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Perché chi ama Sezze non può contribuire alla crescita del paese?

Feb 26, 2025 Scritto da 
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di

Francesco Petrianni

 

Perché stupirsi o dolersi se circolano idee su un bene architettonico storico del nostro patrimonio, l’ex monastero di Santa Chiara? Forse perché non collimano con quelle degli amministratori? O forse perché avanzare ipotesi e ragionare è una prerogativa di chi pro tempore, ripetiamo pro tempore, si trova a reggere il governo della città? 

Polemizzare con le forze politiche intervenute recentemente sull’argomento Clarisse forse fa parte del gioco. Ci sta. Additare singoli cittadini, per nome e cognome, sebbene pubblicamente attenti e sensibili ai problemi pubblici cittadini, lo è un po' meno.

Ma attaccare smodatamente un’associazione benemerita, come il FAI, è inopportuno e fuori luogo. Ciò non vuol dire che tutto ciò che fa e dice è Vangelo. Ma certo non si può disconoscere che quell’Associazione ha tra i suoi meriti quello di aver posto all’attenzione pubblica e, in particolare, dei sezzesi il tema della valorizzazione del centro storico della Città di Sezze attraverso uno dei suoi più emblematici edifici, l’ex Monastero delle Clarisse, facendolo diventare un Luogo del Cuore, del cuore dei Sezzesi. Sia sufficiente ricordare che migliaia di cittadini sottoscrissero quell’idea. Solo per questo il Galateo non scritto di una pubblica amministrazione suggerirebbe di premettere i ringraziamenti ogni volta che la si tiri in ballo.

L’idea di una sede degli studi di livello universitario è stata ripresa, anche da me. So bene che è solo un’idea e che la realtà è ben più complessa; che una qualunque idea progettuale necessita di confronti con altre idee, di verifiche, di energie, di impegni e di risorse, umane e finanziarie. Mi fermo qui, anche se è giusto ricordare che tra le  motivazioni addotte dal Comune di Sezze nel chiedere alla provincia la cessione della struttura veniva indicata la possibilità di destinarla “a sede di una facoltà ad indirizzo agrario e/o veterinario con la finalità di riscoprire e valorizzare l’ampio territorio collinare e di  montagna della provincia pontina che oggi appare come la vera frontiera della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica, territoriale, sociale e culturale”. E’ bene pure non dimenticare le risorse finanziarie impiegate per l’acquisizione dell’ex Monastero al patrimonio pubblico, comprandolo dalla Chiesa, e le ingenti somme spese per il consolidamento della struttura, né i successivi finanziamenti arrivati e fatti arrivare con l’impegno di qualche consigliere regionale.

Delle Clarisse si parla e si discute da tempo, anche nei modi in cui le associazioni e i semplici cittadini hanno possibilità di discutere, coscienti della dimensione che gli argomenti hanno. E liquidare quelli che intervengono sui temi come disturbatori del guidatore è segno di insofferenza e di intolleranza anche perché non è dato conoscere la traiettoria del guidatore. L’ascolto non è una qualità dell’istituzione comunale. Il patrimonio culturale architettonico invece è proprietà della cittadinanza alla stregua dell’aria che respiriamo.

Il paesaggio storico è un tema politico di interesse generale, perché contribuisce in maniera molto rilevante al benessere dei cittadini che non possono accettare di subire i loro paesaggi. Il paesaggio è una questione che interessa tutti i cittadini e deve venir trattato in modo democratico, soprattutto a livello locale e non può essere deciso senza la loro consultazione.

“Perché persone che amano Sezze non possono dialogare e dare un contributo alla crescita del paese?” E’ questa la domanda che si poneva il sindaco di Sezze nel candidarsi alla guida del comune. Le risposte che, una volta sindaco, si dà e dà vanno in tutt’altra direzione.

 

Pubblicato in Attualità
Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2025 06:44 Letto 453 volte

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