Il Presidente dell'Associazione culturale “Le Decarcie”, Francesco Petrianni, interviene nel dibattito politico e culturale esploso in città sul monumento di San Lidano al Belvedere di Sezze. Il sodalizio setino sottolinea un ulteriore elemento di "conflittualità" dell'iter, questa volta presente nel programma elettorale di mandato. Riportiamo l'intervento di Francesco Petrianni.
_______________
"Il monumento a San Lidano nell’area dello spettacolare Belvedere, dopo le polemiche e proteste, il nascere di uno specifico comitato, la presentazione di interrogazioni, dopo il video-manifesto e gli interventi di Grassucci, Amici ed Eramo, da un punto di vista squisitamente procedimentale ed amministrativo è tornato al punto di partenza. Come in una sorta di Gioco dell’Oca, quando si arriva in una determinata casella si torna indietro, a beneficio degli altri “giocatori” che restano nelle loro posizioni. Soprattutto nel Centro Storico, un intervento, ritenuto ambizioso e animato dai più benevoli propositi, non può decidersi nelle stanze chiuse di qualche sagrestia o del palazzo comunale; ha bisogno prima di tutto di una verifica sulla fattibilità, che non c’è stata. Sia sufficiente a tal proposito consultare le Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore. Contestualmente c’è la necessità di sottoporre all’attenzione dei cittadini la proposta dell’intervento ed attivare un confronto serio e non formale con la cittadinanza in armonia con la normativa vigente e con quanto Sindaco ed intera Amministrazione comunale, nelle sedi istituzionali, hanno proclamato solennemente di praticare. E neanche questo è stato sinora fatto. Ma non è mai troppo tardi. La consultazione è un atto politico, una fase preliminare all’adozione di un provvedimento di siffatta specie, per sondare il consenso della comunità cittadina e verificare se l’impatto culturale e sociale, politico e psicologico possa esser tale da scoraggiare l’avvio amministrativo dell’iter. Consultare significa mettere altri e se stessi nella condizione di condividere. Come abbiamo già ricordato in un nostro precedente intervento “Il paesaggio (dice la Convenzione europea per il Paesaggio e nel nostro caso parliamo di paesaggio storico e di beni culturali) è una questione che interessa tutti i cittadini e deve venir trattato in modo democratico, soprattutto a livello locale e regionale”. Sindaco e Consiglio comunale, quelli in carica, nel programma di consiliatura, sostengono che “L’intero comprensorio comunale va trattato concettualmente e operativamente come territorio storico” (estratto da Indirizzi Programmatici dell’Amministrazione comunale). E aggiungono che tra le priorità strategiche dell’attuale amministrazione c’è quella di praticare “Una buona politica, animata da forti idealità e coniugata con l’attenzione alle esigenze concrete, capace di ascoltare e dialogare, un civismo vero che si alimenta di partecipazione, del contributo di tutti, dando la parola ai cittadini non solo nei passaggi elettorali ma come pratica politica costante”. Con l’approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale, dice il Sindaco, “Si apre una fase importante e delicata rappresentata dalla sua attuazione mediante Piani Particolareggiati e un nuovo Regolamento Edilizio, che abbiano come connotazione essenziale la partecipazione dei cittadini”. E non dovrebbero esserci dubbi che l’intervento nel Belvedere abbia il valore e la forma di un piano urbanistico particolareggiato o esecutivo, ma i cittadini non sono stati minimamente coinvolti. Con un immotivato atto amministrativo i lavori sono stati sospesi, senza però revocare o annullare nessuno degli atti precedenti, adottati peraltro da organi che sembrano agire ognuno per proprio conto. Cari Sindaco, Presidente del consiglio e Consiglieri, le citazioni che abbiamo richiamato non sono opinioni comuni ma linee programmatiche uscite dalla bocca del Sindaco, scritte nel suo programma elettorale, sottoposte al giudizio dei cittadini nell’ultima consultazione elettorale ed approvate integralmente dal Consiglio comunale al momento del suo insediamento (Delibera consiliare n.34 del 30.6.2017). L’organo comunale l’ha votata, stipulando un vero e proprio contratto politico-amministrativo con i cittadini, diversamente le delibere consiliari sarebbero carte al vento. Sarebbe opportuno che il Consiglio comunale si prendesse materialmente la briga di verificare come il procedimento intrapreso confligga con le linee programmatiche da essi stessi deliberate e poi tragga le conseguenze. E se ritenesse di avere rispettato il giusto procedimento e salvaguardata la coerenza con i propri indirizzi programmatici, andasse pure avanti. Altrimenti ci ripensasse. Perché non è di opinioni diverse che si sta parlando, ma di rispetto degli impegni assunti verso i propri elettori, prima, e verso tutti i cittadini, dopo, quando il programma elettorale si è trasformato nelle linee programmatiche dell’attuale consiliatura, diventando una deliberazione del Consiglio comunale".