Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, nei giorni scorsi, nel corso della presentazione del libro di versi in dialetto di Franco Abbenda, ha lanciato una iniziativa che, se fosse veramente intrapresa, sarebbe utile e molto importante per conservare le tradizioni locali di Sezze. Il primo cittadino, infatti, ha annunciato a breve l’istituzione anche a Sezze del cosiddetto REI (Registro delle Eredità Immateriali). Si tratta di un catalogo delle espressioni della cultura immateriale adottato della Regione Sicilia recentemente e che sta trovando condivisione in altre regioni italiane. La Sicilia infatti ha inserito in un apposito elenco usanze e tradizioni che fanno parte della tradizione sicula, eredità immateriali che rappresentano antiche tradizioni, soggetti viventi, che spesso non hanno sempre una codificazione "scritta" ma che sono tramandate anche oralmente nel corso delle generazioni. Il sindaco intende “copiare” un simile progetto per le tante tradizioni sezzesi, come ad esempio quella del sasso di capodanno, Peppalacchio e Peppa, altre usanze tipiche locali, oppure ad esempio particolari ricette alla sezzese, o modi di dire. Insomma... un patrimonio che rischia di scomparire così come sta avvenendo per il dialetto setino. L’amministrazione comunale dovrebbe innanzitutto individuare e poi procedere all’inventariazione e alla salvaguardia dei beni demo-etnoantropologici del vasto territorio setino attraverso l’istituzione di una apposita commissione di esperti, che sia il legame tra la vecchia e la nuova generazione. Questa iniziativa, ed altre, potrebbero essere la base concreta per intraprendere la strada di una visione strategica di sviluppo del nostro territorio, in una prospettiva di valorizzazione nazionale e internazionale che renda merito alla bellezza che la nostra comunità ancora oggi esprime e che sa bene rappresentare.