, tuttavia, quasi tutte le preghiere rappresentano una grande ricchezza di forma ed espressione, in alcuni casi, si tratta di poesie perfette. Per questo la la struttura della preghiera, sia metrica che retorica, è stata imitata, parodiata o parafrasata da scrittori e poeti di tutti i tempi”.  Aquiles Nazoa, nato nel 1920,  è morto nel 1976 in un incidente stradale. In particolare, lui convertì l'essenza del popolare  in una continua ricerca verbale. I modi di dire, le barzellette  politiche, le parole teatrali  e i sonetti sono la critica a una società convinta che il 'progresso'  consiste  nel rifiuto delle tradizioni popolari. E' stato un giornalista combattivo, un poeta sensibile,  un biografo delle cose più semplici e un nemico  giurato della società del consumo e dell'automobile. Nel suo “Credo”  si incontrano diversi animali, come i grilli, le api, il cane di Ulisse, il gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, il pappagallo di Robinson Crusoe, i topolini di Cenerentola e il cavallo di Rolando Beralfiro. Ma anche  personaggi popolari o famosi. Tutto ciò perché lui alla fede preferisce l’amicizia “come l’invenzione più bella dell’uomo” e al potere creatore di Dio oppone i “poteri creativi del popolo”, riassumibili in una sola parola: poesia.   “Il suo “Credo” - scrive Earle Herrera  -   è stato messo in scena, declamato, copiato, imitato e recitato fino all'impossibile.  E' il culto della nota preghiera cattolica, frutto della visione e delle credenze dell'autore, che fu religiosamente miscredente e artisticamente credente, con la sua personale confraternita di dei, santi e angeli” In pratica, il libro  è sì una testimonianza artistica, ma è anche “un'ars poetica” perché in esso, attraverso personaggi, reali o immaginari che siano, l'autore ci offre la propria etica ed estetica dell'arte e la dimensione spirituale degli esseri umani. E lo fa con un certo umorismo, cosa che lo ha sempre contraddistinto. Per esempio,  attribuisce le qualità del Dio cristiano, uno e trino, a  Pablo Picasso “onnipotente, creatore del cielo e della terra”, a Charlie Chaplin “figlio delle viole e dei topi, che fu crocefisso, morto e sepolto dal tempo, ma che ogni giorno resuscita nel cuore degli uomini”, all’amore e all’arte “come percorsi verso il godimento duraturo della vita”. Picasso e Chaplin, a detta di Herrera, furono entrambi vicini alle istanze sociali, ma soprattutto furono dei rivoluzionari che innovarono l’arte e l’immaginario.  “Nel commento  al 'Credo'  di Aquiles Nozoa. Herrera – sostiene Geraldina Colotti – suggerisce alcune chiavi per comprendere quella lucida capacità di smascheramento, che consente al venezuelano di mediare tra il sentimento comico e quello tragico della vita, di relativizzare imposizioni autoritarie, affrontare avversità, sopravvivere a dure sfide e trovare una sorta di inventiva quadratura tra le vita e la coscienza del nulla”.

Domenica, 05 Marzo 2023 06:08

La svolta del PD

Scritto da

 

 

Anche questa volta non ci hanno visto arrivare” (Elly Schlein).
 
Le rivoluzioni sono così, non le vedi arrivare, ti piombano addosso inaspettate, altrimenti non esisterebbero. Infatti i rivoltosi verrebbero fermati prima, imprigionati, allontanati, corrotti e in ogni modo impediti di portare a termine il loro progetto.
 
L’elezione di Elly Schlein alla segreteria del Partito Democratico rappresenta una svolta, è la prima segretaria di un partito di sinistra in Italia. È stato necessario attendere il 2023, un cammino incredibilmente lungo.
 
Pensando alla vittoria di Elly Schlein, tornano alla memoria le parole pronunciate da Nilde Iotti nel discorso di insediamento alla Presidenza della Camera: “Io stessa - non vi nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.
 
Era il 20 giugno 1979 ed Elly Schlein non era ancora nata.
 
Se nel 1979 Nilde Iotti affermava di essere stata eletta non in quanto essere umano di genere femminile, ma in quanto rappresentante di milioni di donne che hanno lottato strenuamente per i loro diritti e la loro emancipazione, per Elly Schlein decisiva per la sua affermazione alle primarie è stata la piattaforma politica con cui si è presentata ai cittadini, l’aver incarnato il desiderio di rinnovamento del popolo della sinistra e non l’essere donna o addirittura, secondo una narrazione di comodo e sminuente la sua figura, esterna e perfino interna al Partito Democratico, una emanazione diretta del potere maschile e uno strumento mediatico finalizzato solo a contrastare la prima donna Presidente del Consiglio.  
 
Votandola le cittadine e i cittadini hanno chiesto al PD di risollevarsi dalla sconfitta disastrosa, culturale prima ancora che numerica, delle elezioni politiche dello scorso settembre e di riprendere il cammino, di cambiare pelle dopo gli anni dei paludamenti del potere, dei cacicchi, dei capobastone e dei signori delle tessere, di ritrovare anima e vocazione, di diventare non un altro partito ma quello che fin qui avrebbe dovuto essere ed è stato solo per brevi tratti della sua storia, di dare voce e rappresentanza ai ceti popolari, in questi ultimi anni elettoralmente regalati alla destra, che ha usato e continua ad usare i voti delle fasce più povere, disagiate e delle periferie per portare avanti politiche a favore dei più abbienti. Il “popolo dei gazebo” ha decretato che vuole un PD orientato sui temi fondamentali della lotta alla precarietà del lavoro e alla povertà, dell’ambiente, dei diritti civili e sociali e della pace.
 
L’elezione di Elly Schlein è un passaggio per molti versi dirompente, ma la spinta al rinnovamento dovrebbe essere la normalità per una forza di sinistra, progressista e democratica. Il PD deve costruire il proprio futuro ripartendo dalle proprie radici, dall’incontro fecondo delle grandi tradizioni politiche e culturali comunista, cattolico-democratica, socialista e liberaldemocratica, per dare all’Italia una prospettiva riformista, innovativa ed originale nei valori e nelle proposte, che coniughi libertà e uguaglianza, solidarietà e sviluppo economico, lavoro e imprenditorialità, che guardi al bene comune e garantisca la piena affermazione di ogni persona. Serve un partito che sappia parlare a tutti, ma dai riferimenti valoriali forti, definiti e riconoscibili, capace di smuovere le coscienze, mobilitare, entusiasmare, fare della partecipazione il suo tratto distintivo e prefigurare la società che intende costruire.
 
Elly Schlein ha ricevuto un mandato chiaro ed è chiamata a tradurlo in una linea politica e in una proposta programmatica forte e inclusiva. La sfida che ha davanti è tenere insieme riformismo e radicalità, esercitare una grande capacità di sintesi per non perdere nessuno e anzi aumentare la forza aggregativa del PD, aprire il partito e radicarlo nella società, promuovere il valore del pluralismo e unire le diversità attraverso le necessarie mediazioni. Azzerare tutto non è la strada giusta. L’era dei rottamatori e della rottamazione ha fatto danni enormi, ha lasciato dietro di sé lacerazioni e macerie e ha distrutto un patrimonio di partecipazione, in quanto non mirava al rinnovamento ma alla sostituzione di un gruppo dirigente con un altro di fedelissimi al capo.
 
Il rigetto di un certo modo di fare politica e l’adesione del popolo democratico alla rivoluzione dialettica, ambientalista e sociale della neosegretaria richiedono di spazzare via finalmente le rendite di posizione, le cordate di potere, gli accordi spartitori dei posti di sottogoverno, delle nomine, delle candidature e degli incarichi europei, mimetizzati da schieramenti e movimenti di pensiero. Le correnti non sono nefaste in sé, ma perché hanno cessato di essere luoghi di elaborazione politica e culturale. Scioglierle è utile se si apre la strada ad un rimescolamento e se serve a scongiurare che si creino le premesse per sacrificare l’ennesimo segretario.
 
Per offrire all’Italia una prospettiva di governo alternativa alle destre, occorre cambiare il PD nelle sue pratiche e nelle sue liturgie, renderlo utile alle persone prima che ai dirigenti, aprirsi al dialogo e al confronto, battendo palmo a palmo i territori, richiamando e motivando alla partecipazione i tanti delusi della sinistra e in generale della politica, costruendo una piattaforma programmatica innovativa in grado di cambiare veramente la condizione di vita di milioni di persone.
 
In questi giorni si rincorrono voci di malumori di pezzi di ceto politico democratico per il risultato delle primarie non confacente ai propri desiderata, qualcuno ha lasciato già il partito, altri paventano di farlo e minacciano scissioni. Sono atteggiamenti sbagliati, rivelatori di una sostanziale non accettazione delle basilari regole della democrazia e di infantilismo politico, per cui si sta in un partito solo se si vince e si mantiene per sé il bastone del comando, che hanno corroso la forza e la credibilità del PD e stanno alla base delle sue ripetute sconfitte di questi ultimi anni.
 
L’auspicio è che non ci siano scissioni e tutti lavorino per l’unità, sostenendo lealmente l’azione politica di Elly Schlein per rilanciare il partito e riportalo al governo dell’Italia con il voto dei cittadini.

 

In un post che sta facendo il giro dei social l'ex sindaco di Sezze Sergio Di Raimo chiede lumi al sindaco Lidano Lucidi e all'amministratore della SPL Sezze Antonio Ottaviani per delle scelte prese in merito ad assunzioni dentro la municipalizzata, azienda che nel dicembre lo scorso ha evitato di chiudere il bilancio in perdita perché sostenuta dal Comune di Sezze. L'ex primo cittadino, esponente e consigliere comunale del Pd di Sezze, chiede la convocazione di un consiglio comunale ad hoc, anche dopo tutte le polemiche esplose in rete a causa delle determine di affidamento di nuovi incarichi firmate dall'au della municipalizzata .  "Con determina numero 725 del 28 dicembre 2022 (PUBBLICATA SOLO IL 27 FEBBRAIO 2023 E CIOÈ DOPO 2 MESI) - scrive Di Raimo - il comune, al fine di evitare che la SPL chiuda il Bilancio in perdita, impegni e paga l'importo complessivo di euro 334.843,15 a titolo di ADEGUAMENTO DEL CORRISPETTIVO PER MAGGIORI COSTI CHE LA SPL HA SOSTENUTO NEL CORSO DELL'ANNO.da una parte la SPL spende per fare assunzioni (alcune a mio parere inutili) e dall'altra interviene il comune per evitare la perdita.Penso sia il caso di richiedere la convocazione di un consiglio comunale ad hoc affinché la giunta spieghi ai cittadini COSA STIA REALMENTE SUCCEDENDO".

 

Luigi Gioacchini del movimento libero di Iniziativa Sociale interviene dopo la partecipazione del sindaco di Sezze Lidano Lucidi nella trasmissione televisiva Monitor su Lazio TV, andata in onda ieri sera, dedicata alle risse avvenute recentemente anche a Sezze.

_________________

"Ho sempre creduto che il disagio che vive Sezze fosse eterodiretto. Eterodiretto talmente bene che sembra che la colpa sia dei cittadini che, quel disagio, nonostante le ingenti tasse che pagano, sono costretti a viverlo. La conferma, che sia proprio così, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'ho avuta ieri sera dopo la trasmissione della solita TV privata, nella quale ha partecipato anche il sindaco Lucidi .Posso ben dire - afferma Gioacchini - un'altra mazzata ad una Città che ha il solo torto di essere in balia di opachi interessi, che non sono certo quelli della gente, ai quali la stampa, sia pure con qualche eccezione, non è certo estranea . Bene! Premesso che non credo ad una sola parola di ciò che si è detto ma molto di più a ciò che accuratamente si è evitato di dire, Sezze, nella trasmissione e per l'ennesima volta, è stata investita da denigranti accuse volte solo a colpevolizzare i cittadini. Infatti, il sindaco, più che un primo cittadino, è apparso come un oste che dà ragione a tutti pur di propagandare il suo "verbo". Verbo, però, se si esclude il presenzialismo che lo contraddistingue, ha "dimenticato" di rendere noto. Infatti, bontà sua, come fosse uno che la situazione la vede da lontano, guardandosi bene dallo "sporcarsi le mani", non ha inteso proferire una sola parola su cosa intenderebbe fare in futuro. Ciò che è emerso con chiarezza, invece, soprattutto dalle parole del direttore, è che Sezze non è una città fuori controllo, come si vorrebbe far apparire, ma, al contrario, una città controllatissima. Solo che, a causa soprattutto del ruolo di "pesce in barile" che il sindaco ha inteso darsi, non si è capito bene da chi e come. Cosa non da poco in una Città dilaniata da scandali a ripetizione". 

 

Pronti! Anzi prontissimi. Gli atleti dell'Associazione Sportiva Gokuhi Okuden Karate Do di Sezze guidati dal Maestro Carlo Tosto ripartono per gli Internazionali WKA con la programmazione che fa capo a GIAKAM ITALIA – WKA Settore Karate (ASI - EPS CONI). Il primo impegno, per questa nuova avventura, ci sarà sabato 4 marzo al Meeting Tecnico nel Centro Sportivo di Casoria. Nei giovanissimi Paolo Del Pace si unisce a Enrico Malandruccolo e a Manuel Tosto che hanno già disputato a Prestatyn, nel Regno Unito il Campionato del Mondo WKA 2022 con ottimi risultarti. I ragazzi della scuola setina stanno curando il programma del Team Karate per la formazione sportiva nel profilo WKA International – Experience con il sostegno del Maestro Carlo Tosto, nella duplice veste di insegnante e di partecipante nella specialità Kata Master. Partner del progetto è la Danieli Impianti al quale va il ringraziamento del Team.

 

 

WKA 2022 nel Galles, oro e argento per gli atleti setini

http://www.lanotiziacondivisa.it/index.php/sport/item/1591-oro-e-argento-per-sezze-nel-world-championships-wka-2022-nel-galles

 

 

Fonte: Comunicato Stampa

_____________________

Un successo anche oltre le più rosee aspettative per la prima manifestazione setina “Prodotti da Forno e Vicoli della Nonna”, andata in scena a Sezze questo fine settimana. Tre giorni intensi di iniziative, convegni, partecipazione delle scuole e il gran finale dedicato al contest “Dolci alla Sezzese” con l’apprezzata presenza dell’ospite d’onore Giuseppe Amato, pastry chef tra i più importanti nel panorama mondiale, che ha giudicato le prelibatezze cucinate dai 20 iscritti al contest. A parlarne è stata il vicesindaco di Sezze, assessore alla Cultura, Michela Capuccilli, che ha tracciato un bilancio della manifestazione, la prima tutta targata nuova amministrazione comunale: “È stato un successo di squadra, un lavoro enorme che ha tenuto impegnati tutta l’amministrazione e gli uffici comunali per alcuni mesi, ma sono estremamente soddisfatta per i risultati ottenuti. Abbiamo cercato, credo riuscendoci, di coniugare gli aspetti legati all’economia e al turismo con attività culturali di ampio spessore che la gente ha apprezzato tanto. Diversi, infatti, sono stati gli attestati di stima che abbiamo ricevuto in questi tre giorni, marginalmente limitati dalla pioggia, che comunque non ha condizionato la buona riuscita dell’evento”. Una settimana, dieci giorni per la precisione, particolarmente intensi per l’assessorato alla Cultura, come spiega la stessa Michela Capuccilli: “Tra giovedì grasso, giorno di Carnevale (martedì grasso) e questi tre giorni di appuntamenti, Sezze ha mostrato ancora una volta il suo lato migliore e questo rappresenta il premio migliore ai nostri sforzi. Vedere sorridere bambini e vederli interagire con gli adulti nel rispetto della tradizione culinaria setina dei nostri avi è stato davvero il miglior premio, come amministratrice e come mamma, che potevo aspettarmi”. Lo stesso assessore ha poi voluto sottolineare come i vincitori del contest, il cui podio è stato appannaggio degli studenti del serale dell’Isiss “Pacifici e De Magistris”, abbiano voluto donare il loro premio (un corso proprio tenuto dal pastry chef Giuseppe Amato) ad uno studente meritevole che frequenta l’istituto Alberghiero di Sezze: “Si è trattato di un gesto encomiabile che premia proprio lo spirito con il quale è nata questa iniziativa, con una costante collaborazione tra amministrazione e cittadinanza, in prima linea per garantire lo svolgimento migliore dell’evento. Mi sento, quindi – ha spiegato ancora l’assessore alla Cultura – di dividere i meriti con tutti quei colleghi che si sono impegnati e hanno dato una grande dimostrazione che la cultura può smuovere gli animi della gente, dando la migliore prova che la città è attenta e si mette a disposizione quando si tratta di valorizzare il bene comune. Ora – ha concluso l’assessore – le nostre attenzioni si concentreranno sulla Sagra del Carciofo e su altre importanti iniziative che come amministrazione abbiamo deciso di mettere in campo.

 

 

 

 

Giunto alla diciottesima edizione, il concorso “L'Olio delle Colline”  si è tenuto a Sonnino, sabato 25 febbario 23, presso la Centrale Olivicola San Bernardino. Nell'ambito di questo concorso si è svolto poi la settima edizione  del Premio “L'oliva itrana”.

 

ORGANIZZATORI

 

Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina) con il contributo dell'Arsial, è patrocinato dalla Regione Lazio, l'Amministrazione provinciale di Latina, il Comune di Sonnino, l'Associazione Nazionale “Città dell’Olio”, la Camera di Commercio di Frosinone-Latina, il Consorzio industriale del Lazio, l'ACAP (Associazione Capi Panel Riconosciuti), la XIII Comunità Montana dei Lepini-Ausoni, la Compagnia dei Lepini, l'Associazione del Biodistretto delle Colline dell’Amaseno, il Consorzio di tutela  oliva di Gaeta Dop e la Lilt (Lega italiana della Lotta contro i tumori) - Sezione di  Latina.

 

OBIETTIVI DEL CONCORSO “L'OLIO DELLE COLLINE”

 

Scopo del Concorso è promuovere e valorizzare l’olio extra vergine di oliva e diffondere la cultura dell’assaggio professionale.  Oltre a premiare i migliori oli della provincia di Latina, si propone di valorizzare tutti gli extravergini di oliva prodotti nel territorio dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci; stimolare gli olivicoltori e frantoiani al miglioramento della qualità; contribuire alla diffusione e valorizzazione a livello provinciale della professionalità degli assaggiatori d'olio d’oliva;  favorire il consumo consapevole dell’olio extravergine di oliva ed evidenziare la funzione dell’olivicoltura nella tutela e nella conservazione dell’ambiente rurale delle colline pontine.  Per meglio selezionare gli oli in gara, sono state organizzate nei mesi scorsi preselezioni presso le aree interessate dallo stesso Concorso (Lepini, Ausoni, Aurunci).

 

IL PREMIO “L'OLIVA ITRANA”

 

Due le categorie del Concorso: “Oliva di Gaeta Dop” e “Oliva itrana bianca”. È rivolto a olivicoltori, trasformatori e confezionatori, singoli o associati,  iscritti alla Camera di Commercio di Latina - Settore agricolo. Per  poter partecipare alla categoria “Oliva di Gaeta Dop”, il produttore deve essere iscritto all’Organismo di controllo nella categoria trasformatori/condizionatori.

 

 

IL CONVEGNO

 

Anche quest'anno si è tenuto il convegno sull'olivicoltura pontina. Questo il tema: “L'Olio delle Colline - Paesaggi dell'Extravergine e Buona pratica agricola dei Lepini, Ausoni e Aurunci”.  Ad aprire i lavori è stato, come al solito, Luigi Centauri. A seguire i saluti del sindaco di Sonnino Luciano De Angelis, del Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli e Franco De Cupis, consigliere comunale di Sonnino delegato all'Olivicoltura. Sono intervenuti: Rocco Merucci, Vicecoordinatore regionale dell'Associazione Nazionale “Città dell’Olio”; Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini; Onorato Nardacci, commissario XIII Comunità montana dei Monti Lepini-Ausoni;  Giuseppe Persi, comandante del Gruppo carabinieri forestali della Provincia di Latina.  Tre le relazioni del convegno: “Lentamente viaggiare: l'oleturismo secondo Slow Food” di Roberto Perticaroli, Slow Food Latina e Team leader Slow Food Travel; “L’analisi sensoriale dell’olio extravergine d’oliva: conoscere e riconoscere l’olio” di Lorenzo Natale, Capo Panel del Premio nazionale “Ercole Olivario”;  “Itrana, studio biochimico degli effetti di polifenoli su cellule tumorali” di Eugenio Lendaro del Dipartimento di Scienze e Biotecnologie medico-chirurgiche dell'Università “La Sapienza” di Roma - Polo Pontino. 

 

I  VINCITORI

 

 

Premio Assoluto “L’OLIO DELLE COLLINE” 2023

1° Classificato - Di Girolamo Massimiliano  Sonnino (Categoria Medio)

 

 

CATEGORIA AZIENDA

Fruttato “INTENSO”

1° Classificato: Quattrociocchi Americo Bio Terracina

2° Classificato:   Az. Agr. Alfredo Cetrone  Sonnino 

Gran Menzione: Az. Agr. Gli Archi Srl – Formia

 

 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

 

Fruttato “MEDIO”

 

1° Classificato: Mater Olea Srl Agricola  Prossedi

2° Classificato:   Az. Agr. Cosmo Di Russo Gaeta

Gran Menzione:

Az. Agr. Palombelli Riccardo Cori, Az. Agr. Costantini Michele Sezze, Genesio Mancini Srl Itri, Rossetti Giuseppe Sonnino.

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Fruttato “LEGGERO”

 

1° Classificato: Soc. Agr. La Valle dell'Usignolo Srl Bio Sermoneta

2° Classificato:   Molino7cento Azienda Agricola Bio Cori

Gran Menzione:

Impresa Agricola Leoni Enzo  Sonnino, Agri Mare Azienda Agrituristica Sperlonga, Az. Agr. Martelli Cristopher "Amerone" Monte San Biagio, Az. Agr. Casino Re di Coletta Filomena Sonnino.

 

 

 

 

CATEGORIA PRODUTTORE

Fruttato “INTENSO”

1° Classificato: Dragonetti Andrea Itri

2° Classificato:  Pensiero Giuseppe (1965) Minturno 

Gran Menzione:

Cetrone Giulio Sonnino, Papa Filippo Minturno, Mandarello Daniele Formia.

 

 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Fruttato “MEDIO”

 

1° Classificato: Di Girolamo Massimiliano Sonnino

2° Classificato:   Coriddi Giovanna  Cori

Gran Menzione:

Gianfelice Anna Sonnino, Carbonelli Paolo Sonnino, Barone Giuseppe Sonnino, Ziniti Francesco Minturno, Rossetti Sergio Sonnino.

.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Fruttato “LEGGERO”

 

1° Classificato: De Gregoris Quirino  Sonnino

2° Classificato:   Guglietta Oscar  Lenola

Gran Menzione:

Mastrobbattista Francesco  Lenola, De Angelis Franco Gaeta, Guglietta Chesia Lenola, Lana Maurizio " Itrana" Cori, Treglia Virgilio - Minturno.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

PREMIO “DOP COLLINE PONTINE

 

1° Classificato: Agresti 1902 Soc. Agr. SS Sonnino

2° Classificato:  Az. Agr. Alfredo Cetrone - Sonnino

Gran Menzione:

Orsini Paola Bio Priverno, Casino Re di Coletta Filomena Sonnino, Oscar Soc. Coop. Agricola Rocca Massima.

 

PREMIO “BIOLOGICO

 

1° Classificato: Az. Agr. Biologica Adria Misiti Sonnino

2° Classificato:  Az. Agr. Paola Orsini Bio " Riserva"  Priverno

Gran Menzione:

Soc. Agr. I Lori SS di Sturno Tiziana, Az. Agr. Biancheri Francesco Saverio Bio.

 

Il premio “Olio  Biologico” è assegnato alle aziende che producono un olio extravergine secondo la disciplina prevista dal  Regolamento  CE 2092/91, che mira a mantenere e valorizzare la biodiversità e l'attività biologica del suolo, con lo specifico obiet­tivo di ridurre le forme di inquinamento.

 

 

 

Menzione Speciale “GIOVANE OLIVICOLTORE”

1° Classificato: Az. Agr. Palombelli Riccardo Cori

Al primo classificato “Giovane Olivicoltore”, titolare rappresentante dell’Azienda con età fino a 40 anni ed iscritto alla Camera di Commercio, che ha ottenuto il punteggio più alto tra tutti gli oli delle aziende partecipanti.

 

Menzione Speciale “VERDE IN ROSA”

1° Classificato: Gianfelice Anna  Sonnino

Premio “Verde in Rosa” alla Azienda produttrice condotta al femminile.

 

 

Menzione Speciale “OLIVICOLTORE VETERANO”

1° Classificato: Ciccarelli Wilma Az. Agr. Gli Archi Srl Formia

Riconoscimento  all’Olivicoltore “Veterano”, produttore partecipante con l’olio extra vergine di oliva di qualità che esercita l’attività di olivicoltore da più anni.

 

 

 

 

Menzione Speciale “MIGLIORE CONFEZIONE ED ETICHETTA”

Alle aziende olivicole iscritte alla Camera di Commercio che confezionano solo ed esclusivamente secondo la normativa europea per la categoria merceologiche olio extra vergine di oliva. Una Commissione di esperti ha valutato le confezioni con particolare riferimento alla completezza e contenuto delle informazioni portate nell’etichetta e retroetichetta; funzionalità e  design della bottiglia nonché l’etichetta dal punto di vista grafico dei materiali impiegato per la  confezione che valorizzano le qualità e l’origine del prodotto.

 

1° Classificato: Soc. Agr. La Valle dell'Usignolo Srl Bio Sermoneta

2° Classificato:  Soc. Agr. D'Itri SS Olivicoltori in Itri

Gran Menzione: Az. Agr. La Torretta di Martellucci Jessica, ,  Az. Agr. Cosmo Di Russo Gaeta “Verde Rame”, Impresa Agricola Diamante Verde di Antonio Tombolillo.

****************************

 

VII Concorso “L’Oliva Itrana”

Premio Oliva da mensa “GAETA DOP”

1° Classificato: Ernesto Bruschini Srl  Rocca Massima

2° Classificato:  Az. Agr. Casino Re di Coletta Filomena Sonnino

Gran Menzione: Lucarelli Alferino Srl Rocca Massima, Genesio Mancini Srl Itri, Cioeta di Priori Luca Snc Rocca Massima, Unagri Soc. Coop. Itri, Oscar Soc. Coop. Agricola Rocca Massima, Az. Agr. Cetrone Alfredo Sonnino, Az. Agr. Gli Archi Formia, Az. Agr. Di Russo Cosmo Gaeta.

 

 

Premio Oliva da mensa “ITRANA BIANCA”

1° Classificato: Impresa Agricola Leoni Enzo Sonnino

2° Classificato:  Oleificio Simeone Formia

Gran Menzione:   Genesio  Mancini  Srl  Itri,  Lucarelli Alferino  Srl  Rocca Massima,  Oscar Soc. Coop. Agricola  Rocca Massima,  Az. Agr. Casino Re Sonnino, Az. Agr. Cetrone Alfredo Sonnino, Az. Agr. Di Russo Cosmo Gaeta, Ernesto Bruschini Srl Rocca Massima, Az. Agr. Pelliccia Teresa Itri, Unagri Soc. Coop. Itri, La Valle dell'Usignolo Sermoneta.

 

*************************************

 

Riconoscimenti: PAESAGGI DELL’EXTRAVERGINE DEI LEPINI, AUSONI E AURUNCI

Tre commissioni, costituite da tecnici agronomi ed esperti del settore olivicolo, hanno individuato nove aziende, tre per ogni comprensorio, le quali, producendo olio di qualità secondo corrette tecniche agronomiche ed ambientali, mantengono l’efficienza delle sistemazioni idrauliche agrarie e dei terrazzamenti.

              LEPINI:

             Coriddi Giovanna Cori, Tombolillo Antonio Sermoneta e Abbenda Giovanni Sezze.

 

             AUSONI:

               Mastrobattista Francesco Lenola, Fallovo Egidio Fondi,

              Gandolfo Gabriele ed Andrea Terracina.

 

             AURUNCI:

Carroccia Chiara Arianna Lenola, Ruggieri Claudio Itri e Marciano Massimo Spigno Saturnia

 

Riconoscimenti del Comitato organizzatore per i territori caratterizzati da un’alta biodiversità:
Cerrato Antonio di Lenola e Manzo Orlando di Fondi

 

 

 

Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. E' la prima donna alla guida del partito, lei è giovanissima: ha 38 anni. "Il popolo democratico è vivo, ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara". Lo ha detto Elly Schlein parlando alla sede del suo comitato. La Schlein vince in quasi tutti i seggi, ribaltando il voto degli iscritti. Un segnale chiaro, netto, ai dirigenti di tutti i partiti che finora hanno rimescolato le carte e le tessere a loro piacimento. Anche a Sezze il risultato è dirompente: Elly Schlein supera Stefano Bonaccini di molte lunghezze con 190 preferenze rispetto alle 150 di Bonaccini. Quest’ultimo era il candidato dei cosiddetti Big del partito a livello locale, che giustamente si sono spesi per la sua elezione. Tra questi il consigliere regionale rieletto Salvatore La Penna, l’ex sindaco Sergio Di Raimo, il consigliere comunale del Pd Armando Uscimenti e altri membri del partito ed ex amministratori. Per Elly invece si sono schierati l’ex sindaco Andrea Campoli, l’ex presidente del consiglio comunale Enzo Eramo, l'ex consigliere comunale Paolo Rizzo, l’attuale presidente del Pd Luigi De Angelis e il gruppo dei giovani democratici. Il dato dimostra che è stata sconfitta l’idea dei baroni del partito, la linea del circolo e del pacchetto delle tessere a parenti e amici. La Elly è riuscita a riavvicinare simpatizzanti ed ex iscritti che hanno urgentemente bisogno di un radicale cambiamento a tutti i livelli. E’ stata sconfitta la presunzione di chiudere la porta in faccia  a chi in questi anni chiedeva un rinnovamento: le truppe cammellate son finite (come il sottoscritto aveva scritto tempo fa, si veda l'articolo sotto), non hanno funzionato questa volta, e la base ha reagito chiedendo una svolta. Per chi chiede una rinascita del partito, la vittoria di Elly è un’ottima base di ripartenza e la speranza di un futuro diverso. C'è un nuovo lavoro da fare, c'è la necessita di dare seguito alla vittoria di Elly.

http://www.lanotiziacondivisa.it/index.php/rubriche/cum-grano/item/1539-le-truppe-cammellate-son-finite

 

 

Domenica, 26 Febbraio 2023 06:03

La pace sembra essere molto lontana

Scritto da

 

 

Un anno fa, il 24 febbraio 2022, la Russia iniziò la cosiddetta “operazione speciale” per demilitarizzare e denazificare l’Ucraina. L’obiettivo era farla capitolare in pochi giorni. Il calcolo di Putin, fondato sul presupposto che il popolo e il governo ucraini e soprattutto i Paesi occidentali, “corrotti e in crisi d’identità”, non avrebbero saputo o voluto opporre resistenza, si è dimostrato sbagliato. I soldati russi non solo non sono stati accolti come liberatori, anche nelle stesse regioni dove i russofoni sono la maggioranza, ma l’Ucraina ha resistito strenuamente, è riuscita a ricacciare l’esercito invasore dal centro del Paese, spostando il baricentro del conflitto nei territori dell’est. Dopo la liberazione e il ritorno sotto il controllo del governo ucraino in molte delle zone occupate è emerso che l’esercito russo si è reso responsabile di ignobili crimini contro la popolazione civile.
 
Se fin da marzo dello scorso anno è apparso evidente che Putin non era riuscito nell’intento di occupare ampia parte del territorio ucraino per instaurarvi un regime fantoccio, anche il secondo obiettivo, con un evidente ridimensionamento delle mire belliche, cioè la conquista del Donbass e dell’Ucraina meridionale, che si affaccia sul Mar d’Azov e sul Mar Nero, non è stato conseguito. L’esercito di Kiev ha capovolto la situazione, ha liberato prima l’intera regione di Kharkiv e poi quella di Kherson e questo, dopo che nel mese di settembre erano state annesse, assieme ad altre regioni, con un referendum fasullo, alla Federazione russa. Nonostante questi fallimenti, la Russia è riuscita a mantenere un collegamento terrestre, un cosiddetto corridoio, tra la parte di Ucraina occupata e la Crimea. Questa regione, con al centro la città martire di Mariupol, è strategica per la Russia sia per l’approvvigionamento idrico della penisola, sia perché le città portuali che si affacciano in questa lingua di terra possono controllare il traffico marittimo del Mar d’Azov e minacciare i commerci ucraini.
 
L’invasore russo ha deciso di far ricorso ai droni, acquistati dall’Iran, e ai missili per  attaccare e distruggere le infrastrutture civili ucraine, le centrali e la rete elettrica, i depositi di carburante con l’obiettivo di lasciare la popolazione al buio e al freddo. Anche questo calcolo si è rivelato sbagliato e il popolo ucraino, a dispetto delle prove durissime cui è sottoposto, resiste e combatte per difendere il proprio paese. È indiscutibile che per l’Ucraina fondamentale è il sostegno militare degli USA e dell’Europa, su cui ben pochi, e sicuramente non la Russia, avrebbero scommesso alla vigilia dell’invasione. I Paesi occidentali si sono compattati con sorprendente decisione, inviando armi all’Ucraina e imponendo pesanti sanzioni economiche contro la Russia e i suoi oligarchi, sanzioni forse sovrastimate nella loro efficacia ma rivelatesi comunque decisive.
 
Dopo un anno di strenui combattimenti, di una guerra che si è dipanata ad ondate con offensive e controffensive nelle quali nessuna delle parti è riuscita a prevalere, oggi sui due fronti sono schierati più di 400 mila soldati e il conflitto ha causato circa 100 mila tra morti e feriti per parte. Nell’est dell’Ucraina i due eserciti si scontrano quotidianamente, lanciano missili, droni, ricorrono all’artiglieria per conquistare piccoli centri abitati, considerati militarmente strategici, ma il conflitto è in stallo e molti analisti ritengono che questa situazione potrebbe durare a lungo, forse per anni.
 
Sullo scacchiere geopolitico intanto continuano le mosse politiche globali delle grandi potenze, che conducono il gioco delle relazioni internazionali e determinano i possibili equilibri. Gli USA di Biden guidano il fronte delle democrazie, la Cina in questi ultimi giorni sta tentando una mediazione per far cessare il conflitto o almeno arrivare ad un cessate il fuoco, l’Europa è  brava a parlare ma lenta a decidere, i Paesi scandinavi hanno chiesto l’adesione alla Nato per paura che possa presto toccare a loro e la Turchia, oggi piegata da un terremoto distruttivo che ha mietuto migliaia di vittime, fino a qualche settimana fa ha cercato anch’essa di mediare tra le parti, o meglio ha fatto i propri interessi con la scusa di mediare.
 
E la pace? È la grande assente. Evocata e invocata da tutti, da nessuno è perseguita realmente. Spesso è usata per mascherare interessi, sentimenti a favore dell’una o dell’altra parte o semplicemente la paura o il desiderio legittimo di quieto vivere.
 
Il dato incontrovertibile è che allo stato le posizioni tra le parti in conflitto appaiono inconciliabili. Kiev pretende che l’invasore si ritiri da tutto il territorio nazionale, compresa la Crimea annessa nel 2014 alla Russia, annessione mai riconosciuta a livello internazionale. Mosca pretende, come base per iniziare i negoziati, il riconoscimento dei territori ucraini occupati e annessi militarmente: condizione impossibile da accettare sia per gli ucraini sia per i Paesi occidentali. Putin, per salvare la faccia davanti al popolo russo e giustificare una guerra dagli esiti disastrosi sul piano militare ed economico, deve portare a casa qualcosa che assomigli ad una parvenza di vittoria, altrimenti corre il rischio di perdere le elezioni presidenziali del marzo del 2024. A prescindere che saranno elezioni non libere, nelle quali all’opposizione sarà impedito di accedere ai mezzi di comunicazione e di presentare propri candidati, e che gli scherani del regime sono sempre pronti ad alterarne i risultati, Putin rischia la destituzione, di perdere il potere e di essere ucciso.
 
Il negoziato è l’unica alternativa possibile a questa guerra lunga, sporca e sanguinosa, ma presuppone la disponibilità a raggiungere un compromesso, a farsi concessioni reciproche. Al momento né i russi né gli ucraini prospettano come possibile tale eventualità e sono disposti a deporre le armi. Putin intende continuare a combattere, organizzando delle massicce quanto inutili offensive, oppure congelando il conflitto, con l’obiettivo di impedire all’Ucraina di entrare nella Nato e diventare una democrazia occidentale normale. Il presidente ucraino Zelensky, forte delle vittorie sul campo, non può permettersi di cedere territori o di non rivendicare l’integrità territoriale del Paese, come ha promesso ai suoi concittadini.
 
La circostanza che né l’Ucraina né la Russia in questo momento vogliono la pace e non sono disponibili ad aprire una trattativa seria per risolvere il conflitto, non deve farci comunque  dimenticare che il primo passo spetta a chi ha iniziato la guerra, non a chi l’ha subita. Pensare il contrario significherebbe consentire che a prevalere sia la logica del più forte, di chi è in grado di imporre la dittatura della paura e ricorre all’uso della violenza per piegare quanti si oppongono.
 
In fondo non si sarebbe fatto un anno di guerra, se chi l’ha scatenata avesse voluto la pace. 
Pagina 27 di 139